ANALISI DEL TERRENO: COME E PERCHÈ FARLE

Le analisi del terreno rappresentano uno strumento indispensabile per poter definire un corretto piano di concimazione: le analisi del terreno permettono infatti di pianificare al meglio le lavorazioni, l’irrigazione, di individuare gli elementi nutritivi eventualmente carenti, o rilevarli se presenti in dosi elevate, così da poter diminuire la dose di concimazione: in generale queste analisi permettono quindi l’individuazione di carenze, squilibri od eccessi di elementi.

Grazie all’analisi del terreno è quindi possibile dedurre la giusta quantità di fertilizzante da distribuire (in quanto eccessi di elementi nutritivi, in particolare abbondanza di nitrati e fosfati, possono portare a fenomeni di inquinamento delle falde acquifere a causa di fenomeni di dilavamento, e più in generale al cosiddetto fenomeno di eutrofizzazione ed in ultimo, ma non da meno, uno spreco inutile in termini monetari per l’agricoltore).

È possibile dire che siano quindi uno strumento polivalente, in quanto consentono da un lato all’agricoltore di fare trattamenti più mirati da alzare al massimo i margini di guadagno, mentre dall’altra parte consentono di evitare sprechi dannosi in primis per l’ambiente stesso.

In linea generale, le analisi del terreno si effettuano generalmente ogni 3-5 anni o all’insorgenza di una problematica riconosciuta. È buona norma non effettuare le analisi prima di 3-4 mesi dall’uso di concimi o 6 mesi nel caso in cui si siano usati ammendanti (si rischierebbe di sfalsare il risultato finale).

 

Le fasi principali delle analisi sono:

  • Campionamento del terreno (fase cruciale per la buona riuscita dell’analisi stessa, spesso sottovalutata: è importante che il campione sia rappresentativo di tutto l’appezzamento). Le linee guida generali che sarebbe opportuno seguire sono:
  • L’area soggetta al campionamento deve essere stata sottoposta alle medesime pratiche agronomiche;
  • Non prelevare il campione nei pressi di fossi, corsi d’acqua e capezzagne;
  • Il prelievo deve avvenire in modo del tutto casuale all’interno dell’area;
  • La profondità di prelievo segue la profondità di aratura, quindi indicativamente dai 5 ai 50 cm (i primi 5 cm di terreno sarebbe meglio eliminarli dal campione);
  • La campionatura andrebbe effettuata facendo intercorrere almeno 3 – 4 mesi dall’ultima concimazione (che diventano 6 nel caso di apporto di ammendamenti).

È buona norma, inoltre, evitare di mescolare il campione di terreno tramite attrezzature sporche, che potrebbero così contaminare e compromettere le analisi. L’ideale sarebbe proprio quello di miscelare il campione semplicemente a mani nude.

  • Scegliere i parametri da analizzare e presso quale laboratorio rivolgersi: le tipologie di analisi si distinguono in linea generale in analisi dette “di base”, quelle necessarie e sufficienti ad identificare le caratteristiche fondamentali del suolo e la dotazione di elementi nutritivi, alla stima delle unità fertilizzanti dei macroelementi (Azoto, Fosforo, Potassio) da distribuire al terreno. Le analisi di base comprendono quindi:
  • Scheletro
  • Tessitura
  • Carbonio organico
  • pH del suolo
  • Calcare totale e calcare attivo
  • Conducibilità elettrica
  • Azoto totale
  • Fosforo assimilabile
  • Capacità di scambio cationico (CSC)
  • Basi di scambio (K scambiabile, Ca scambiabile, Mg scambiabile, Na scambiale)
  • Rapporto C/N
  • Rapporto Mg/K

Per quanto riguarda invece le analisi accessorie, si può generalizzare dicendo che sono tutte quelle analisi che vengono richieste in seguito a situazioni pedologiche anomale, correzioni del terreno, esigenze nutritive particolari della coltura, fitopatie e via discorrendo. I parametri che rientrano tra le analisi accessorie sono i seguenti:

  • Microelementi assimilabili (Fe, Mn, Zn, Cu);
  • Acidità;
  • Boro solubile;
  • Zolfo;
  • Fabbisogno in calce;
  • Fabbisogno in gesso;
  • Analisi fisiche.
  • Interpretazione dei risultati analitici: Una volta effettuate le analisi nella maniera più impeccabile possibile, è altrettanto importante l’interpretazione stessa dei dati analitici ottenuti.

 

Cifo, nello specifico, oltre ad offrire la possibilità di usufruire del servizio di analisi del terreno con un laboratorio attrezzato in modo idoneo a questo tipo di analisi e con personale altamente qualificato, nel redigere il certificato accompagna i risultati analitici a giudizi sul terreno e raccomandazioni di natura agronomica, e ad un diagramma sulla dotazione dell’elemento nel suolo.

