Acini più sviluppati e caratteristiche organolettiche intensificate durante la maturazione dell’uva

Scopriamo i benefici derivanti dall’impiego dei formulati Cet 46 Green ed Ener 26 impiegati durante tutta la fase di maturazione dell’uva.

In questa fase la pianta mette in atto complessi meccanismi biochimici che si manifestano attraverso importanti trasformazioni del colore e della composizione delle sostanze aromatiche presenti nella buccia e nella polpa degli acini. 

È proprio in questa fase fenologica che diviene necessario curare ogni aspetto che possa influenzare il risultato finale, partendo dalla considerazione degli aspetti nutrizionali che coinvolgono l’intero sistema suolo-pianta, in maniera tale da ottenere la miglior qualità, in cantina così come in bottiglia. Fondamentale in questa fase assicurare all’impianto la migliore nutrizione, applicando una metodologia consolidata che può beneficiare dell’azione sinergica di due prodotti attraverso l’impiego per via fogliare di due specialità biologiche Cet 46 Green ed Ener 26.

I formulati hanno il grande vantaggio di completare la nutrizione apportando meso e microelementi specifici, prevenendo eventuali carenze nutrizionali e influenzando la qualità finale dell’uva e dei mosti.

Acini-piu-sviluppati

L’impiego in associazione dei due formulati ha mostrato risultati consolidati nel tempo.

In particolare sottoforma di:

  • Uniformità di maturazione all’interno dei grappoli;

  • Omogeneità e miglioramento dello sviluppo dei i tralci;

  • Un miglioramento della maturazione fisiologica della bacca e dei vinaccioli;

  • Miglior composizione del profilo fenolico dei mosti, con riflessi positivi sugli indici di tonalità e colore.

Cet 46 Green, specialità biologica contenente amminoacidi e micronutritivi specificatamente formulata per uniformare e migliorare i processi di maturazione di frutta e ortaggi.

Applicato durante le fasi finali permette di migliorare i processi fisiologici coinvolti nella biosintesi dell’etilene e dei pigmenti responsabili della colorazione dei frutti.

I micronutritivi presenti nel formulato agiscono inoltre come catalizzatori del metabolismo degli zuccheri e degli acidi grassi.

Acini-piu-sviluppati

Alla dose di 2 L/ha, ripetuta per 2 trattamenti, permette di ottenere un miglioramento del profilo qualitativo del prodotto alla raccolta attraverso un contenuto di polifenoli ed un grado zuccherino maggiore nel mosto a parità di pH.

Ener 26, grazie all’azione della componente organica costituita da amminoacidi, in sinergia con la componente minerale contenente potassio, zolfo, magnesio, calcio ed altri elementi in forma chelata, favorisce l’accrescimento dei frutti in via di maturazione, permette una miglior traslocazione di zuccheri e sostanze di riserva verso i frutti e determina, in associazione al prodotto Cet 46 Green un miglioramento del colore dei grappoli e degli aromi dei mosti. La massima efficacia in campo è provata con l’utilizzo del prodotto ad una dose di 4 Kg/ha, con un trattamento ripetuto 2 volte.

Per saperne di più

Scheda colturale

Obiettivi agronomici


ACTINIDIA: GLI ASPETTI NUTRIZIONALI DA OSSERVARE IN UN MERCATO SEMPRE PIÙ ESIGENTE

Il successo riscosso da questa coltura è ormai un fatto evidente: da frutto destinato a poche e ricche tavole è divenuto nel nel giro di pochi decenni un prodotto di consumo universale, sempre più comune all’interno della nostra dieta fino all’attuale rilancio grazie alla riscoperta di varietà a polpa gialla e rossa che sembrano promettere un guadagno di ulteriori spazi commerciali in GDO e mercati ortofrutticoli rispetto alle varietà tradizionali.

Anche se, nonostante il lieve calo di domanda rispetto ai mesi precedenti, il mercato attuale mantenga buone quotazioni e prezzi stabili, il reddito dell’agricoltore in campagna non gode purtroppo di questo trend positivo.

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In questo senso la realtà dei fatti non sembra mostrare nessuna novità: i kiwi che si distinguono nettamente per quotazioni sono infatti quelli di grossa pezzatura, mentre quelli di piccolo calibro rimangono relegati in un segmento con prezzi sempre più al ribasso.

Come anticipato, nessuna novità sulla piazza: il mercato paga in base alla pezzatura. Ma, sebbene i prezzi medi si mantengano relativamente alti per talune classi di calibro, occorre d’altro canto che l’agricoltore realizzi comunque rese e PLV soddisfacenti per ottenere una buona remunerazione.

Affinché ciò possa avvenire occorre adottare in azienda degli accorgimenti tecnico-agronomici finalizzati a conseguire alte rese, alte pezzature e frutti con maggiore shelf life per soddisfare le necessità commerciali. Ovviamente questi obiettivi sono imprescindibili da una gestione nutrizionale oculata che tenga conto anche degli aspetti di sostenibilità dei prodotti che arrivano al consumatore.

Ma quali sono i passi da seguire?

Vediamo di fare il punto con le specialità nutrizionali messe a punto da Cifo per rispondere in maniera sinergica alle esigenze di mercato di cui abbiamo appena parlato:

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Per ottenere kiwi di calibro superiore, e pezzature uniformi il prodotto ormai da anni sperimentato con successo in campo è Cifamin BK. Una specialità nutrizionale impiegabile per via fogliare in agricoltura biologica arricchita di un complesso di amminoacidi, peptidi e microelementi, appositamente studiati per sostenere e potenziare la divisione e distensione cellulare, due fasi fondamentali per sostenere la crescita di nuovi tessuti.

Per incrementare la resistenza delle piante agli stress abiotici si consiglia l’utilizzo di Macys BC 28, la specialità biostimolante di punta di casa Cifo costituita al 100% dall’estratto dell’alga gigante Macrocystis integrifolia. La caratteristica che lo rende davvero un prodotto unico nel mercato è il suo meccanismo d’azione che si avvale di un pool di sostanze biologicamente attive quali vitamine, minerali, polisaccaridi e promotori di crescita naturali che garantiscono una risposta equilibrata in casi di gelate tardive, siccità, salinità, sbalzi termici e squilibri idrico-nutrizionali.

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Per migliorare le caratteristiche produttive e qualitative dei frutti, si riscontrano ottimi risultati tramite l’impiego di SinerVEG, biostimolante fogliare a base di estratti lignocellulosici utilizzabile in agricoltura biologica come potenziatore fisiologico della pianta. Il prodotto agisce come “booster” durante le fasi di accrescimento frutto e impiegato in actinidicoltura permette un incremento del peso medio dei frutti, del contenuto in sostanza secca ed un miglioramento del grado Brix.

L’azione sinergica è completata dal Calcisan Green, una specialità contenente Calcio e Magnesio “attivati” dall’estratto puro di Macrocystis integrifolia che funge da carrier permettendo un più rapido assorbimento degli elementi. Impiegato per via fogliare a partire dalla fase di caduta petali mostra efficacia per l’incremento di croccantezza e della conservabilità dei frutti nel post raccolta (Shelf life).

Per ulteriori informazioni e approfondimenti riguardo gli aspetti nutrizionali della coltura del kiwi consultate il catalogo prodotti

Per coltivare l’actinidia servono passione, impegno e sacrificio, guarda la storia dell’azienda agricola Miscio di Sermoneta (LT)


ALLEGAGIONE: UN MOMENTO BASILARE PER IL TUO RACCOLTO

Il clima e l’ambiente, influenzano e regolano l’andamento fisiologico di qualsiasi specie vegetale.

In generale, le piante arboree, per superare la fase della dormienza, devono trascorrere un certo periodo a basse temperature (fabbisogno in freddo), che varia in dipendenza della specie e delle singole varietà. Soddisfatte le ore di freddo minime, le piante sono pronte per attivare i loro processi metabolici per il loro risveglio.

Durante tutta la fase vegetativa, le piante producono una serie di ormoni naturali specifici per singola fase fenologica, la quantità di questi ormoni naturali sono influenzati anche dagli andamenti climatici e da eventuali stress, al fine di ottimizzare e portare a compimento la fruttificazione è necessario attenuare tutte le influenze esterne sulla pianta.

Nelle frutticole, dapprima si ha un risveglio dei germogli a fiore, poi dopo diverse fasi fenologiche si arriva alla produzione dei frutti. A causa di fattori climatici, ambientali e fisiologici (clima, nutrizione e stato fitosanitario, nell’anno precedente), si assiste spesso ad un germogliamento irregolare che inevitabilmente si ripercuote negativamente sulla omogeneità di fioritura e di conseguenza sulla sua relativa allegagione con un aumento di costi per il prolungamento dei tempi di raccolta (maggiore scalarità di maturazione).

Molte colture, sono sensibili a questa problematica e come accade spesso da un po’ di anni a questa parte, le primavere anomale in cui si verificano frequenti sbalzi termici, accentuano tale problematica.

Cifo da 55 anni al fianco di un’agricoltura ragionata, propone una metodologia con due sue specialità, per massimizzare la ripresa delle attività fisiologiche delle piante, attraverso una serie di interventi volti a limitare il più possibile la scalarità e ad uniformare il germogliamento e fioritura, evitando i fenomeni di mancata allegagione per ottenere produzioni sostenibili e di alta qualità.

La caratteristica della metodologia Cifo durante le prime fasi delle colture frutticole, è quella di ottenere:

  • mitigazione degli stress termici;
  • uniformità di germogliamento;
  • uniformità di fioritura;
  • uniformità d’allegagione;
  • uniformità di sviluppo e maturazione frutti.

Vediamo come:

Macys BC 28

Macys BC 28 è un prodotto esclusivo Cifo, si tratta di concentrato puro di alga Macrocistys Integrifolia che incrementa le resistenze naturali delle piante, aiutandole e supportandole nei massimi momenti di richiesta energetica e di stress, grazie all’elevato contenuto di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati, e ormoni naturali.

Il prodotto permette una ripresa ed un superamento veloce agli stress ambientali ed agisce come termoregolatore attenuando gli sbalzi termici, fornendo direttamente energia dall’elevato contenuto di carboidrati presenti.

La Macrocistys Integrifolia inoltre, cresce in un areale marino molto difficile (temperatura e profondità). Proprio grazie a questa tipologia di ambiente è ricca di regolatori di crescita naturali, che danno un supporto ulteriore durante le prime fasi di formazione dei fiori e dei frutti, in quanto grazie all’azione ormon-like permette alla pianta un aumento di allegagione e pezzatura dei frutti

ERT 23 plus

Ottenuto tramite un processo produttivo ad elevato livello tecnologico che attiva la frazione minerale con matrici organiche di qualità. Ert 23 Plus si utilizza tramite applicazioni fogliari da rottura gemme, fino a caduta petali.

Le applicazioni consentono di uniformare germogliamento e fioritura, favorendo il corretto sviluppo degli organi fiorali (maschili e femminili), potenziando i processi di allegagione dei frutti.

Ert 23 Plus è ricco di Triptofano levogiro attivato, che entra nel processo metabolico naturale di formazione delle auxine endogene, rispettando totalmente la fisiologia naturale della pianta. Gli altri componenti, agiscono in sinergia tra loro e consentono alle piante di regolarizzare i processi di fecondazione e allegagione, anche in situazioni di stress ambientale, come ad esempio i ritorni di freddo che spesso si verificano in frutteto durante la fioritura.

Cifo per il biologico, propone delle soluzioni efficaci basate su una metodologia simile, impiegando materie 100% BIO, anche queste rispettose dell’ambiente e degli insetti pronubi, appositamente studiate per avere un ottimo risultato finale e sostenibile con la tipologia di agricoltura attuata.


AZOMIN E SINERGON 3000, QUANTITÀ E QUALITÀ IN CEREALICOLTURA BIO

Per la cerealicoltura biologica, nelle fasi di post-accestimento, di pre-fioritura e su foglia a bandiera la strategia vincente è l’utilizzo combinato di Azomin e Sinergon 3000

Grazie alle componenti naturali presenti in entrambi i formulati e all’elevata concentrazione di amminoacidi e peptidi, derivanti da un processo di idrolisi enzimatica, si ottengono sostanze biologicamente attive e in grado di essere facilmente assimilate dalle piante.

In particolare Azomin aiuta il grano a migliorare l’assimilazione degli elementi nutritivi, apporta azoto e carbonio organico utili, nella fase di post-accestimento a soddisfare l’esigenza azotata della coltura.