Oltre a tutto questo, Cifo mette sempre a disposizione dei suoi clienti la preparazione e l’esperienza dei suoi tecnici operanti sul campo, i quali si rendono disponibili anche per la lettura dei dati insieme al cliente ed alla stesura di un piano di concimazione personalizzato in base alle singole esigenze di ciascun agricoltore.

Il servizio Cifo viene poi arricchito delle analisi fogliari, utili per eseguire una verifica delle strategie adottate per la coltura e per evidenziare carenze che andranno a manifestarsi nel corso dello sviluppo colturale.


ANALISI FOGLIARE: UNO STRUMENTO DA NON SOTTOVALUTARE

Le analisi del terreno rivestono un’enorme importanza e al contempo sono un aiuto fondamentale per l’agricoltore in quanto grazie ad esse riesce ad impostare al meglio il suo piano di concimazione da effettuare, conoscendo la fertilità residua nel terreno e studiando ad hoc la quantità di sostanze nutritive da apportare, per aumentare la produttività del terreno stesso operando però nel rispetto delle buone pratiche di sostenibilità ambientale.

Da qui è nata l’esigenza di avere a disposizione uno strumento che permettesse all’imprenditore agricolo di conoscere “in tempo reale” la situazione nutrizionale delle piante, in modo tale da poter intervenire tempestivamente in caso di eventuali eccessi/carenze, da non lasciare quindi la pianta in uno stato di stress prolungato, o addirittura la possibilità di poterle prevenire prima ancora della loro insorgenza.

Infatti anche le foglie, come il terreno, se interrogate nel modo corretto sono in grado di fornire indicazioni molto utili sulla salute delle piante. In particolare, rivelano l’effettivo stato di nutrimento della coltura, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo: il dato qualitativo si riferisce al rapporto ottimale tra le differenti sostanze nutritive, mentre quello quantitativo riguarda la percentuale di nutrienti che la pianta è riuscita effettivamente ad assorbire.

Le analisi fogliari che vengono effettuate sono quindi di tipo chimico e multi residuale; è importante che i campioni che vengono consegnati al laboratorio d’analisi rispecchino il più possibile lo stato nutrizionale della pianta: bisogna prestare molta attenzione durante la fase di prelievo, in modo da non sfalsare i risultati.

Le foglie dovranno essere mature, ma poco oltre il periodo giovanile e senza danni causati nè da agenti biotici nè abiotici; è inoltre buona pratica effettuare il prelevamento alla stessa altezza ma da differenti lati della pianta.

 

Esiste inoltre un periodo ideale per fare le analisi fogliari e dipende principalmente dalle specie alla quale appartiene la pianta: per i fruttiferi, ad esempio, il periodo ideale è durante la seconda settimana di fioritura; per la vite invece il periodo ideale va invece da fine fioritura fino all’inizio dell’autunno.

Una volta pervenuti i campioni al laboratorio, questi devono seguire un preciso procedimento di preparazione all’analisi versa e propria: le foglie vengono sempre lavate con acqua distillata leggermente acidulata (può essere utilizzato acido citrico, acido ascorbico e così via), per eliminare qualunque tipo di impurezza in quanto potrebbero essere contaminate non solo da concimi fogliari ancora non assorbiti ma anche da altri trattamenti (per esempio trattamenti rameici).

Altro passaggio importante è la spicciolatura della foglia prima del lavaggio, in quanto il picciolo ha caratteristiche diverse e, se interessano i dati sul picciolo, questi vengono tolti e determinati a parte.

Infine la foglia spicciolata, lavata ed asciugata, viene prima essiccata in stufa a 105°C per poi essere macinata finemente e procedere all’analisi vera e propria.

 

Cifo, da sempre dalla parte degli agricoltori e di un’agricoltura sostenibile, comprendendo bene l’importanza che le analisi fogliari ricoprono nel quadro di una nutrizione equilibrata, efficace ed a basso impatto ambientale, offre tra i propri servizi anche quello dell’analisi fogliari, disponendo infatti di laboratorio attrezzato e personale qualificato e competente.


I BENEFICI DELLE CONCIMAZIONI AUTUNNALI

Negli ultimi anni sempre più coltivatori hanno compreso l’importanza di effettuare una concimazione autunnale nel loro frutteto, vigneto o oliveto.

Da cosa nasce questa esigenza? È stato dimostrato infatti, attraverso analisi e ricerche scientifiche, che il ciclo vegetativo della pianta non si conclude nel momento della raccolta, bensì prosegue fino all’arrivo delle temperature invernali (al di sotto dei 10°C circa), per entrare in quella fase chiamata dormienza vegetativa.

In quel lasso di tempo, infatti, la pianta continua a vegetare, ed anzi è proprio in questo periodo che accumula più sostanze nutritive da utilizzare poi la primavera successiva durante la fase di ripresa vegetativa.