La sinergia si completa con Sinergon 3000 che, grazie alle componenti biologicamente attivi, che hanno permesso la registrazione del prodotto come biostimolante ad azione specifica, aiuta il grano a superare con facilità i momenti di stress ambientali e fisiologici, in particolare, nel post-accestimento aiuta a riprendere l’attività fisiologica del grano dopo la fase invernale, in pre-fioritura migliora la formazione della spiga grazie all’azione “hormone like” e su foglia a bandiera incrementa l’accumulo di proteine nella granella grazie ai peptidi e polipeptidi che lo compongono.

Su grano biologico in post-accestimento e foglia a bandiera, Cifo consiglia l’utilizzo fogliare combinato di Azomin e di Sinergon 3000 alle seguenti dosi:

Fine accestimento: Azomin 8 kg/ha + Sinergon 3000 3 kg/ha

Foglia a  bandiera: Azomin 12 kg/ha + Sinergon 3000 3 kg/ha

Cerealicoltura Bio

Biostimolanti: un approccio nutrizionale integrato e sostenibile.

La tempesta perfetta

Oltre al già trattatissimo tema del cambiamento climatico, gli agricoltori stanno vivendo questi ultimi anni come incredibili.

Incredibili nel senso delle condizioni eccezionali che si sono venute a creare, in un contesto che gli operatori del settore hanno già definito come “la tempesta perfetta”.

Per chiunque si occupi di agricoltura sorge dunque spontanea la domanda:

Quali sono gli ingredienti che hanno visto generare questa “tempesta perfetta”?

Analizzando a posteriori la situazione che si è venuta a creare nei mesi scorsi, è evidente che ci si trova davanti ad una crisi globale che fa riflettere e fa emergere la necessità di ripensare alle tecniche colturali tradizionali, con fattori che inevitabilmente cambieranno in maniera radicale il modo di programmare l’acquisto e l’utilizzo degli input.
Da un lato, come appena accennato, ci si trova di fronte ad una situazione in cui il prezzo delle materie prime impiegate nei fertilizzanti tradizionali ha raggiunto, se non superato, soglie che non si registravano dal 2008, anno in cui il prezzo dell’urea è aumentato del 120%.

biostimolanti-un-approccio-nutrizionale-integrato-e-sostenibile

 

Se oltre a questo fattore si sommano, in un’ottica più di lungo periodo, anche i recenti impegni in ottica di incremento della sostenibilità in agricoltura con la recente implementazione del Green Deal e della strategia Farm to Fork, è facile comprendere il ruolo che rivestiranno i biostimolanti nel prossimo futuro: non solo razionalizzazione degli interventi agronomici ma anche utilizzo più consapevole delle risorse suolo, acqua ed energia che contribuiscono a migliorare rese e qualità delle produzioni.

Potrebbero i biostimolanti contribuire a ridurre l’utilizzo dei fertilizzanti tradizionali?

La risposta in questo caso è un chiaro sì.

biostimolanti-un-approccio-nutrizionale-integrato-e-sostenibile

 

Da oltre 50 anni Cifo crede ed investe in ricerca nel settore dei biostimolanti, sforzandosi di comunicarne il giusto posizionamento: sono e saranno soluzioni complementari, soprattutto in grado di migliorare l’assorbimento e l’utilizzo dei nutrienti, incrementare la tolleranza a condizioni di crescita difficili, nonché di ridurre la quantità di fertilizzanti di cui le piante hanno bisogno per garantire rese e qualità soddisfacenti.

In questo senso i biostimolanti rappresentano una strategia ormai affermata e negli anni anche il catalogo Cifo si è ampliato comprendo un largo spettro di target agronomici connessi a quelli nutrizionali.

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Alcune specialità quali Radicifo L 24, Sinergon R promuovono la crescita delle radici, aumentano l’assorbimento di acqua e quindi rendono più facile per le piante resistere a condizioni di siccità, altre classi di biostimolanti consentono alle piante di tollerare meglio temperature molto alte o molto basse. Ed è proprio da queste esigenze che sono nati biostimolanti quali Macys BC 28, Algacifo 3000 e intere linee di prodotto come nel caso della Linea Sinergon; specialità quali Ert 23 Plus aiutano invece gli agricoltori a temporizzare la fioritura e l’allegagione.

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Prodotti come Cet 46 Green, Ener 26, Cifamin BK e Sinerveg vanno a coprire le esigenze produttive in termini quanti-qualitativi.

Come appena accennato, un altro elemento che rimbalza spesso all’interno dei tavoli di discussione è quello che riguarda il loro ruolo in un contesto di cambiamenti che coinvolgono anche la politica ambientale. Come gli altri settori anche quello agricolo produce degli impatti sull’ambiente ed ormai è necessario controllare l’effetto di ognuno degli input impiegati per la produzione. Anche i fertilizzanti e la tecnologia che è dietro al loro sviluppo si stanno adattando ed evolvendo verso le attuali esigenze, con un impegno sempre maggiore per le case produttrici. Alle stesse si chiede sempre più uno sforzo per incrementare la sostenibilità delle soluzioni proposte ed in tutto questo andrebbe chiarito:

Quale sarà il loro futuro in un contesto dov’è richiesta la riduzione di tutti gli input impiegati in agricoltura?

La strategia europea Farm to Fork chiede una riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici, una riduzione delle perdite di nutrienti di almeno il 50% e una riduzione dell’uso di fertilizzanti di almeno il 20% entro il 2030. Inoltre, mira a raggiungere il 25% dei terreni agricoli in agricoltura biologica. E mentre la maggioranza dell’opinione pubblica è convinta che miglioramenti genetici e varietà migliori saranno la chiave per raggiungere questi obiettivi, meno persone sono consapevoli che anche i biostimolanti, attraverso una maggiore efficienza, giocano un ruolo fondamentale contribuendo a raggiungere obiettivi politici come la riduzione delle applicazioni di fertilizzanti (strategia Farm to Fork) e a realizzare un’agricoltura rispettosa dell’ambiente.

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Gli stessi rappresentano oggi delle soluzioni concrete per il mantenimento, miglioramento o persino il ripristino della salute del suolo. Mentre alcuni biostimolanti promuovono la crescita delle radici e la massa radicale si sviluppa nel terreno, una considerevole quantità di carbonio viene intrappolata nel suolo. Biostimolanti microbici quali Blok L e Blok Sinergy migliorano la micro-biodiversità del suolo. Un suolo sano fornisce diversi servizi ecosistemici, tra cui la protezione dall’erosione, la ritenzione di acqua e sostanze nutritive e il sequestro del carbonio.
Chiarito il ruolo fondamentale che rivestono i biostimolanti, sia per gli aspetti ambientali che per gli aspetti prettamente agronomici rimane solo una cosa da chiedersi:

Quale vantaggio economico ne trae l’agricoltore attraverso un loro impiego?

La risposta in questo caso si ricollega a tutti i punti appena delineati: al fine di massimizzare il ritorno del capitale investito tutte le strategie suggerite dai protocolli agronomici Cifo prevedono un impiego dei biostimolanti in sinergia con specialità nutrizionali appartenenti ad altre categorie di prodotto. L’effetto di questa sinergia è un risparmio in termini di minori quantitativi impiegati (acqua e fertilizzante). L’inserimento degli stessi biostimolanti all’interno dei piani di nutrizione consente, non di rado, di ridurre di oltre il 30 % il quantitativo di fertilizzante convenzionale generando quindi un risparmio per l’agricoltore in termini di minori costi.

Questo grazie all’incremento di efficienza nutrizionale conferita dai biostimolanti che consente di realizzare anche maggiore rendimento delle rese.

Risultati simili sono ormai alla portata di tutti ma ottenerli implica un’ evoluzione nell’ottica del “ho fatto sempre così”.


CEREALI AUTUNNO VERNINI: SOSTEGNO SIN DALLE PRIMISSIME FASI ATTRAVERSO LA CONCIMAZIONE LOCALIZZATA.

In cosa consiste la concimazione localizzata alla semina?

La concimazione (localizzata) di fondo dei cereali autunno vernini rappresenta una tecnica agronomica fondamentale per garantire sin dalle prime fasi un corretto e sufficiente apporto di azoto, fosforo, potassio, oltre ai micro e meso elementi necessari per l’emergenza e lo sviluppo della coltura.

Impostare un piano di concimazione per queste colture rappresenta però un’operazione in cui è molto facile incorrere in errori: prima di procedere alla distribuzione occorre infatti tenere conto di una serie di parametri ben precisi, come ad esempio quello di stabilire la tipologia di fertilizzante da impiegare, calcolare le quantità di unità fertilizzanti occorrenti alla coltura per completare il ciclo, oltre che l’identificazione della corretta epoca di distribuzione.

Questi aspetti non sono solo gli unici a caratterizzare l’andamento produttivo e qualitativo della coltura, l’agricoltore infatti deve ormai considerare necessariamente anche la pressione esercitata dagli stress di tipo ambientale, eventi ormai sempre più frequenti che potrebbero mettere facilmente in pericolo la redditività delle colture.

In questo contesto diventa quindi necessario modificare le tecniche colturali inserendo prodotti più specializzati, in grado di fornire all’agricoltore rese migliori e di qualità con un contenimento dei costi di produzione.

Grano effetto starter concimazione localizzata alla semina

In che modo permette di incrementare la redditività della coltura?

Cifo crede nella potenzialità di questo mercato ricordando sempre che il frumento rappresenta una tra le prime colture dell’annata agraria in grado di fornire reddito all’agricoltore, consentendogli di recuperare le anticipate spese di coltivazione.

La semina dei cereali può essere effettuata nelle migliori condizioni, ma se la pianta non dispone degli elementi nutritivi opportuni nelle primissime fasi di sviluppo, il suo potenziale produttivo ne può risentire sensibilmente.

La concimazione localizzata a contatto con il seme, grazie alla vicinanza dei nutrienti alle radici, offre indubbi vantaggi sia in termini economici, grazie all’unico passaggio e ai bassi dosaggi di concime, sia in termini agronomici, dato che l’effetto starter riduce di molto lo stress della pianta conferendo una maggiore resistenza alle avversità climatiche, una migliore resa e una superiore qualità della produzione.

concimazione localizzata alla semina concimazione localizzata alla semina
Migliore qualità e produzione Migliore radicazione e accestimento
concimazione localizzata alla semina concimazione localizzata alla semina
Riduzione dell’allettamento Migliore effetto “starter”

La linea Grinver

I prodotti della linea Grinver rappresentano una soluzione ideale ed a basso impatto per la concimazione localizzata alla semina.

Essi infatti grazie alla loro elevata efficienza e purezza dei componenti permettono un impiego a bassi dosaggi, con notevoli riflessi positivi dal punto di vista economico ed ambientale.

Visti gli ottimi risultati in campo, Cifo ha investito in ricerca progettando un nuovo formulato in grado di trovare impiego anche negli ambienti più difficili o scarsamente fertili.

Il frutto di questa ricerca oggi è rappresentato dalla linea Grinver che si completa grazie al nuovo formulato Grinver 53 NP, oltre al già collaudato prodotto Grinver 49 P

Grinver 49 P è un concime appositamente progettato per la localizzazione alla semina attraverso una granulometria e peso specifico che gli consentono di poter essere messo a diretto contatto con il seme e le radici per garantire così il massimo effetto starter.

concimazione localizzata alla semina su grano concimazione localizzata alla semina su grano
Grinver 49 P miscelato alla semente Grinver 49 P a contatto con il seme

Il formulato può essere così miscelato direttamente alla semente tramite mescolamento o stratificazione, assicurando comunque un’elevata omogeneità di distribuzione.

Interamente derivato da una matrice organica di origine naturale, Grinver 53 NP contiene fosforo completamente assimilabile che, grazie ad uno specifico processo produttivo, non contiene fluoro o metalli pesanti, elementi inquinanti spesso contenuti nei normali perfosfati minerali.

Grinver 53 NP è un formulato di ultima generazione che condivide le stesse caratteristiche della linea, ovvero una base di perfosfato d’ossa con un peso specifico uguale al seme di grano, a cui si sommano però le componenti di azoto prontamente disponibile, acidi umici e fulvici che migliorano l’assimilazione degli elementi nutritivi e stimolano l’attività dei microrganismi del terreno.

In questo modo si migliora l’efficacia del concime con particolare riferimento al fosforo evitando la retrogradazione

La componente fosfatica a pronto effetto, pari al 15% del totale, favorisce una rapida crescita delle piantine proprio grazie all’effetto Starter, mentre la frazione a rilascio graduale, che ammonta al 10%, fornisce energia per dare un pieno supporto nutrizionale lungo tutto il ciclo colturale, migliorando il livello produttivo finale della coltura.