Più precisamente, fino alla completa caduta delle foglie la pianta assorbe – attraverso un’attività radicale intensa sino a fine ottobre per i fruttiferi e novembre per la vite – quegli elementi nutritivi che assieme ai fotosintetati elaborati dalle foglie in post-raccolta verranno traslocati dalle stesse agli altri organi della pianta, andando a costituire le riserve per il ciclo colturale successivo.

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Per assicurare una buona fruttificazione nell’annata successiva è importantissimo l’accumulo di elaborati (zuccheri ed amminoacidi in primis), e di microelementi all’interno gemme, come garanzia di una buona fertilità dei fiori, quindi della fecondazione. Altro elemento essenziale da apportare durante la concimazione autunnale è l’Azoto, in quanto è stato scoperto che dalla ripresa vegetativa alla fioritura l’assorbimento di tale elemento risulta modesto e lo sviluppo dei germogli e la fioritura avvengono di conseguenza a spese delle riserve accumulate negli organi legnosi e nelle radici durante l’assorbimento autunnale. È doveroso sottolineare, infatti, che gli apporti organici invernali non sono in grado di sostituire la concimazione autunnale, e che il periodo ideale per eseguirla è tra settembre – ottobre, attraverso fertilizzanti a rapido effetto.

I risultati che si possono ottenere da una concimazione autunnale – supportati da sperimentazioni pluriennali – sono un migliore equilibrio vegeto produttivo, aumento della fertilità delle gemme a fiore, aumento della produzione ed infine una riduzione dell’alternanza produttiva, punto cardine fondamentale per mantenere elevata e costante la redditività dei frutteti.

Altro fattore da non sottovalutare è la temperatura: le temperature di inizio autunno consentono un buon assorbimento (l’importante è non scendere al di sotto dei 10-12 °C); l’epoca di concimazione può variare anche in base alle colture: comunemente entro ottobre per fruttiferi, fino a novembre invece per la vite.

È importante non confondere però la concimazione autunnale con quella primaverile: le due concimazioni sono complementari tra loro, senza che l’una escluda l’altra; ciò va preso in considerazione per non superare le unità fertilizzanti previste annualmente dal piano di concimazione aziendale.

Cifo, da sempre al fianco degli agricoltori e di un’agricoltura ragionata e sostenibile, propone all’interno della sua gamma diversi prodotti per soddisfare ogni tipo di esigenza dal punto di vista varietale e pedoclimatico:

Distribuzione al terreno

I prodotti più consigliati sono Top N e Top 7-5-14: entrambi questi prodotti fanno parte della Linea Top, una linea ad alta efficienza nutrizionale ed a basso impatto ambientale.

L’elevata efficienza nutrizionale è data dalla cessione differenziata dell’azoto e degli altri elementi nutritivi: la linea nasce infatti dal processo altamente tecnologico FCH (Fully Controlled Hydrolysis), che oltre a mantenere il Carbonio Organico in una forma totalmente biodisponibile, contengono l’innovativa molecola APR (Attivatore Proteico della Rizosfera); il prodotto agisce a livello del suolo attivando l’attività degli organismi presenti nel terreno, a livello radicale aumentando la formazione di radici attive, migliorando l’assorbimento degli elementi nutritivi.

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Tutti i prodotti della Linea Top sono inoltre utilizzabili in agricoltura biologica ai sensi della normativa vigente.

Applicazioni fogliari

Cifo consiglia diversi prodotti proprio per avere una soluzione precisa per ogni tipo di esigenza particolare:

BZ Fast

BZ Fast apporta alle colture Boro e Zinco, due microelementi fondamentali per il regolare sviluppo di fiori e frutti, per il metabolismo proteico e degli zuccheri, e per l’irrobustimento dei tessuti vegetali.
Le applicazioni nel post-raccolta sono consigliate proprio per aumentare la resistenza della pianta alle basse temperature invernali e per garantire una miglior ripresa vegetativa nella primavera successiva.
Negli impianti con terreni dove le piante presentano crescite stentate con rami poco sviluppati, consigliamo di fare trattamenti inserendo un prodotto che include tutti gli elementi nutritivi

Floral 20-20-20

Floral 20-20-20, come tutti i formulati della Linea Floral, offre la massima efficacia nella nutrizione fogliare, inoltre, l’elevata purezza degli elementi nutritivi contenuti, consente una rapida e completa solubilizzazione. Floral 20-20-20 consente di somministrare alla pianta la giusta quota di elementi nutritivi fondamentali, inclusi i microelementi, per ripristinare la naturale riserva nutrizionale e per affrontare nel modo migliore la ripresa vegetativa nella primavera successiva.