Le sue componenti permettono una quantità di utilizzo limitato tra i 40 e 60 kg/ha localizzandolo a contatto con il seme; di conseguenza possiamo dire che Grinver 53 NP è un prodotto a basso impatto ambientale; permette di eseguire in un unico passaggio semina e concimazione.

Rispetto ai concimi tradizionali la quantità distribuita per ettaro permette spazi di stoccaggio molto limitati e le sue componenti hanno la capacità di avere una frazione pronta e una a “lento rilascio” utile per avere un buon accestimento per produzioni di quantità e qualità.

concimazione localizzata alla semina

La concimazione localizzata alla semina di cereali biologici

In agricoltura biologica, TOP N è il prodotto innovativo per stimolare la partenza e la crescita delle piante contribuendo ad aumentare le proteine nei grani.

✔️ Crea un ambiente ideale per lo sviluppo delle radici grazie al complesso APR
✔️ Aumenta attività microbica del terreno
✔️ Crea un perfetto equilibrio suolo – pianta
✔️ Forma un reticolo con la capacità di trattenere acqua
✔️ Migliora disponibilità e assorbimento degli elementi nutritivi
✔️ Dalle esperienze fatte risulta essere il prodotto ideale per l’agricoltura biologica
concimazione localizzata alla semina su grano concimazione localizzata alla semina su grano
APR Attivatore Proteico della Rizosfera Rizosfera

Caratteristica del prodotto è l’innovativo complesso APR (Attivatore Proteico della Rizosfera) che svolge una triplice azione:

✔️ Nel SUOLO favorisce l’attività dei microorganismi utili alle piante migliorando la fertilità
✔️ Sulle RADICI stimola lo sviluppo delle radichette assorbenti
✔️ Complessa gli ELEMENTI NUTRITIVI rendendoli più disponibili a livello radicale.

Grazie alle sue caratteristiche, TOP N è il concime ideale per le concimazioni localizzate dei cereali autunno vernini.


Coltivare la qualità: le specialità nutrizionali CIFO per ortaggi da bulbo competitivi

Le regole del mercato: qualità, uniformità e resistenza

Le industrie e la grande distribuzione richiedono agli agricoltori produzioni sempre più standardizzate dal punto di vista qualitativo, in particolare ai produttori di orticole da bulbo sono richieste produzioni caratterizzate da alta uniformità di calibro e alto grado di consistenza al momento della raccolta meccanizzata.

Per raggiungere questi obiettivi e quindi necessario predisporre le basi nutrizionali affinché la pianta compia il suo regolare ciclo di crescita senza incorrere in fattori di stress e al contempo arrivare alla data di raccolta con bulbi sani ed esenti la difetti.
In quest’ottica, Cifo propone soluzioni ad alta efficacia per ottimizzare qualità e resistenza fin dalla fase iniziale.

orticole da bulbo orticole da bulbo

Strategie nutrizionali per una resa ottimale.

Un fattore determinante nella gestione delle colture da bulbo è il mantenimento dell’integrità strutturale e fisiologica del prodotto, una buona consistenza dei tessuti vegetali contribuisce a prolungare la shelf-life, riducendo il rischio di fessurazioni che potrebbero favorire la disidratazione e l’insediamento di fitopatogeni.

Per rispondere a queste esigenze, Cifo ha sviluppato Sinergon PLUS, che rappresenta un supporto essenziale per la gestione degli stress abiotici e fisiologici, questo formulato liquido per applicazioni fogliari incrementa la capacità di risposta della pianta agli stress ambientali, migliorando l’efficienza dei trattamenti e facilitando la ripresa vegetativa in condizioni di sbalzi termici e stress idrico.
Sinergon PLUS fornisce azoto organico altamente assimilabile e una matrice organica purificata (acido glutammico, cisteina, serina, prolina, glicina), questi composti favoriscono i processi biosintetici della pianta, migliorando la sintesi proteica e potenziando le difese metaboliche nei momenti di maggiore vulnerabilità.

Inoltre, la presenza di magnesio e ferro in Sinergon PLUS stimola la sintesi della clorofilla e ottimizza l’attività fotosintetica, incrementando il vigore vegetativo e la capacità produttiva delle colture.

A fianco di Sinergon PLUS, Cifo propone Calcisan Green, un biostimolante a base di calcio e magnesio, arricchito con estratti purificati di Macrocystis integrifolia, che migliora la mobilità del calcio all’interno dei tessuti vegetali, potenziando l’elasticità delle membrane cellulari e riducendo la suscettibilità a fenomeni di cracking della buccia e della polpa, anche in varietà caratterizzate da elevata sensibilità.

calcisan green + sinergon plus

Innovazione e sostenibilità per il futuro dell’agricoltura.

In un contesto agricolo sempre più orientato all’efficienza produttiva e alla qualità standardizzata, l’adozione di strategie nutrizionali mirate rappresenta un elemento chiave per il successo delle coltivazioni da bulbo.

Con i prodotti Cifo, si costruisce un’agricoltura più performante, sostenibile e redditizia.

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COME MIGLIORARE LA CONSISTENZA E LA CONSERVABILITÀ DELLE PRODUZIONI

Limitare i fattori di stress ambientale e gli effetti negativi degli sbalzi climatici

La fioritura e l’allegagione sono i momenti decisivi, tra marzo e maggio, per lo sviluppo dei frutti sulle piante.

In questa fase è importante mantenere l’equilibrio nutrizionale e idrico delle colture, cercando di limitare al massimo i fattori di disturbo esterni come ad esempio i ritorni di freddo, che possono compromettere i raccolti sia come quantità ma soprattutto come qualità: calibri, forme e colorazioni non conformi agli standard richiesti non solo generano una riduzione di quotazione del raccolto, ma in molti casi non permettono di trovare sbocchi per la commercializzazione, e di conseguenza il reddito degli imprenditori agricoli viene compromesso.

Biostimolanti naturali, la soluzione ideale

I biostimolanti sono prodotti completamente naturali, ideali per contrastare gli effetti negativi del clima e dei fattori ambientali, aiutando le piante nelle fasi delicate, come fioritura, maturazione dei frutti e post raccolta.

Il dipartimento Ricerca e Sviluppo di Cifo ha messo a punto e testato in campo prodotti, altamente innovativi, che riescono ad ampliare l’efficacia e contrastare i fattori abiotici.

Tra i prodotti che stanno incontrando maggiori apprezzamenti citiamo Macys BC 28, a base di Macrocystis Integrifolia, un’alga, dell’ordine delle Laminariali, che cresce nei mari incontaminati della West Coast canadese ed è ricca di sostanze biologicamente attive che influenzano positivamente la fisiologia delle piante.

Macrocystis Integrifolia, chiamata anche “foresta del mare” perché fornisce una grande percentuale di ossigeno, può arrivare a 30 metri di lunghezza, e risulta essere la pianta oceanica che cresce più velocemente. Raccolta a mano, viene poi lavorata con un metodo di produzione non invasivo, a basse temperature con l’obiettivo di mantenere intatti i costituenti naturali.

Processo produttivo Macrocystis Integrifolia

Macys BC 28 contiene il 100% di Macrocystis integrifolia ed è un bioattivatore della crescita ricco di ormoni naturali (auxine), amminoacidi e polisaccaridi (acido alginico, laminarine, ecc..). Questi composti attivi regolano lo sviluppo delle cellule, favorendo la crescita dei tessuti e grazie alla loro combinazione, aumentano la resistenza allo stress, stimolano il radicamento e il supporto alla fioritura delle piante da frutto, oltre a contribuire ad uno sviluppo dei frutti uniforme, migliorandone la pezzatura. Se distribuito poco prima della fioritura, aumenta la fertilità dei fiori, migliora l’allegagione e contribuisce a far crescere omogeneamente i frutti.

L’utilizzo combinato di Macys BC 28 e Calcisan Green

Per esaltare ulteriormente questo effetto, si consiglia di abbinare Macys BC 28 al prodotto Calcisan Green, prodotto che contiene Calcio e Magnesio nella giusta proporzione indispensabili alle piante.

Calcisan Green di Cifo è un formulato in grado di risolvere con efficacia le problematiche legate alle fisiopatie dovute alla carenza di Calcio e Magnesio.

I due mesoelementi sono “complessati” da specifici polisaccaridi (alginati) contenuti naturalmente negli estratti di alga Macrocystis Integrifolia; ciò consente un migliore assorbimento e traslocazione dei nutritivi all’interno dei tessuti vegetali, conferendo al formulato un’elevata efficienza nutritiva. Inoltre, il contenuto di vitamina D, presente nel Calcisan Green, favorisce l’assorbimento del Calcio che insieme al Boro gioca un ruolo fondamentale nel legare i componenti strutturali della parete cellulare. Oltre a prevenire le principali fisiopatie, Calcisan Green conferisce alla buccia dei frutti una maggiore resistenza allo spacco e incrementa la croccantezza degli ortaggi da foglia.

Migliora la conservabilità e la resistenza alle manipolazioni nel post-raccolta, aumentando la shelf life dei prodotti.

Il Calcio è un elemento nutritivo che, se ben presente nei frutti alla giusta concentrazione, ne assicura la conservabilità e qualità nel tempo; nelle foglie e nel fusto un buon contenuto di Calcio conferisce una maggiore resistenza meccanica alle cellule ed ai tessuti, e di conseguenza garantisce una minore suscettibilità alle lesioni di natura biotica o abiotica.

In particolare è stato evidenziato che l’irrobustimento delle pareti cellulari con il Calcio rende gli organi più resistenti alle aggressioni di funghi e batteri.

Per avere gli effetti migliori, si consiglia di intervenire con una miscela di Macys BC 28 e Calcisan Green già a partire dalle fasi di pre fioritura, intensificando gli interventi da post allegagione, da ripetersi almeno 2 – 3 volte, alle dosi di 2 L/ha di Macys BC 28 insieme a 4 L/ha di Calcisan Green.


Concimazione post vendemmia: finire bene per ripartire meglio.

La stagione vitivinicola non termina con la vendemmia.

Negli ultimi anni, sempre più viticoltori concordano nel riconoscere l’importanza agronomica della concimazione post vendemmia, questo perché l’obiettivo da raggiungere rimane quello di ricostituire le riserve nutritive delle piante al termine del loro ciclo di produzione.

In passato, il periodo che segue la vendemmia spesso coincideva con il momento in cui gli agricoltori mettevano le loro attrezzature in rimessa per l’inverno, pensando che le viti stessero entrando in una fase di riposo vegetativo e non avessero bisogno di ulteriori apporti nutrizionali.

Oggi, questa convinzione è stata completamente smentita poiché è ormai evidente che le piante continuano a crescere fino all’arrivo delle temperature invernali (al di sotto di circa 10°C).

Inoltre, nel corso degli anni, gli impianti sono diventati sempre più produttivi e con cicli di crescita più lunghi. In molte situazioni, questo intenso ciclo di produzione può esaurire le risorse nutritive delle stesse piante, che andranno così in contro ad una carenza di nutrienti.

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Perché è importante la concimazione post vendemmia?

Tra la fine della vendemmia e la caduta delle foglie, il terreno spesso si trova nelle condizioni ideali di temperatura e umidità, molte varietà continuano a svolgere la fotosintesi in questo periodo e questo aspetto è fondamentale per comprendere che la pianta può potenzialmente continuare ad assorbire i nutrienti anche in questa finestra temporale per riallocarli nei tessuti, dove verranno stoccati fino alla primavera successiva.

In breve, la concimazione post raccolta è importante per reintegrare gli elementi nutritivi utilizzati durante la stagione produttiva in modo da soddisfare le esigenze nutritive delle viti fino alla successiva primavera.

Cosa accade durante l’inverno.

Durante l’inverno, le funzioni vegetative delle piante si riducono al minimo, entrando in uno stato di dormienza apparente, in questa fase, i nutrienti si accumulano nelle parti perenni (come rami e gemme) mentre i materiali superflui si disperdono concentrandosi nelle foglie in procinto di cadere.

Vantaggi della concimazione autunnale per le viti.

L’utilizzo di formulati speciali, preceduto da attività di sperimentazione in campo è divenuto un protocollo consolidato per la concimazione autunnale delle viti.

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Frazionamento delle unità fertilizzanti nel corso della stagione

I risultati ottenuti dimostrano una maggiore resistenza delle viti al freddo invernale, un migliore equilibrio vegetativo e produttivo, un aumento della fertilità delle gemme, una maggiore produzione e una riduzione dell’alternanza produttiva, il che è fondamentale per mantenere alta la redditività del vigneto.

È importante notare che le concimazioni autunnali post vendemmia e primaverili sono complementari e dovrebbero essere parte di un piano di concimazione aziendale specifico per le viti, rispettando le asportazioni e le unità fertilizzanti previste annualmente.

Le soluzioni consigliate da Cifo.

Per la distribuzione al terreno, i prodotti consigliati in vigneto sono TOP N e TOP NPK 7-5-14, appartenenti alla Linea TOP, entrambi formulati in forma pellettata ad azione biostimolante utilizzabili anche in agricoltura biologica, entrambi garantiscono alta efficienza nutrizionale, incremento della fertilità biologica del suolo, basso impatto ambientale.

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I prodotti del protocollo di concimazione post vendemmia

Per l’applicazione fogliare sulle viti, Cifo consiglia l’utilizzo combinato del concentrato puro di alga Macrocystis Integrifolia Macys BC 28 e di BZ Fast, che apporta Boro e Zinco altamente assimilabili, questa combinazione utilizzabile in agricoltura biologica aiuta a ripristinare le riserve nutritive naturali delle viti e le prepara per una ripresa vegetativa ottimale nella primavera successiva.

Mettendo a riposo le viti ben nutrite, possiamo assicurare che lavorino al meglio al ritorno della stagione vegetativa, garantendo una produzione di uva sana e abbondante, e di conseguenza, un vino di alta qualità.

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EVENTI CLIMATICI ESTREMI, LA SOLUZIONE PER PRODURRE IN CONDIZIONI DIFFICILI

Tra le tante variabili che interagiscono con il regolare sviluppo delle produzioni e influenzano la qualità del raccolto finale, quelle riconducibili agli eventi climatici estremi rappresentano, per l’agricoltore, l’aspetto più preoccupante della gestione quotidiana delle colture.

Bombe d’acqua, vento, grandinate, riduzione di temperatura repentina, sono fenomeni sempre più frequenti nelle nostre campagne e spesso impediscono il raggiungimento di produzioni soddisfacenti causando ingenti danni economici. Altrettanto frequentemente assistiamo a periodi di siccità, intervallati da forti temporali oppure a sbalzi di temperatura estremi, come accaduto a maggio 2019, ricordato per le temperature insolitamente basse.

Le migliori risposte, per proteggere le produzioni agricole da questi fenomeni improvvisi, vengono fornite dagli studi di biochimica e fisiologia delle piante, che ci hanno svelato i meccanismi naturali di reazione delle piante e hanno permesso alle imprese di mettere a punto soluzioni tecniche ideali per sostenere le colture.

La linea Sinergon

I biostimolanti della linea Sinergon, sono particolarmente indicati per fornire, alle piante, il supporto adeguato in previsione oppure a seguito di eventi climatici estremi.

Tutti i prodotti della linea sono ottenuti attraverso un procedimento industriale innovativo, grazie al quale si ottengono, con un processo totale di idrolisi enzimatica, amminoacidi e piccoli polipeptidi; il processo di idrolisi ha la peculiarità di produrre piccole catene peptidiche e amminoacidi levogiri, utilissime per stimolare fisiologicamente la pianta in maniera diretta.

I prodotti della linea Sinergon hanno un’altissima efficienza biostimolante, aiutano la pianta a utilizzare al meglio gli elementi nutritivi e possiedono due funzioni basilari, biostimolante e antistress.

La funzione biostimolante si ottiene attivando dei geni specifici nella pianta, i quali potenziano le funzioni fisiologiche utili per produrre al meglio, anche in condizioni difficili e non ottimali.

La funzione antistress, si ottiene attraverso l’apporto di energia, che la pianta utilizza ad esempio, nell’aumento di turgore cellulare. Utilizzato quindi in maniera preventiva, la pianta si trova preparata nell’affrontare situazioni difficili.

Sinergon BIO

Sinergon BIO un biostimolante fogliare liquido utilizzabile anche in agricoltura biologica. La sua funzione è quella di stimolare la pianta durante tutto il ciclo colturale, in modo particolare lo sviluppo della pianta e la pezzatura dei frutti. Di conseguenza migliora lo sviluppo dei germogli, lo sviluppo dei frutti e migliora l’accrescimento ed uniformità di frutta e ortaggi.

SINERGON PLUS

Sinergon Plus è una specialità fogliare in formulazione liquida, che grazie alle sue componenti svolge diverse funzioni:

  • Antistress da sbalzi termici
  • Antistress da trattamenti erbicidi
  • Antistress da siccità
  • Antistress da sommersione radicale
  • Aumento di stay-green
  • Favorisce la formazione di amido
  • Migliora il quantitativo degli antociani nella frutta

Con il risveglio vegetativo e la ripresa dei lavori in campo, i due formulati trovano largo impiego nel predisporre le piante allo sviluppo dei germogli, all’allegagione o nell’impiego durante le operazioni di gestione delle malerbe (ad esempio nei cereali), supportando le piante durante le varie fasi delicate di sviluppo e valorizzando l’investimento dell’agricoltore.

 

 


FENOMENI CLIMATICI ESTREMI: DALLE ALGHE UN AIUTO INDISPENSABILE

É ormai consuetudine, perlomeno negli ultimi anni, che la stagione primaverile sia caratterizzata da anomalie climatiche importanti come sbalzi termici e ritorni di freddo; quest’anno, viste le premesse dell’inverno appena concluso caratterizzato da scarse piogge e temperature non rigide, si prevede una partenza lenta e non uniforme delle gemme anche a seguito degli stress ai quali le piante sono state sottoposte.

In casi come questo, è fondamentale intervenire per aumentare la resistenza agli stress fisiologici e ambientali (come ritorni di freddo primaverili, alte temperature, siccità, salinità eccessiva e squilibri idrico-nutrizionali) e al tempo stesso stimolare la crescita delle piante, incrementando l’assorbimento e la traslocazione dei nutritivi nei tessuti vegetali (azione “carrier”).

Macys Bc 28, biostimolante di origine interamente vegetale, rappresenta la soluzione ideale per migliorare qualità e quantità dei raccolti, inoltre, il processo di lavorazione, brevettato, dell’estratto puro di alga bruna, risulta particolarmente efficace anche in agricoltura biologica.

Processo produttivo Macrocystis Integrifolia

Macys BC 28 è composto al 100% da estratto puro di Macrocystis Integrifolia, un’alga bruna tipica delle fredde e incontaminate coste canadesi, ricca di vitamina E e polisaccaridi (laminarine, alginati), raccolta a mano e successivamente lavorata con un processo, esclusivamente meccanico e a bassa temperatura, che consente di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti.

Grazie alla presenza di sostanze biopromotrici ad azione biostimolante, contribuisce a ottenere calibri, forme e colorazione dei frutti conformi agli standard richiesti dal mercato sempre più esigente.

Nei mesi di marzo – aprile, sulle piante da frutto, vite, olivo e kiwi l’applicazione di Macys BC 28, in associazione con Ert 23 Plus è particolarmente consigliata per garantire una buona fioritura e un’ottima allegagione per ottimi raccolti.


Fioriture a rischio per pomacee e drupacee: gli interventi nutrizionali salva resa

L’instabilità del clima.

In molte regioni italiane anche quest’anno l’inverno sembra aver ceduto il passo alla primavera in maniera piuttosto precoce.

Complici le miti temperature di febbraio e gli inverni sempre più ridotti a causa del più grande fenomeno del cambiamento climatico, molte coltivazioni di pomacee e drupacee quali albicocche e nettarine hanno ormai intrapreso la fase di risveglio vegetativo con un anticipo di almeno 10 giorni rispetto ai dati storici.

Se il periodo dovesse seguire il trend degli ultimi anni, dalle prossime settimane i termometri potrebbero scendere nuovamente al di sotto dei 5 °C e con molta probabilità, sarà necessario intervenire per evitare gravi danni in campo.

Fioriture-a-rischio

Quali sono i danni provocati dalle gelate su queste specie?

Per le piante da frutto si va dalla necrosi delle gemme al distacco del peduncolo e del ricettacolo fiorale, segue poi la necrosi e quindi la morte dei pistilli e dell’ovario con serie conseguenza per la produzione.

I rapporti causa-effetto alla base.

Prima di effettuare qualsiasi intervento occorre comprendere quali siano i meccanismi fisiologici, interni ed esterni alla pianta, in grado di interferire negativamente con il lo sviluppo degli organi produttivi dell’anno.

In generale, una volta compiuta e superata senza intoppi la fase di risveglio vegetativo, il metabolismo della pianta procede verso una fase di cambiamenti all’interno delle gemme che prende il nome di induzione a fiore.

Durante le prime fasi di questo processo, l’induzione a fiore è detta “reversibile”.

Ciò vuol dire che, se le condizioni ambientali non sono favorevoli, ad esempio a causa di sbalzi termici tipici di questo periodo o squilibri nutrizionali, l’assetto ormonale della pianta può mutare velocemente, determinando per le gemme un’interruzione dell’induzione a fiore ed una contemporanea inversione verso lo sviluppo vegetativo delle stesse.

Se invece tale inversione ha luogo in uno stadio avanzato, le gemme stesse rischiano invece di abortire, con ripercussioni negative sull’omogeneità di allegagione.

Da quale periodo è possibile intervenire?

In genere, è importante sapere che la formazione delle gemme a fiore di un albero, da cui poi si formano i frutti, avviene nell’anno precedente rispetto a quello in cui osserviamo la fioritura e la produzione dei frutti.

Per questo motivo è fondamentale garantire un corretto apporto nutrizionale anche durante la fase del post raccolta, proprio per evitare il rischio che le gelate tardive possano non solo di rovinare i fiori dell’anno, ma anche la formazione delle gemme fiorali della stagione successiva.

A questo riguardo si rimanda all’articolo: l’importanza dei fertilizzanti nel periodo autunnale

Quali sono i vantaggi derivanti dall’impiego delle specialità nutrizionali Cifo?

Come appena accennato, al fine di ottimizzare e portare a compimento la successiva fruttificazione è necessario attenuare tutte le influenze esterne sulla pianta.

La caratteristica dell’ormai consolidato protocollo di campo Cifo è quella di ottenere:

  • Mitigazione degli stress termici;
  • Uniformità di germogliamento;
  • Uniformità di fioritura;
  • Uniformità d’allegagione;
  • Uniformità di sviluppo e maturazione frutti
Fioriture-a-rischio

 

In queste circostanze il supporto di prodotti biostimolanti è quindi indispensabile, sia per sopportare che per conservare l’equilibrio fisiologico degli impianti.

La proposta Cifo prevede quindi l’impiego di due specialità nutrizionali: Macys BC 28 ed Ert 23 Plus

Macys BC 28 un concentrato puro di alga Macrocistys integrifolia, riconosciuto dalla legge 75/2010 come prodotto ad azione biostimolante.

Un’alga unica nel suo genere, esclusiva di Cifo, raccolta e lavorata con un processo meccanico a bassa temperatura che consente di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti nella matrice algale.

A differenza delle altre varietà di alghe, la Macrocistys integrifolia cresce in un ambiente e in condizioni estreme che ne determinano le sue elevate proprietà nutrizionali: ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, tutte sostanze utili alle piante per incrementare i livelli produttivi e per permettere alle stesse di sopportare e superare velocemente gli stress ambientali quali ad esempio ritorni di freddo, squilibri idrici e nutrizionali.

I regolatori di crescita naturali contenuti, che danno un supporto ulteriore durante le prime fasi di formazione dei fiori e dei frutti, in quanto grazie all’azione ormon-like permette alla pianta un aumento di allegagione e pezzatura dei frutti.

Ert 23 Plus è ottenuto tramite un processo produttivo ad elevato livello tecnologico che attiva la frazione minerale con matrici organiche di qualità.

Viene applicato per via fogliare da rottura gemme, fino a caduta petali.

Le applicazioni consentono di uniformare germogliamento e fioritura, a supporto di un corretto sviluppo degli organi fiorali (maschili e femminili) che porta al potenziamento dei processi di allegagione dei frutti.

Ert 23 Plus è inoltre ricco di Triptofano levogiro attivato, precursore auxinico naturale che rispetta totalmente la fisiologia naturale della pianta.


Gelate su kiwi: Gli interventi nutrizionali salva resa

L’instabilità del clima.

In molte regioni anche quest’anno l’inverno sembra aver ceduto il passo alla primavera in maniera piuttosto precoce.