Mettiamo a riposo le piante ben nutrite per farle lavorare al meglio alla ripresa vegetativa.


L’IMPORTANZA DEL FOSFORO IN AGRICOLTURA

Il Fosforo (simbolo chimico P), in agricoltura, fa parte della classe dei macronutrienti, insieme ad Azoto e Potassio, anche detti macroelementi essenziali della nutrizione vegetale. Il Fosforo è un elemento indispensabile per i molteplici processi in cui è implicato: gioca un ruolo primario nei trasferimenti dell’energia (ricordiamo infatti che il Fosforo è uno dei componenti dell’Adenosintrifosfato o ATP); è fondamentale per la germinazione dei semi, rientra nei processi fotosintetici, concorre alla formazione di enzimi e proteine, è coinvolto in tutti i processi metabolici della pianta ed è, infine, uno degli elementi costitutivi delle pareti cellulari degli acidi nucleici (DNA-RNA).

Il Fosforo è inoltre il costituente responsabile della robustezza e stabilità dei tessuti: un irrobustimento dei tessuti determina a sua volta una maggior resistenza della pianta agli attacchi di organismi patogeni e parassiti.

Per tutti questi motivi è quindi importante apportare il giusto quantitativo di tale nutriente alle piante: una carenza di tale elemento potrebbe essere data da una vera e propria mancanza di P nel substrato, oppure, come accade più comunemente, il nutriente è presente ma non si trova in forma biodisponibile per le piante.

Il Fosforo nel terreno lo si ritrova sia in forma minerale, come risultato della degradazione di rocce quali apatiti e fosforiti, mentre la frazione fosfatica di origine organica è invece data dal processo di umificazione della sostanza organica (S.O.).

Nel terreno, il Fosforo è considerato un elemento stabile a causa della sua bassa solubilità.

Nei suoli acidi (spesso ricchi in Alluminio) e nei suoli alcalini (ricchi in Calcio), si formano composti del Fosforo ad elevata insolubilità (esempio il fosfato tricalcico), da cui ne consegue una ridotta disponibilità per le piante.

Il Fosforo nel terreno lo si trova come fosfato derivato dall’acido ortofosforico H3PO4 che può essere di origine organica e/o inorganica. Nella soluzione circolante del suolo lo troviamo sottoforma di ione diidrogreno fosfato (H2PO4) o di ione idrogenofosfato (HPO4).

Lo stato e la dinamica dei composti del P sono strettamente correlati dalla dipendenza e dal grado di dissociazione dell’acido ortofosforico (H3PO4) in funzione del pH. Da qui ne deriva che la forma più protonata dei due ioni circolanti è predominante a elevate concentrazioni di ioni H* (quindi nei suoli a pH acido).

Come si manifestano le carenze di P

Il contenuto totale di P nel suolo mediamente si aggira tra lo 0,02 e lo 0,05%, di cui la maggior parte lo si ritrova concentrato in superficie (i primi 15 cm di terreno circa). Individuare nei terreni agrari una carenza di Fosforo è abbastanza complesso, poiché i sintomi che provoca sono facilmente confondibili con altre carenze/eccessi: ad esempio possono essere confusi con un eccessivo apporto di Azoto.

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In linea generale i sintomi da carenza fosfatica sono così riconducibili: scarso sviluppo vegetativo dei germogli (nanismo) e delle radici (piante poco ancorate nel terreno), rami scarsamente lignificati e talvolta poco eretti, foglie piccole, esili, con colorazione bronzea/violacea. La fioritura avviene con un’intensità minore e in modo tardivo, e di conseguenza anche la maturazione dei frutti. Alcune manifestazioni più specifiche si riscontrano ad esempio nel pomodoro, dove si può notare una colorazione violacea della pagina inferiore delle foglie.

Da quanto sopradetto, se ne deduce quanto sia fondamentale dotare di una buona quota di concimazione fosfatica le piante, inserendolo in particolare nella concimazione post raccolta dei frutteti, vigneti e piante da frutto in genere. Tra la fase di raccolta dei frutti e quella di caduta delle foglie, infatti, anche se l’attività di accrescimento vegetativo è modesta, al contrario invece l’apparato radicale intensifica il suo sviluppo: è una fase quindi assolutamente da non sottovalutare, in quanto è questo il preciso momento in cui la pianta accumula sostanze nutritive di riserva negli organi legnosi, per poi andarli ad utilizzare alla ripresa vegetativa e successive fasi nella primavera seguente.

Spostando l’attenzione non più su frutteti e vigneti, bensì sui cereali autunno-vernini, le concimazioni autunnali cadono proprio nelle prime fasi di sviluppo della nuova pianta, cioè rientrano a pieno titolo nel piano di concimazione del ciclo in essere.

Ricordando che tale elemento svolge un ruolo chiave nella fase di radicazione, ne deriva che il P è essenziale per consentire una rapida formazione dell’apparato radicale della giovane piantina, favorendo quello che in gergo tecnico viene identificato come “effetto starter”.

Le soluzioni di Cifo

Cifo, con più di 55 anni di esperienza nel settore della nutrizione vegetale, propone diverse tipologie di prodotti in grado di soddisfare ogni specifica esigenza agronomica. A seguito dell’attento ed accurato lavoro del settore Ricerca e Sviluppo, Cifo offre all’interno del suo catalogo diversi fertilizzanti contenenti Fosforo, ognuno presenta diverse caratteristiche specifiche:

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Grinver 53 NP

Grinver 53 NP è un formulato di ultima generazione a base di perfosfato d’ossa, acidi umici ed arricchito di Azoto prontamente disponibile. Gli elementi contenuti nel Grinver 53 NP sono stati studiati per avere una doppia modalità di azione: la prima, con la frazione N – P – Zn prontamente utilizzabili, per formare velocemente la pianta favorendo la radicazione (effetto starter); la seconda con formulati a lento rilascio e Zolfo per migliorare l’accestimento e favorire la ripresa vegetativa, incrementando il contenuto di proteine. Gli acidi umici completano il prodotto con l’obiettivo di stimolare l’attività dei microrganismi del suolo, complessare e proteggere gli elementi nutritivi e quindi migliorare l’efficacia nutrizionale.

Top NP 7-14

Top NP 7-14 è un concime pellettato di nuova concezione, particolarmente ricco in P biologico e N organico a cessione modulata, studiato per le applicazioni in pre-semina o pre-trapianto, alla ripresa vegetativa e post-raccolta di piante da frutto. L’altissima qualità delle materie prime e la presenza nella matrice organica della molecola APR (Attivatore Proteico della Rizosfera) lo rendono un fertilizzante caratterizzato da un’elevata efficienza nutritiva anche a bassi dosaggi. In particolare la molecola APR svolge una triplice azione: nel suolo favorisce l’attività dei microrganismi utili alle piante (aumentando quindi la fertilità biologica), sulle radici stimola lo sviluppo delle radichette assorbenti ed infine complessa gli elementi nutritivi, rendendoli maggiormente disponibili a livello radicale: in particolare svolge un’azione complessante nei confronti del P naturale, favorendone l’assorbimento proprio nei momenti di massima richiesta energetica da parte delle piante.

Foxter

Foxter è prodotto specifico per la localizzazione alla semina/trapianto. Foxter è un prodotto appositamente studiato per fornire alle colture P e N in una forma perfettamente assimilabile, per stimolare la radicazione, la germinazione e lo sviluppo vegetale. L’Azoto presente in forma ammoniacale è subito disponibile per le prime fasi di sviluppo del seme, mentre il P (contenuto in alta quantità ed in forma totalmente disponibile per le colture), influisce positivamente su radicazione, germinazione dei semi ed aumento della resistenza delle giovani piante all’allettamento.

Foxter 520

Foxter 520 è un formulato appositamente realizzato per fornire alle colture Fosforo in una forma perfettamente assimilabile, per stimolare la radicazione, la germinazione e lo sviluppo vegetativo. Formula ulteriormente arricchita di microelementi quali Zinco e Manganese, fondamentali nelle prime fasi di sviluppo. Il prodotto consente il posizionamento degli elementi nutritivi nello strato di suolo esplorato da radici/seme, creando inoltre un microambiente ottimale attorno ai semi/radici (dovuto al suo pH sub-acido), che favorisce l’assorbimento degli elementi nutritivi. Il P, presente in alte percentuali ed in forma totalmente disponibile per le colture, influisce positivamente sulla radicazione la germinazione dei semi e sull’aumento della resistenza delle giovani piante alle sollecitazioni meccaniche (per esempio vento), e termiche.


L’IMPORTANZA DEL CALCIO IN AGRICOLTURA

Il Calcio, metallo alcalino terroso, viene classificato come mesoelemento della nutrizione vegetale, in quanto elemento fondamentale per lo sviluppo vegetativo.

Le funzioni svolte da questo elemento nella pianta sono molteplici, ma principalmente collegate con la resistenza meccanica dei tessuti vegetali, in quanto i pectati di calcio svolgono un’azione di sostegno e di rinforzo delle lamelle delle membrane cellulari. Questo elemento inoltre funge da attivatore enzimatico, da regolatore della traslocazione dei carboidrati e di compensazione ed equilibra l’assorbimento degli altri cationi quali Potassio, Magnesio, Ammonio e Sodio. Nelle piante viene accumulato ed immagazzinato nei vacuoli cellulari sottoforma di ossalati, carbonati, fosfati e fitina (quest’ultima la troviamo solo nei semi).