Complici le miti temperature di febbraio e gli inverni sempre più ridotti a causa del più grande fenomeno del cambiamento climatico, molte coltivazioni di kiwi hanno ormai intrapreso la fase di risveglio vegetativo con un anticipo di almeno 10 giorni rispetto ai dati storici.

Se il periodo dovesse seguire il trend degli ultimi anni, dai prossimi giorni i termometri potrebbero scendere nuovamente al di sotto dei 5 °C e con molta probabilità, sarà necessario intervenire per evitare gravi danni in campo.

Quali sono i danni provocati dalle gelate?

Le piante di kiwi normalmente risultano tolleranti al freddo ma, specie dopo periodi con temperature miti, anche un breve sbalzo termico può decisamente portare ad una compromissione cellulare con danni che si manifestano sottoforma di necrosi delle gemme e bruciatura dei giovani germogli.

ritorni di freddo su actinidia ritorni di freddo su actinidia

In generale, quando la temperatura scende rapidamente al di sotto di 0°C, si verifica un congelamento dell’acqua intracellulare ed extracellulare della pianta.

Il congelamento nelle cellule vegetali provoca un aumento di volume dell’acqua contenuta al loro interno, determinando l’esplosione delle cellule vegetali.

Questo determina la morte delle cellule vegetali e danni fisiologici irreversibili alla pianta, anche piccole cellule danneggiate dal gelo riducono la superficie della pianta disponibile per la fotosintesi, il che limita la crescita delle piante, riducendo in ultima analisi la resa del raccolto e i rendimenti del frutteto.

Preparare la pianta all’arrivo dell’inverno.

Durante la fase di riposo vegetativo la pianta in realtà è tutt’altro che in dormienza, essa mantiene attivo il suo metabolismo continuando ad assorbire nutrimento fino a quando la temperatura media del suolo rimane sopra 6-7 °C.

ritorni di freddo su actinidia ritorni di freddo su actinidia

In questa fase immagazzina nutrimento che utilizzerà poi durante il risveglio primaverile, per questo motivo è fondamentale garantire un corretto apporto nutrizionale anche durante la fase del post raccolta.

A questo riguardo si rimanda all’articolo: l’importanza dei fertilizzanti nel periodo autunnale.

Quali sono i vantaggi derivanti dall’impiego delle specialità nutrizionali Cifo?

Come appena accennato, al fine di ottimizzare e portare a compimento la successiva fruttificazione delle piante di kiwi è necessario attenuare tutte le influenze esterne sulla pianta.

La caratteristica dell’ormai consolidato protocollo di campo Cifo è quella di ottenere:

✔️ Mitigazione degli stress termici
✔️ Uniformità di germogliamento
✔️ Uniformità di fioritura
✔️ Uniformità d’allegagione
✔️ Uniformità di sviluppo e maturazione frutti

In queste circostanze il supporto di prodotti biostimolanti è quindi indispensabile, sia per sopportare che per conservare l’equilibrio fisiologico degli impianti.

La proposta Cifo prevede quindi l’impiego di due specialità nutrizionali utilizzate in sinergia: Macys BC 28 e Sinergon Plus, impiegate rispettivamente alla dose di 2L/ha.

Macys BC 28 è un concentrato puro di alga Macrocistys integrifolia, riconosciuto dalla legge 75/2010 come prodotto ad azione biostimolante, un’alga unica nel suo genere, esclusiva di Cifo, raccolta e lavorata con un processo meccanico a bassa temperatura che consente di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti nella matrice algale.

ritorni di freddo in viticoltura
Sinergon Plus e Macys BC 28

A differenza delle altre varietà di alghe, la Macrocistys integrifolia cresce in un ambiente e in condizioni estreme che ne determinano le sue elevate proprietà nutrizionali: ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, tutte sostanze utili a fornire alle piante di kiwi tutti i fitocomplessi necessari per incrementare i livelli produttivi e superare velocemente gli stress ambientali quali ad esempio ritorni di freddo.

Sinergon Plus rappresenta la sinergia perfetta per Macys BC 28, questo formulato è ottenuto tramite un processo produttivo ad elevato livello tecnologico che conferisce una spiccata capacità fitostimolante.

Permette di apportare alla coltura amminoacidi a basso peso molecolare in forma di oligopeptidi quali acido glutammico, cisteina, prolina e glicina, tutti derivanti da processi di idrolisi enzimatica e molto utili a sostenere la sintesi proteica ed il metabolismo durante periodi di intenso stress fisiologico.

Per coltivare l’actinidia servono passione, impegno e sacrificio, guarda la storia dell’azienda agricola Miscio di Sermoneta a Latina

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Gestire al meglio il risveglio vegetativo in vigneto

Primavera in vigneto: la nutrizione è la chiave per gestire al meglio il risveglio vegetativo.

Nonostante il trend climatico sempre più mutevole degli ultimi anni, che ha reso gli inverni meno rigidi, con temperature miti che non soddisfano del tutto le ore di freddo necessarie alla giusta preparazione delle gemme, ci troviamo ancora una volta in una fase cruciale per la vite.

Le temperature medie che superano i 10°C segnano l’inizio di una rapida e vigorosa ripresa dell’attività linfatica della pianta, con conseguenti mutazioni nella sua fisiologia che portano all’emissione del cosiddetto “pianto” della vite.

Questo momento, sebbene possa apparire quasi evocativo, è di estrema importanza dal punto di vista agronomico, si tratta infatti del momento di riprendere il lavoro avviato durante la post-raccolta, quando gli interventi erano focalizzati sul nutrimento delle gemme e sull’accumulo di sostanze di riserva, questo assicura che le piante arrivino a questo punto con le giuste dotazioni nutritive.

Tuttavia, per garantire una risposta vegetativa uniforme alla ripresa e per mobilitare efficacemente le sostanze di riserva accumulate, è essenziale considerare sia la concimazione autunnale che quella primaverile come complementari. È importante progettarle insieme per non eccedere le unità fertilizzanti previste dal piano di concimazione aziendale.

Durante questa fase, gli interventi nutrizionali devono mirare a garantire una ripartenza uniforme, una migliore rimobilitazione delle sostanze di riserva, una fioritura omogenea e una buona protezione dalle eventuali gelate tardive.

Quali sono le reali necessità nutrizionali durante questa fase?

Durante la fase del “pianto” gli interventi nutrizionali contribuiscono a raggiungere target agronomici quali:

✔️ Uniformità della risposta vegetativa alla ripartenza.
✔️ Migliore rimobilitazione delle sostanze di riserva accumulate quali zuccheri, amminoacidi, ecc.
✔️ Fioritura omogenea e buona allegagione.
✔️ Protezione dell’impianto da eventuali ritorni di freddo o gelate tardive.

Proprio per questi motivi è fondamentale considerare la concimazione autunnale e quella primaverile come complementari e dunque progettarle insieme per non eccedere le unità fertilizzanti previste annualmente dal piano di concimazione aziendale.

Gli interventi consigliati.

Subito dopo il “pianto” è ormai consolidato il protocollo che prevede l’impiego in sinergia per via fogliare delle specialità di casa Cifo: SinerVEG e Calcisan Green, l’intervento è mirato al conseguimento di target quali:

✔️ Stimola la formazione e lo sviluppo dei peli radicali.
✔️ Una migliore lignificazione dei tralci.
✔️ Una buona uniformità di germogliamento.

SinerVEG è un biostimolante di origine naturale consentito in agricoltura biologica e impiegato per via fogliare, ottenuto tramite uno speciale processo industriale che permette di garantire la naturale integrità funzionale degli estratti lignocellulosici di cui è costituito.

Il prodotto è stato formulato con lo scopo di fornire una forte spinta al metabolismo della pianta permettendo di mantenere la massima efficienza fogliare e metabolica.

Calcisan Green è una specialità utilizzata per via fogliare costituita da calcio, magnesio e Macrocystis integrifolia, un’alga gigante che rende il formulato estremamente attivo e performante, oltre ad apportare specifici nutrienti, è in grado di “complessare” naturalmente i mesoelementi di cui è arricchito attraverso specifici polisaccaridi (alginati) contenuti.

Questa particolare caratteristica consente un migliore assorbimento e traslocazione dei nutritivi all’interno dei tessuti vegetali favorendo la sintesi delle protopectine cellulari, costituenti basilari delle lamelle mediane nelle pareti delle cellule.

Queste le dosi consigliate:

Prodotto Dose Applicazione
SinerVEG 3 L/ha Fogliare
Calcisan Green 5 L/ha Fogliare

E in caso di eventuali ritorni di freddo?

Dalla fase di “grappoli separati” gli interventi sono orientati ad incrementare la resistenza delle piante alle basse temperature, ritorni di freddo improvvisi, a favorire il regolare sviluppo dei grappoli e dei bottoni fiorali.

La specialità ideale da impiegare in queste fasi fino all’allegagione è Macys BC 28, un vero e proprio “succo” costituito al 100% dall’alga gigante Macrocystis Integrifolia, la cui caratteristica distintiva è caratterizzata proprio dal metodo di estrazione conservativo e dalla varietà delle componenti contenute: promotori di crescita naturali, betaine, laminarine, acido alginico, vitamine e nutrienti minerali mantengono intatte tutte le caratteristiche e le concentrazioni della materia prima di partenza.

Proprio per tali caratteristiche il prodotto garantisce un equilibrio nella risposta sia a livello radicale che a livello della vegetazione epigea.

Prodotto Dose Applicazione
Macys BC 28 2-4 L/ha Radicale/fogliare

Il contributo dei biostimolanti in orticoltura

Salvaguardare la salute del suolo e promuovere lo sviluppo delle piantine.

Uno degli aspetti più importanti ed in apparenza meno evidenti nella gestione nutrizionale delle specie orticole riguarda il potenziamento della naturale fertilità dei suoli.

Il miglioramento delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche dei suoli può avvenire solamente attraverso azioni mirate all’incremento dell’attività microbica, all’ampliamento del volume di suolo esplorato dalle radici ed al miglioramento della capacità di scambio all’interno della rizosfera.

I fattori critici.

Tutti questi fattori si pongono in netto contrasto con quelli che sono invece i problemi più frequenti ed evidenti per chi oggi si trova a coltivare ortaggi, ovvero:

  • Declino progressivo delle caratteristiche chimiche dei suoli;
  • Perdita di struttura;
  • Attività radicale in stato d’inerzia;
  • Stentata o assente attività biologica nel terreno.

Sono proprio questi i problemi che rappresentano le maggiori cause di partenze difficoltose per le colture, per le quali i soli interventi con concimi tradizionali risultano poco efficaci se non deleteri.

Il-contributo-dei-biostimolanti-in-orticoltura

 

Soprattutto nei mesi a venire, a queste cause si potranno sommare anche fattori di stress quali nevicate, gelate notturne, cali repentini di temperatura e presenza di suoli freddi; fattori che possono determinare cali, come nel recente caso che ha coinvolto le produzioni campane e pugliesi di zucchine e finocchi, che vanno dal 30 al 100% del raccolto, provocando gravi ripercussioni anche sull’assetto economico delle aziende colpite.

L’esperienza di Cifo

Per affrontare queste criticità, le soluzioni messe in campo da Cifo, in oltre 50 anni di ricerca e sperimentazione in campo a servizio della sostenibilità nel settore della nutrizione vegetale, prevedono l’impiego di tre specialità che lavorano in maniera complementare attraverso l’azione di acidi umici, acidi fulvici, amminoacidi di origine naturale e sostanze bioattive contenute nell’alga gigante Macrocystis integrifolia.

Le soluzioni

Cifoumic
Gli Acidi umici e fulvici contenuti all’interno di Cifoumic agiscono positivamente sulla fertilità del suolo ed esplicano un’azione biostimolante mirata a stimolare l’attività biologica nel terreno attraverso un potenziamento dell’attività dei microrganismi del suolo, ma non solo.

Usato in fertirrigazione alla dose di 4-6 Kg/ha permette alla pianta di incrementare lo sviluppo delle radichette assorbenti ed assorbire con migliore efficacia nutrienti quali fosfati, ferro, microelementi ecc., grazie ad un’azione complessante e protettiva.

Se impiegato in suoli in cui insistono condizioni difficili, quali ad esempio la presenza di xenobiotici o sostanze dannose (diserbanti, antibiotici, metalli pesanti ecc.) per piante e terreno, Cifoumic svolge anche un’azione “detossificante” e neutralizzante che permette di completare il ciclo delle colture anche su terreni in cui si praticano colture particolarmente intensive.