Nei suoli coltivati il Calcio si trova prevalentemente sottoforma di carbonati (soprattutto nei terreni calcarei), oppure sottoforma di solfati nei terreni gessosi.

Il suo contenuto è molto variabile: ne troviamo in abbondanza nei suoli calcarei e gessosi, al contrario invece le concentrazioni minori si riscontrano nei terreni acidi ed in quei terreni soggetti a dilavamento; in linea generale, un valore medio di Calcio nel terreno oscilla dallo 0,1 allo 0,5%.

Il movimento del Calcio è collegato direttamente alla quantità di acqua disponibile, cioè alla mobilità della stessa: può accumularsi negli orizzonti più profondi del terreno a seguito della solubilizzazione delle acque carbonicate, oppure concentrarsi in superficie a seguito della risalita capillare che avviene nelle zone più aride. In Italia, dove abbiamo una buona presenza di suoli calcarei, la principale fonte di Calcio è il carbonato di Calcio (poco solubile), che viene però trasformato chimicamente in bicarbonato dall’acqua carbonicata (H2O + CO2).

Come già detto, tale elemento ricopre un ruolo basilare per l’inspessimento e la robustezza delle pareti cellulari, influendo quindi di conseguenza sulla consistenza e croccantezza di frutti ed ortaggi: è evidente quanto la nutrizione incida in modo rilevante sia sulla produttività che sulla conservabilità dei frutti (frigoconservazione e shelf life).

Il Calcio è un elemento chiave per la nutrizione vegetale, in primo luogo per le funzioni sopracitate, ma anche perché la sua presenza consente di ottenere produzioni, soprattutto per quanto riguarda quelle frutticole, che rispondono ai requisiti richiesti dai consumatori e dai buyer della GDO: frutti di grosso calibro, forma regolare ed un’intensa colorazione, aumentandone la consistenza.

Le carenze di Calcio nelle piante

Ma come e quando il Calcio viene assorbito dalle piante? Il momento di maggior assorbimento di Calcio è quando gli organi vegetali sono in attiva traspirazione, quindi essenzialmente i germogli, le giovani foglie e i frutti stessi, ma solo durante le prime fasi di sviluppo, dove hanno un’intensa attività stomatica.

La carenza di Calcio nelle piante è caratterizzata dall’insorgenza di problemi di natura meccanica nei tessuti, dove si nota una maggiore fragilità cellulare, con una maggiore predisposizione ai danni/rottura a livello del fusto, ma soprattutto dei frutti: seccume fogliare o “tip burn” degli ortaggi, marciume apicale del pomodoro, disseccamento del rachide della vite, butteratura amara del melo, spaccatura della buccia del pero e delle drupacee (ciliegie): sono solo alcune delle fisiopatie a cui possono andare incontro le piante se nel periodo cruciale dell’accrescimento sono sottoposte a tale carenza nutritiva.

Le soluzioni di Cifo

Per ovviare a queste problematiche, Cifo, investendo molto nel settore Ricerca e Sviluppo, propone diversi prodotti a base di Calcio in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza.

CALCISAN GREEN è la novità rivoluzionaria CIFO nel campo della nutrizione fogliare, nato proprio per massimizzare l’efficacia e l’efficienza del Calcio e Magnesio complessati sulle foglie e sui frutti.

Calcisan Green agisce su due livelli ben distinti: il primo è l’apporto di Calcio e Magnesio, il secondo è l’assorbimento e la traslocazione degli stessi con azione protettiva e veicolante, ottenuta dall’estratto puro di Macrocystis Integrifolia.

Grazie al Calcio e Magnesio veicolati e traslocati dalla Macrocystis Integrifolia, le membrane cellulari vengono rese estremamente elastiche tali da ridurre danni da cracking della polpa e dalla buccia.

Il formulato è stato progettato per applicazioni fogliari, esaltando l’effetto di assorbimento, traslocazione nei giusti siti che necessitano di questi elementi.

CALCISAN, formulato in grado di risolvere efficacemente le problematiche legate all’elevata salinità dei terreni. Calcio e Magnesio sostituiscono il Sodio nei colloidi di scambio (umo-argillosi), favorendone il dilavamento e quindi l’allontanamento dalla rizosfera.

Calcisan, che contiene Calcio e Magnesio complessati, ha una matrice organica ottenuta tramite un processo industriale innovativo che lo rende ancora più efficace e persistente. La S.O. è ricca in peptidi, polipeptidi ed amminoacidi liberi levogiri facilmente assimilabili a livello radicale e facilmente traslocabili per via xilematica verso gli organi in via di sviluppo. Ciò consente di ottenere frutti più robusti e consistenti, una maggiore conservabilità e resistenza alle manipolazioni (shelf life).

Ideale per applicazioni in fertirrigazione.