Il-contributo-dei-biostimolanti-in-orticoltura

Sinergon R
In tutti quelle situazioni in cui i suoli manifestano i caratteristici sintomi di carenza di sostanza organica, spiccata salinità o impoverimento della struttura, si rivela efficace l’impiego di Sinergon R.

Un bioattivatore dell’attività radicale completamente biologico caratterizzato dalla presenza di un complesso di amminoacidi di origine naturale derivante esclusivamente da processi di idrolisi enzimatica.

Permette di stimolare i processi fisiologici delle piante durante le diverse fasi fenologiche e, grazie alla speciale tecnologia con cui è formulato, agisce come catalizzatore ed attenuatore della salinità delle soluzioni nutritive in preparazione.

Durante le prove in campo si è mostrato efficacie anche per la riduzione dei dosaggi di prodotti fertirriganti impiegati portando alla massimizzazione delle unità fertilizzanti.

Inoltre, la speciale concentrazione di carbonio organico prontamente disponibile permette di porre rimedio in tutte quelle situazioni in cui l’impoverimento del suolo e l’assorbimento d’acqua rappresentano dei fattori limitanti per massimizzare la produttività delle colture.

La dose d’impiego prevista è pari a 10-20 L/ha, da impiegare tramite fertirrigazione attraverso 3-4 interventi da ripetere ogni 10-15 giorni.

Macys BC 28
Per scongiurare invece i rischi derivanti da gelate notturne, ritorni di freddo e sbalzi termici, Cifo consiglia l’impiego in applicazione fogliare della specialità Macys BC 28.

Un potente biostimolante impiegato in agricoltura biologica costituito al 100% dal succo concentrato dell’alga Macrocystis integrifolia, in grado di influenzare positivamente la fisiologia della pianta e predisporre le basi per superare tutti i momenti di stress del periodo, grazie alla presenza inalterata di tutte le numerose sostanze biologicamente attive contenute naturalmente all’interno dell’alga.

In questo caso la dose d’impiego è pari a 2-3 L/ha, da ripetere in più applicazioni durante il normale ciclo colturale.


IL RUOLO DI MAGNESIO E ZOLFO IN VITICOLTURA

Il magnesio e lo zolfo giocano un ruolo importante nella vite regolando, il primo, il metabolismo della pianta e contribuendo, il secondo, al mantenimento della struttura cellulare.

Il magnesio è la molecola principale della clorofilla; per questo partecipa a molteplici funzioni biologiche regolando il metabolismo della pianta formando pigmenti.

La sua carenza si manifesta con la formazione di ingiallimenti ossia la scomparsa del pigmento verde limitando molto le trasformazioni chimiche che attua la pianta durante la fase di maturazione.

La carenza di magnesio determina scarsa lignificazione dei tralci, abbassamento del grado zuccherino, formazione di zone necrotiche internervali sulle foglie.

magnesio e zolfo sulla vite

Lo zolfo è un elemento plastico utile per il mantenimento della struttura cellulare, partecipa alla formazione di aminoacidi e proteine, i mattoni con i quali la pianta cresce in ogni sua parte.

Lo zolfo stimola la sintesi di enzimi, composti aromatici molti dei quali contengono zolfo.

Per queste esigenze della vite, Cifo ha ideato un prodotto specifico ed unico sul mercato: Actisel, fertilizzante ammesso in agricoltura biologica con alto contenuto di Magnesio e Zolfo incluso manganese e zinco.

magnesio e zolfo sulla vite
Impiegato su varietà esigenti di magnesio come il Prosecco, il Pinot, Cabernet Sauvignon, Actisel è in grado di combattere il disseccamento del rachide e di ridurre la filloptosi, limitando visivamente la caduta precoce delle foglie.

La sua caratteristica è quella di esaltare i profumi e gli aromi aumentando i composti aromatici, fortificando al contempo i tessuti rendendoli più resistenti agli stress.

Grazie alla sua composizione influisce positivamente sull’acidità del mosto facilitando la fermentazione con la conseguente formazione di aromi e profumi particolarmente apprezzati in vini a lunga conservazione.

Actisel può essere impiegato per acidificare l’acqua utilizzata per i trattamenti migliorandone l’efficacia e la persistenza.

Si consiglia di utilizzare Actisel alla dose di 2,5 kg/ha per 3 – 4 volte a partire da invaiatura a distanza di 7 – 10 gg. Si raccomanda di non stemperare il prodotto in secchio o nei cestelli ma di versarlo direttamente in botte tenendo in funzione l’agitatore.

magnesio e zolfo sulla vite


Incrementare efficacia, sicurezza e sostenibilità dei trattamenti

Sicuri, veloci, semplici

Ottimizzare la preparazione delle miscele, ottenere il giusto pH dell’acqua, operare con botti sicure e prive di residui dannosi ed avere la sicurezza di distribuire i prodotti sulla coltura nella maniera più efficacie, in modo che nutrienti o principi attivi possano essere assimilati con sicurezza e senza sprechi: questi sono gli interventi che da anni ormai, attraverso l’utilizzo dei 3 grandi classici di casa Cifo, sono diventati più sicuri, più veloci ed alla portata di tutti grazie anche alla loro semplicità d’impiego.
Nella pratica delle comuni operazioni di campo l’utilizzo di Cifovir, Press e Tecnosan porta ad una maggiore persistenza d’azione dei trattamenti, minori dilavamenti, minori sprechi di prodotto, minor numero di interventi e quindi un risparmio sui costi per la distribuzione, fattori che si traducono in una generale ottimizzazione degli interventi.

Ognuno di questi 3 prodotti è stato formulato per rispondere ad un’esigenza specifica in momenti diversi durante le fasi di un trattamento ma ciò non impedisce comunque un utilizzo dei prodotti in maniera singola.

incrementare-efficacia-sicurezza-e-sostenibilita-dei-trattamenti

Evitare gli sprechi

Partendo dalla primissima fase in cui si preparano le miscele all’interno della botte, spesso può capitare che durante questa operazione si formi una schiuma che può causare, oltre ad una miscelazione incompleta dei formulati, anche la fuoriuscita della miscela dal serbatoio generando sprechi di prodotto e forme di inquinamento puntiforme.

Press

Press è il formulato Cifo che nasce con lo scopo di favorire e semplificare la preparazione delle miscele. Interagisce con le molecole dell’acqua modificando, a livello chimico, i legami che determinano la formazione di schiuma nelle soluzioni. Con l’utilizzo di Press si evita la formazione della schiuma che normalmente si crea durante la fase di preparazione delle soluzioni nel serbatoio di irroratrici o atomizzatori.

Press inoltre è compatibile con tutte le soluzioni acquose e non interferisce chimicamente con i prodotti in soluzione.

Massimizzare l’efficacia dei trattamenti

Tra i fattori più importanti che incidono sull’efficacia dei trattamenti ricordiamo il pH dell’acqua utilizzata per la soluzione, da cui dipende il fenomeno di idrolisi alcalina, in cui, in presenza di acque alcaline, l’elevato pH della soluzione causa la rottura e la disattivazione delle molecole del principio attivo, perdendo così l’efficacia voluta contro il patogeno che si deve controllare (insetto – fungo – infestante).
Cifovir 1, prodotto acidificante studiato per migliorare l’efficacia dei trattamenti antiparassitari, diserbanti, fitoregolatori e concimi.

L’acidificazione dell’acqua fino a valori di pH ottimali (5,5) evita l’idrolisi alcalina e consente di migliorare l’efficacia dei formulati che si devono utilizzare nella miscela.
Cifovir 1 contiene sostanze tensioattive che consentono di aumentare l’adesività e la penetrazione fogliare delle miscele distribuite, svolge inoltre un’azione energetica e nutritiva grazie alla presenza di azoto e fosforo prontamente disponibile.
Sii contraddistingue infine per la presenza di sostanze specifiche che ne facilitano l’utilizzo grazie al viraggio del colore dell’acqua in funzione del pH raggiunto.

Cifovir 1

Quattro prodotti in 1:
• Omogeneizzante – emulsionante
• Bagnante – adesivante
• Acidificante
• Indicatore di viraggio

Aumentare la sostenibilità dei trattamenti

La pulizia delle attrezzature è un elemento fondamentale della gestione aziendale. La pulizia delle attrezzature non rappresenta solo una prerogativa utile a rispettare i requisiti di legge ma costituisce un intervento in grado di garantire maggiore sostenibilità ambientale dei trattamenti e sicurezza: sicurezza per l’operatore, ma anche sicurezza che il trattamento che si va a fare dia la massima efficacia o non danneggi le colture.

Tecnosan

Con Tecnosan è possibile assicurarsi che le botti non contengano residui dannosi e siano realmente pronte per un nuovo utilizzo. Botti e atomizzatori regolarmente puliti sono inoltre meno soggetti a rotture o mal funzionamenti il che si traduce in un risparmio di tempo e manodopera sulla manutenzione.
Una volta immesso all’interno del serbatoio ed avviato l’agitatore della macchina irroratrice il formulato agisce, in un primo momento, ossidando le molecole organiche e, successivamente, svolgendo un’azione detergente sulle superfici delle attrezzature senza formazione di schiuma.

In pochi minuti l’acqua si colorerà di rosso-violetto e gradualmente decolorerà assumendo un colore marroncino, indice dell’avvenuto lavaggio completo delle pareti interne del serbatoio, della pompa, del filtro e delle tubazioni fino agli ugelli. Alla fine dell’operazione di lavaggio, un normale risciacquo con acqua corrente a bassi volumi (risciacquo con soli 50/100 litri di acqua) assicura l’eliminazione di ogni traccia di prodotto e di sostanze indesiderate.


Ingrossamento del Kiwi: La formula vincente per una pezzatura ottimale

L’importanza di un approccio strategico e mirato.

L’ingrossamento del kiwi è una delle principali sfide per gli agricoltori che puntano a ottenere frutti di elevata pezzatura e qualità e un approccio strategico e mirato, che parta fin dalla fase di caduta petali, è essenziale per garantire risultati ottimali.

La combinazione di fitoregolatori e biostimolanti si rivela una soluzione efficace per favorire sia l’allungamento che la moltiplicazione cellulare, processi chiave per il raggiungimento della pezzatura desiderata.

Una sfida cruciale per l’aumento di pezzatura risiede nel riuscire ad aumentare il calibro dei frutti alla raccolta, senza variarne la consistenza e le caratteristiche di conservabilità allo stoccaggio, per risultare commerciabile e competitivo sul mercato, un frutto più grande deve mantenere intatte le sue caratteristiche qualitative.

Come ottenere frutti di qualità in tre mosse

1️⃣​ Fase 1: Stimolare la crescita
La prima finestra di intervento cruciale si apre con la caduta dei petali, in questa fase iniziale, l’impiego combinato di Bio-Global L e Cifamin BK risulta strategico per innescare un duplice effetto:
✔️ L’utilizzo di Bio-Global L, fitoregolatore che combina NAA (acido alfa-naftalenacetico) allo 0,89% e Acido Gibberellico allo 0,45%, favorisce sia l’allungamento cellulare che la regolazione della crescita, incentivando lo sviluppo dimensionale dei frutti.
✔️ Cifamin BK, biostimolante di origine organica, si distingue per la sua matrice di base ricca di aminoacidi specifici come Arginina, Prolina, Treonina e Lisina, elementi fondamentali per la formazione di nuovi tessuti vegetali nella cruciale fase di citochinesi.
L’azione sinergica di questi due prodotti consente di ottimizzare i processi di divisione e distensione cellulare, creando le basi per una crescita equilibrata e vigorosa del frutto.

Prodotto Dose Applicazione
Bio-Global L 0,75 L/ha Per via fogliare
Cifamin BK 1 L/ha Per via fogliare
caduta petali CIFO blog
Caduta petali

2️⃣ Fase 2: Potenziare struttura e qualità
Il secondo step dell’intervento prevede l’aggiunta di Calcisan Green alla combinazione iniziale. Questo prodotto, grazie al suo elevato contenuto di Calcio e Magnesio complessati da specifici polisaccaridi (alginati) contenuti naturalmente negli estratti di alga Macrocystis Integrifolia, contribuisce a migliorare:
✔️ Elasticità e robustezza dei tessuti, rendendo il frutto più resistente a spaccature e stress ambientali.
✔️ Qualità strutturale della polpa, migliorando la conservabilità e la shelf-life post-raccolta.
✔️ Equilibrio metabolico della pianta, ottimizzando il trasporto di nutrienti essenziali per una maturazione omogenea.

Prodotto Dose Applicazione
Calcisan Green 3 L/ha Per via fogliare
ingrossamento frutti CIFO blog ingrossamento frutti CIFO blog
Ingrossamento frutti Ingrossamento frutti

3️⃣​ Fase 3: Supportare la pianta in condizioni ambientali critiche
Le condizioni ambientali non sempre favorevoli possono compromettere la disponibilità di energia e nutrienti per la pianta, per questo motivo, un ultimo intervento prevede la combinazione di Calcisan Green con Macys BC 28, un biostimolante al 100% composto dal succo integrale dell’alga Macrocystis Integrifolia.
L’azione combinata di questi due prodotti garantisce:
✔️ Una migliore tolleranza agli stress ambientali, grazie alla presenza di polisaccaridi e composti bioattivi dell’alga Macrocystis Integrifolia, che favoriscono il metabolismo della pianta.
✔️ Un incremento dell’efficienza nutrizionale, potenziando l’assorbimento e la traslocazione del calcio e del magnesio nei tessuti.
✔️ Un supporto energetico per la crescita del frutto, grazie alla ricchezza di fitocomposti naturali che stimolano i processi metabolici della pianta.

Prodotto Dose Applicazione
Macys BC 28 2,5-3 L/ha Per via fogliare

L’integrazione di Macys BC 28 con Calcisan Green assicura quindi un rafforzamento dei tessuti vegetali e un migliore equilibrio fisiologico, elementi fondamentali per ottenere frutti di calibro elevato senza comprometterne la consistenza e la shelf-life.

Conclusioni: una strategia vincente per massimizzare la pezzatura

L’utilizzo sinergico di Bio-Global L, Cifamin BK, Calcisan Green e Macys BC 28 rappresenta un protocollo efficace per incrementare la pezzatura e la qualità del kiwi, intervenendo nei momenti fenologici chiave della coltura. Una nutrizione mirata, combinata con il giusto supporto fisiologico, consente di ottenere frutti più grandi, sani e con elevate performance produttive.

CIFO-prodotti-kiwi

Per coltivare l’actinidia servono passione, impegno e sacrificio, guarda la storia dell’azienda agricola Miscio di Sermoneta a Latina

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Intensificare i mosti con le soluzioni nutrizionali Cifo

Incrementare grado Brix, contenuto di Polifenoli ed intensità del colore in vini rossi con i formulati Cet 46 Green, Ener 26 e Biolight impiegati durante la fase di maturazione dell’uva.

Durante la fase di maturazione si verificano complessi adattamenti fisiologici messi in atto dalla pianta che si manifestano attraverso una trasformazione nella struttura e nella composizione della bacca, con importanti trasformazioni del colore e della composizione delle sostanze aromatiche presenti nella buccia e nella polpa degli acini.

Anni di protocolli sviluppati nelle più importanti realtà enologiche italiane hanno dato prova che questa fase è strettamente influenzata da specifiche condizioni ambientali (suolo e clima), per cui diviene fondamentale curare ogni aspetto che possa influenzare il risultato finale.

Intensificare i mosti con le soluzioni nutrizionali Cifo Intensificare i mosti con le soluzioni nutrizionali Cifo

Per ottenere la miglior qualità, in cantina così come in bottiglia, occorre quindi operare a diversi livelli, partendo dal campo attraverso un controllo degli aspetti nutrizionali che coinvolgono il sistema suolo-pianta, finendo in cantina, in fase di vinificazione, adottando i giusti accorgimenti che permettono di ottenere le caratteristiche sensoriali desiderate e di evitare abbondanti solfitazioni o altre aggiunte esterne.

Fornire alle piante un apporto nutrizionale adeguato.

Per prevenire eventuali fenomeni di stress o carenze che possano influenzare la qualità finale dell’uva e dei mosti è fondamentale in questa fase assicurare all’impianto un apporto nutrizionale adeguato attraverso l’applicazione di tre specialità del protocollo agronomico Cifo che agiscono in sinergia per via fogliare: Biolight, Cet 46 Green ed Ener 26.

I 3 formulati, agendo in sinergia, hanno il grande vantaggio di completare la nutrizione del vigneto attraverso un innovativo meccanismo d’azione attivo su più target agronomici.

Intensificare i mosti con le soluzioni nutrizionali Cifo

 

In particolare agiscono su:

  • Uniformità di maturazione all’interno dei grappoli;
  • Un miglioramento della maturazione fisiologica della bacca e dei vinaccioli;
  • Miglior composizione del profilo fenolico dei mosti, con riflessi positivi sugli indici di tonalità e colore.

I prodotti del protocollo Cifo.

Biolight è un complesso di amminoacidi, con magnesio e microelementi chelati formulato in polvere idrosolubile indicato per migliorare le caratteristiche qualitative ed utilizzabile a dosi ridotte tramite applicazioni fogliari.

Amminoacidi quali Arginina, Alanina e Leucina favoriscono la sintesi dei precursori responsabili del sapore e degli aromi tipici del vitigno coltivato, Prolina e Glicina esplicano un’attività anti stress, mentre la Fenilalanina completa il complesso meccanismo d’azione supportando la sintesi delle antocianine responsabili della colorazione della buccia.

Cet 46 Green, specialità biologica contenente amminoacidi e micronutritivi specificatamente formulata per uniformare e migliorare i processi di maturazione di frutta e ortaggi viene applicato durante le fasi finali permette di migliorare i processi fisiologici coinvolti nella biosintesi dell’etilene e dei pigmenti responsabili della colorazione dei frutti.

I micronutritivi presenti nel formulato agiscono inoltre come catalizzatori del metabolismo degli zuccheri e degli acidi grassi

Cet 46 Green permette di ottenere un miglioramento del profilo qualitativo del prodotto alla raccolta attraverso un contenuto di polifenoli ed un grado zuccherino maggiore nel mosto a parità di pH.

Intensificare i mosti con le soluzioni nutrizionali Cifo

 

Ener 26, grazie all’azione della componente organica costituita da amminoacidi, in sinergia con la componente minerale contenente potassio, zolfo, magnesio, calcio ed altri elementi in forma chelata, favorisce l’accrescimento dei frutti in via di maturazione, permette una miglior traslocazione di zuccheri e sostanze di riserva verso i frutti e determina, in sinergia con gli altri due formulati, un miglioramento del colore dei grappoli e degli aromi dei mosti.

Prodotto Dose Applicazione
Biolight 0,4 kg/ha
Cet 46 Green 2 L/ha Trattamento ripetuto 2 volte
Ener 26 4 kg/ha Trattamento ripetuto 2 volte

L’esperienza della cantina Mastroberardino

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L’importanza della concimazione autunnale

In questi ultimi anni sempre più coltivatori hanno compreso l’importanza di effettuare la concimazione autunnale.

Che sia in vigneto, in frutteto o oliveto, l’obiettivo è sempre lo stesso: reintegrare le riserve nutrizionali della pianta al termine del suo ciclo produttivo.

Il termine delle operazioni di raccolta in passato solitamente coincideva con il periodo in cui, dopo una lunga stagione di lavori, l’agricoltore riponeva le attrezzature in rimessa per riutilizzarle solo dopo il periodo invernale.

Il cambio di stagione, con l’imminente caduta delle foglie lasciava pensare che le piante stessero per entrare nella fase di riposo vegetativo e che non fosse più necessario quindi intervenire con degli apporti nutrizionali all’impianto.

Questa diffusa convinzione oggi viene del tutto smentita in quanto è ormai evidenza che la pianta continui a vegetare fino all’arrivo delle temperature invernali (al di sotto dei 10°C circa).

In aggiunta, con il passare degli anni, gli impianti siano diventati sempre più produttivi e con cicli colturali sempre più lunghi.

E, come spesso accade, cicli produttivi intensivi possono comportare per la pianta l’impossibilità di reintegrare la quota di nutrienti asportati arrivando a produzione.

Perché è importante intervenire dopo la raccolta?

Nella finestra temporale compresa tra il periodo successivo alla raccolta e la caduta delle foglie il terreno spesso si trova in condizioni di temperatura e umidità ottimali e le piante mostrano ancora una buona attività fotosintetica.

Quando effettuare la concimazione autunnale

Queste circostanze permettono alla pianta di fornire ancora energia alle radici per l’assorbimento e la traslocazione degli elementi nutritivi nei tessuti dove verranno accumulati fino a quando saranno richiamati nella primavera successiva.

La ragione alla base di questo intervento risiede nel reintegrare in autunno la quota degli elementi utilizzati durante la stagione produttiva, per coprire in maniera più che adeguata le esigenze nutrizionali della pianta fino a fioritura inoltrata.

Concimazione autunnale su vite con atomizzatore Concimazione autunnale con spandiconcime

Cosa succede con l’arrivo dell’inverno?

Durante il periodo invernale le funzioni vegetative delle piante vengono ridotte al minimo definendo quello che viene chiamato stato di dormienza.

In questa fase la pianta è solo in apparenza che smette di vegetare e, con la caduta delle foglie, attua una serie di strategie utili: accumula le sostanze ancora utilizzabili che si trovano al loro interno, trasferendole nelle parti perenni (rami, rametti e gemme), e si libera, concentrandoli nelle foglie in procinto di cadere, di una notevole quantità di materiali inutilizzabili.

Quali sono i vantaggi della concimazione autunnale?

Attraverso anni di sperimentazione in campo e con l’impiego di formulati speciali, testati in areali con diverse caratteristiche climatiche e pedologiche, i tecnici di Cifo hanno messo a punto un protocollo ormai consolidato.

I risultati ottenuti in campo sono rappresentati da: una migliore resistenza delle piante al freddo invernale e nella primavera successiva, da un migliore equilibrio vegeto produttivo, da un aumento della fertilità delle gemme a fiore, da un aumento della produzione ed infine da una riduzione dell’alternanza produttiva, fondamentale per mantenere elevata e costante la redditività dei frutteti.

Gemme a fiore Fioritura della vite

É importante però considerare che le due concimazioni, primaverile ed autunnale, rimangano sempre complementari tra loro, senza che l’una possa escludere l’altra; ciò va preso in considerazione per non superare le unità fertilizzanti previste annualmente dal piano di concimazione aziendale.

I prodotti consigliati da Cifo

I prodotti impiegati per la distribuzione al terreno sono TOP N e TOP NPK 7-5-14: biostimolanti allo stato solido che fanno parte della Linea TOP, ad alta efficienza nutrizionale e a basso impatto ambientale.

In applicazione fogliare, la strategia suggerita prevede l’utilizzo in combinazione di Macys BC 28, un concentrato puro di alga Macrocistys Integrifolia, riconosciuto dalla legge come biostimolante potenziatore delle funzioni fisiologiche e metaboliche della pianta e BZ Fast, che apporta boro e zinco per il regolare sviluppo di fiori e frutti e per l’irrobustimento dei tessuti vegetali.

Distribuzione al terreno Applicazione fogliare

L’azione sinergica dei due prodotti permette di ripristinare la naturale riserva nutrizionale ed affrontare nel modo migliore la ripresa vegetativa nella primavera successiva.

Mettiamo a riposo le piante ben nutrite per farle lavorare al meglio alla ripresa vegetativa.


La comunicazione tra radici e parte aerea delle piante

Scopriamo il ruolo dei messaggeri chimici nelle piante

Comunicare è vitale per le piante quanto lo è per gli animali. Se per questi ultimi risulta scontato pensare che sussista una forma di linguaggio o comunicazione, altrettanto non lo è per le piante.

Il primo ad accorgersene fu Charles Darwin durante i suoi studi, quando dimostrò scientificamente che l’estremità di una radice rappresenta un sofisticato organo in grado di rilevare numerosi parametri e reagire agli stessi. Nonostante ciò, solo di recente (qualche decennio fa), in seguito a numerosi studi di ricercatori quali P. Boysen-Jensen, A. Paál, e Frits Went, si è giunti ad una evidenza che potesse provare l’esistenza di un linguaggio o una via di comunicazione anche nel mondo dei vegetali.

Come sappiamo, la vita di una pianta comprende una serie di numerose fasi e azioni finalizzate ad assicurare la sopravvivenza e a garantire l’accrescimento attraverso l’adattamento ai diversi climi e ambienti, il tutto senza avere nessuna possibilità di movimento. A differenza di quanto possa accadere per il mondo animale, in cui ad esempio una gazzella, anche se presa alla sprovvista, ha pur sempre la possibilità di scappare all’attacco di un predatore, per il mondo dei vegetali non vale lo stesso principio: l’erba medica o qualsiasi altra specie selvatica presente in un pascolo, in ogni caso possiede un apparato radicale che rimane saldamente ancorato al terreno, persino quando una vacca porta via tutta la vegetazione aerea per nutrirsi oppure quando, durante una forte grandinata, tutte le parti verdi ne vengono compromesse.