CALCIUM FAST è un formulato liquido a base di Calcio in forma chelata, è caratterizzato da un’elevata capacità di assorbimento a livello fogliare, dimostrando la massima efficacia nel contrastare le fisiopatie causate dalla carenza di Calcio e nell’aumentare la consistenza e conservabilità di frutta e ortaggi.

Calcium Fast risulta essere uno dei formulati presenti sul mercato con la più alta percentuale di Calcio (30%).

Calcium Fast è indicato in particolare per risolvere rapidamente le seguenti fisiopatie:

  • Butteratura amara delle mele;
  • Disseccamento del rachide della vite;
  • Marciume apicale del pomodoro;
  • Seccume fisiologico del melone;
  • Seccume fogliare degli ortaggi da foglia;
  • Mal raggiante, cracking e rugginosità delle drupacee;
  • Necrosi marginale delle brattee della poinsettia.

Ideale per applicazioni fogliari.

NEOBIT NEW, formulato ad elevato contenuto di Calcio, indicato per applicazioni fogliari al fine di prevenire e controllare la butteratura amara del melo, il disseccamento del rachide della vite, il marciume apicale del pomodoro e altre fisiopatie legate alla Calcio-carenza. Neobit New è ottenuto per dissoluzione di cloruro di Calcio ad elevato grado tecnico e di purezza. Un utilizzo costante di Neobit New consente di ottenere frutti ed ortaggi caratterizzati da elevata qualità, consistenza e conservabilità.

Il prodotto è consentito per l’utilizzo in agricoltura biologica su tutte le varietà di mele.

IDROFLORAL CA L è un concime appositamente studiato per applicazioni in fertirrigazione, a pieno campo, in serra e in idroponia.

La purezza dei componenti garantisce facilità di utilizzo, praticità nei dosaggi e rapido assorbimento radicale del Calcio.

I componenti sono scelti per fornire al prodotto un’elevata efficacia: l’Azoto Nitrico stimola la formazione dei peli radicali e sinergizza l’assorbimento del Calcio, mentre il Boro ne favorisce la traslocazione all’interno della pianta. La presenza di Magnesio stimola infine la formazione di clorofilla con conseguente aumento dell’attività fotosintetica che si traduce in una colorazione più intensa di foglie e frutti e in un incremento della produttività della pianta.

Apporti costanti di Idrofloral Ca L consentono di prevenire le comuni fisiopatie da Calcio-carenza e di ottenere produzioni qualitativamente superiori, con una maggiore consistenza e conservabilità dei frutti.


L’IMPORTANZA DEL MAGNESIO IN AGRICOLTURA

Il magnesio, simbolo chimico Mg, è un mesoelemento molto abbondante in natura; costituisce infatti il 2,3% della crosta terrestre.

Lo si trova sotto forma di catione bivalente,Mg 2+: è presente in quasi tutte le rocce in diverse forme, quali carbonati, ossidi, silicati, solfati e cloruri. I minerali più importanti contenenti magnesio sono la dolomite, la magnesite e la carnallite; è inoltre presente in grandi quantità nelle acque marine.

Nel terreno la quantità di magnesio, sempre sotto forma di Mg2+, è di norma compresa fra lo 0,05% nei terreni sabbiosi e lo 0,5% in quelli argillosi. La dolomite è il più importante carbonato di magnesio, ma è contenuto anche in minerali primari ferromagnesiaci quali biotite, serpentini, orneblenda e olivina.

La presenza di magnesio nel terreno dipende fondamentalmente da tre fattori: tipologia del substrato pedogenetico, intensità dei processi di alterazione e di lisciviazione peculiari di quel suolo.

La maggior parte del magnesio nel suolo si trova nella frazione non scambiabile (minerali primari e secondari); la sua mobilizzazione avviene per alterazione dei minerali che lo contengono, con un’intensità che dipende da diversi fattori che influenzano i processi di disgregazione e decomposizione.

La sua concentrazione nella fase liquida è compresa fra 5 e 50 mg/l, con valori elevati nei suoli delle regioni dell’area mediterranea e aride (che presentano infatti scarsa lisciviazione), bassi in quelli lisciviati delle regioni temperate e umide.

La determinazione del magnesio assimilabile (quota in soluzione e frazione del suolo scambiabile) si può eseguire misurando la frazione di Mg2+ solubile in acqua e quella presente sul complesso di scambio; di norma, i suoli coltivati italiani non presentano situazioni particolari di carenza, soddisfando le esigenze della maggior parte delle colture.

I casi di carenza di magnesio sono infatti molto spesso dati da eccessi di Calcio e Potassio – elementi detti antagonisti – i quali ne determinano uno scarso assorbimento da parte della pianta.

Al pari di un macroelemento è molto importante che non si verifichino stati di carenza di magnesio in quanto entra direttamente nella composizione chimica della clorofilla, pigmento chiave per la pianta per intercettare energia e poter svolgere il processo fotosintetico; è inoltre responsabile dell’attivazione di numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo della pianta – più di ogni altro elemento; il magnesio partecipa poi alla formazione di altri pigmenti, quali carotene e xantofille; facilita la traslocazione del Fosforo negli apici vegetativi e nei semi; entra nei processi di sintesi di amido e zuccheri.

Le carenze di magnesio nelle piante

Uno stato carenziale di magnesio si manifesta generalmente nelle foglie, dove si può osservare una clorosi screziata del lembo fogliare con una tendenza acropeta, seguita poi da necrosi delle foglie colpite e caduta delle stesse. La sintomatologia poi può variare da specie a specie.

Le due principali fisiopatie derivanti da magnesio carenza, quelle di importanza più rilevante, sono la Filloptosi del Melo e il Disseccamento del rachide della Vite.

Le soluzioni di Cifo

Per ovviare a tutte queste problematiche, l’azienda Cifo, specializzata da oltre 50 anni nella nutrizione delle piante e nella produzione di biostimolanti, propone all’interno del suo catalogo diversi prodotti per fornire alle colture il giusto ed equilibrato apporto di Magnesio:

MAG 32

Mag 32 è un correttivo biologico ad alto tenore in Magnesio e Zolfo, appositamente studiato per applicazioni dirette al terreno. La formulazione microcristallina consente un’elevata superficie di contatto con i colloidi del terreno e con le radici, rendendo i nutritivi di Mag 32 altamente assimilabili dalle piante. Gli apporti di Mag 32 sono particolarmente opportuni in terreni leggeri ed acidi, ed in quelli ricchi in Calcio e/o Potassio, poichè l’alta concentrazione di questi due cationi ostacola l’assorbimento del Magnesio. Mag 32, inoltre, risulta di fondamentale importanza nella coltivazione di varietà frutticole ed orticole ad elevato rendimento produttivo ed in particolare, nel miglioramento delle caratteristiche qualitative (contenuto proteico, riduzione dei nitrati, grado zuccherino, aromi) della produzione finale.

Consentito in agricoltura biologica.

MAGNESIO ATTIVATO

Magnesio Attivato è un formulato in polvere solubile, ad alto contenuto in Magnesio, per applicazioni fogliari ed in fertirrigazione. Magnesio Attivato previene e cura le fisiopatie da magnesio carenza, favorisce la fotosintesi clorofilliana, intensifica il colore di foglie e frutti, migliora i livelli produttivi. Magnesio Attivato è arricchito di microelementi che permettono efficacemente di prevenire o di curare eventuali carenze o squilibri micronutrizionali e nel contempo stimolano la fotosintesi agendo da catalizzatori.

Consentito in agricoltura biologica.

MAGNESIUM FAST

Magnesium Fast è un formulato di estrema purezza in grado di esaltare le funzioni biochimiche del Magnesio nella pianta. La presenza di specifiche sostanze umettanti ed adesivanti garantiscono l’omogenea e persistente copertura delle foglie, migliorando l’assorbimento dell’elemento nutritivo. Magnesium Fast è in grado di oltrepassare efficacemente le barriere presenti nell’epidermide della foglia, che riducono la penetrazione anche dei chelati tradizionali. Grazie alle elevate caratteristiche di penetrabilità e bagnabilità, Magnesium Fast permette di prevenire e curare efficacemente le fisiopatie dovute alla carenza di magnesio e in particolare:

  • il disseccamento del rachide della vite;
  • la filloptosi del melo;
  • la clorosi magnesiaca;
  • il seccume fogliare degli ortaggi come coadiuvante del calcio.
POLITER PLUS

Politer Plus è un formulato di nuova concezione costituito da un insieme di meso e microelementi ad elevato titolo; risulta particolarmente adatto in tutti i casi in cui si vogliano prevenire e curare i sintomi di carenze nutrizionali multiple delle principali piante coltivate. Grazie alla presenza di coadiuvanti specifici in grado di legare e proteggere tutti gli elementi nutritivi presenti nel prodotto da fenomeni di insolubilizzazione, Politer Plus presenta un’elevata efficienza nutritiva creando una riserva di meso e microelementi prontamente assimilabili dalle piante. L’elevato apporto di Zolfo, oltre a svolgere un’azione nutritiva, favorisce l’acidificazione della rizosfera ottenendo un microambiente ideale per l’assorbimento degli elementi nutritivi (sfruttamento della fertilità del terreno). Sotto il profilo agronomico, Politer Plus agisce da catalizzatore di numerosi processi fisiologici (fotosintesi, fioritura, sintesi di pigmenti coloranti, ecc) favorendo la prevenzione di fisiopatie da meso e microcarenze e il miglioramento della produzione finale.