Questi sono solo due degli esempi che fanno comprendere più visivamente i motivi per i quali le piante, nel tempo, abbiano dovuto studiare fini strategie per poter sopravvivere anche nelle condizioni più ostili. E tutto ciò, senza un sistema nervoso centrale!

comunicazione-radici-pianta

Tutte queste complesse funzioni sono regolate dalle piante attraverso sostanze che oggi abbiamo imparato a distinguere con il nome di ormoni vegetali o fitormoni. Nei vegetali sono state riscontrate cinque classi di composti ad azione ormonale, prodotti da diversi organi della pianta durante le diverse fasi del loro ciclo vitale:
• Auxine, sintetizzate principalmente nei meristemi apicali, ad esempio in foglie in crescita e nei giovani frutti, coinvolte nell’allungamento e nella crescita cellulare.
• Gibberelline, ormoni derivanti da composti terpenici che, tra le varie funzioni, regolano la crescita dei frutti e inducono la germinazione dei semi e l’allungamento degli internodi.
• Citochinine, ormoni sintetizzati principalmente nelle aree meristematiche delle radici come ad esempio nell’endosperma del seme. Esse controllano la divisione e la differenziazione delle cellule vegetali (organogenesi), intervenendo inoltre in processi fisiologici fondamentali come la fotosintesi e la dominanza apicale.
• Acido abscissico e etilene, ormoni associati invece agli stadi di riposo vegetativo e senescenza.
Ognuno di questi ormoni viene a sua volta traslocato tramite xilema e / o floema al resto degli organi della pianta dove darà origine a varie risposte o stimoli. Tuttavia, gli effetti e le modalità d’azione degli ormoni risultano molto varie e complesse e, spesso, succede che vengano determinati non tanto dall’azione di un singolo ormone, ma dall’equilibrio tra di loro.

A questo proposito, il focus su cui ci concentriamo oggi è proprio l’equilibrio tra Citochinine e Auxine:
il rapporto Auxine/Citochinine permette alla pianta di mantenere un’armonia tra lo sviluppo dell’apparato radicale e la crescita della parte aerea. Quando questo rapporto risulta a favore delle Citochinine, la pianta induce una risposta attraverso la differenziazione delle gemme vegetative coinvolte nell’accrescimento della vegetazione sopra suolo.
Quando l’equilibro risulta invece a favore delle Auxine, la pianta induce una serie di processi che portano alla formazione di nuove radici (rizogenesi) per conservare l’equilibrio.

comunicazione-radici-pianta

Nella pratica comune è possibile avere una prova visiva di tale equilibrio quando si svolgono operazioni cesorie o altri interventi meccanici o chimici sulla pianta. Ad esempio, un trapianto mal eseguito o una potatura drastica possono spostare l’ago della bilancia ormonale determinando nella pianta uno squilibrio che porta ad uno sviluppo disforme, con risposte spesso dannose sia sulla vegetazione ipogea che sulla vegetazione epigea (ricacci eccessivi sul tronco e colletto oppure disseccamento di uno o più rami).

Sintetizzando, un’eccessiva crescita della parte aerea rispetto all’apparato radicale genera un aumento di Auxine, le quali vengono trasferite per via floematica alle radici dove indurranno una risposta attraverso un maggior sviluppo delle radici, per compensare le esigenze vegetative della pianta. All’opposto, un eccessivo sviluppo dell’apparato radicale rispetto alla parte aerea provoca un aumento di Citochinine che verranno trasferite per via xilematica alla parte aerea, determinando un maggiore sviluppo vegetativo e una crescita delle gemme laterali, che consentiranno di “smaltire” l’eccesso le risorse assorbite per via radicale.

Questa breve descrizione è utile per avere maggiore comprensione di come avviene la comunicazione all’interno della pianta e di come essa può regolare il proprio sviluppo in conseguenza alla variazione di questo rapporto. I tecnici R&D di Cifo hanno analizzato a lungo questi effetti, studiando in laboratorio e in pieno campo le migliori soluzioni da applicare nell’agricoltura specializzata per incrementare gli effetti favorevoli apportati dai propri prodotti considerando lo sviluppo della pianta nel suo insieme.

A tal fine, vi invitiamo a consultare il nostro nuovo catalogo 2021, presente anche online sul nostro sito, per approfondire le migliori soluzioni all’interno della nostra gamma di prodotti.

Per un’azione diretta sul controllo dei processi metabolici e nutrizionali della pianta, in coerenza con l’obiettivo agronomico prescelto, puoi scoprire la nostra gamma di fitoregolatori:

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  • Energil 100 A, per ottenere frutti con miglior colorazione, pezzatura oltre ad un anticipo della maturazione.

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  • Fixormon, per evitare la cascola precoce dei frutti e controllare l’emissione di germogli laterali e polloni radicali.

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  • Giberellina Cifo, per contrastare i danni da gelate, favorire l’allegagione e anticipare la fioritura;

  • Gibresol, per accorciare i tempi di germinazione dei semi, migliorare l’allegagione e contrastare l’acinellatura nella vite.

Diversamente, per promuovere un’azione in grado di ristabilire la fisiologia della pianta a seguito di uno sbilanciamento dell’equilibrio ormonale i prodotti più indicati sono quelli ad azione biostimolante. Per quest’obiettivo suggeriamo l’utilizzo di: Ert 23 Plus, Macys BC 28 e linea Sinergon (Sinergon Plus, Sinergon Bio e Sinergon R).

Puoi seguirci anche sugli altri social, dove troverai informazioni sull’azienda, sui nostri prodotti, curiosità e possibili eventi.

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La giusta strategia per un mais senza stress

Un protocollo innovativo per ottenere rese costanti e di qualità in una coltura che potrebbe tornare a offrire prospettive interessanti

Negli ultimi anni, nella coltivazione del mais in Italia si sono persi circa 500mila ettari di superficie. Le cause sono svariate, una fra tutte le sempre più difficili condizioni climatiche. Ma decidere di seminare mais potrebbe ancora essere conveniente, viste le previsioni sui margini che si possono ricavare grazie al prezzo altissimo della granella.

Servono, quindi, nuove soluzioni per migliorare le rese e il reddito degli agricoltori, andando incontro alle esigenze di qualità del mercato e adattandosi nel contempo al cambiamento climatico.

È quello che fa l’azienda agricola Società Folli a Robbiano di Mediglia (Milano), dove coltiva oltre 110 ettari di mais. Coltura sulla quale l’azienda ha sempre fatto ricerca, nello specifico tramite il progetto Combi Mais.

Un sostegno continuo, dalla semina alla difesa

Nell’ambito di questo progetto Cifo, da oltre cinquant’anni al fianco degli agricoltori, partecipa con la sua strategia per un mais redditizio e ad alta qualità.

Il protocollo interviene direttamente sulla fisiologia della pianta. Include diverse soluzioni, dalla semina al diserbo al momento del trattamento contro la piralide, come spiegano in questo video Massimo Andreotti, sales support di Cifo e l’agronomo del progetto Combi Mais Leonardo Bertolani.

Tutto parte dalla semina

Il protocollo di Cifo parte dalla semina, momento in cui consiglia Granverde Top Start, un concime microgranulare che stimola una rapida formazione dell’apparato radicale e garantisce quindi uno sviluppo iniziale uniforme.

L’innovativa formulazione contiene estratti di alga Macrocystis Integrifolia, con azioni positive sull’assorbimento dei nutrienti e sullo sviluppo delle radici.

La Macrocystis Integrifolia ha funzioni protettive e veicolanti nei confronti degli elementi nutritivi, migliorando la disponibilità del fosforo e dei microelementi, oltre a esercitare un’azione diretta sulla crescita delle radichette assorbenti e dei meristemi apicali.

Attenzione allo stress da diserbo

Il diserbo è uno dei passaggi chiave del ciclo colturale del mais, ma talvolta può creare problemi al buon andamento del ciclo.

Gli svariati principi attivi offerti dal mercato sono efficaci contro le malerbe, ma possono infatti causare effetti collaterali come lo stress da diserbo. La pianta ha la capacità di riprendersi in modo attivo dallo stress da diserbo, ma è fondamentale prevenirlo per non rallentare l’andamento della coltivazione.

Da qui l’importanza di utilizzare soluzioni come Sinergon Plus insieme al trattamento diserbante. Il prodotto ha una funzione antistress, per dare modo alla pianta di continuare il suo normale sviluppo senza interruzioni. E consente alla stessa di essere anche meno sensibile e meglio preparata ad attacchi di eventuali patogeni. Ad esempio da parte di agenti fungini, che possono creare non pochi problemi di qualità qualora si dovessero trovare aflatossine nel raccolto finale.

Piralide, evitare lo shock da trattamento

La piralide del mais (Ostrinia nubilalis), è un lepidottero polifago da sempre presente in Italia, anche se il mais resta comunque il suo bersaglio prediletto. Il suo grado di infestazione e l’entità dei danni causati sono legati essenzialmente all’andamento climatico (predilige estati miti e umide).

I danni causati dall’insetto sono di tre tipologie diverse, ma tutti riconducibili principalmente allo stadio larvale del lepidottero: fisiologici, quantitativi ma soprattutto qualitativi, in quanto le gallerie e i fori causati dall’attacco diventano via d’accesso preferenziale di alcuni funghi parassiti.

Alla luce di queste molteplici problematiche, è diventato ormai prassi effettuare in questo momento del ciclo colturale il cosiddetto “trattamento con i trampoli”; questo anche nelle ore più calde della giornata. Ma un trattamento effettuato a foglia calda con acqua fredda crea nella pianta uno shock termico tale da bloccare momentaneamente l’attività vegetativa e fisiologica della stessa.

mais senza stress mais senza stress
Trattamento contro la piralide del mais Trattamento contro la piralide del mais

È per prevenire questo stress che, al trattamento programmato per combattere la piralide, Cifo propone di abbinare due formulati, Sinergon Plus e Cifo KS 64.

Lo scopo del protocollo Cifo in questo caso è quello di evitare stress alla pianta e di conseguenza indebolirla e predisporla ad attacchi di funghi come le aflatossine.

L’obiettivo primario è quello di migliorare la qualità del raccolto, aumentando l’accumulo di amido utile per un maggior valore nutrizionale in allevamento e per avere una migliore conversione in energia nei biodigestori.

Sinergon Plus è un nuovo formulato ad alta efficienza nutrizionale unico sul mercato, ottenuto attraverso un processo altamente innovativo. Grazie ai piccoli peptidi contenuti, stimola la pianta ad aumentare lo stadio vegetativo verde (il cosiddetto staygreen) e nel contempo la supporta contro lo stress termico causato dal trattamento effettuato durante le ore più calde della giornata. Il prodotto è utile anche contro lo stress idrico.

In abbinamento a Sinergon Plus, Cifo propone l’utilizzo di Cifo KS 64, un formulato a pronto effetto. È un potassio a reazione acida che viene assorbito rapidamente e induce la pianta a idratarsi e a velocizzare i processi fisiologici naturali e di fotosintesi clorofilliana. Questi processi sono fondamentali per la pianta per poter accumulare ancor più amido e proteine all’interno delle cariossidi e dello stocco.

Infine, per apportare ancora più azoto alla coltura, Cifo offre N.S.Z. 26, un formulato totalmente assimilabile dalle piante. È applicabile alla foglia, al terreno o con la fertirrigazione.

Il progetto Combi Mais

Combi Mais Hydrotechnologies è un progetto nato nel 2014 proprio presso l’azienda agricola Folli e che, con il coinvolgimento di partner tecnologici che mettono a disposizione assistenza tecnica-agronomica e prodotti innovativi, punta a un modello di agricoltura sostenibile dal campo alla tavola.

mais senza stress mais senza stress
L’azienda agricola Folli a Robbiano di Mediglia (MI) Mario Vigo

Nonostante il 2021 sia stato un anno difficile dal punto di vista climatico, grazie al protocollo Combi Mais l’azienda agricola Folli ha ottenuto ottimi risultati dal punto di vista qualitativo e quantitativo in modo sostenibile, con un più 50% di rese rispetto al mais tradizionale.

Il protocollo mette in pratica soluzioni agronomiche, anche grazie all’agricoltura di precisione, e tecniche necessarie per produrre 20 tonnellate/ettaro di mais di qualità, sano da micotossine, rispondendo così alle indicazioni della Pac che allinea l’agricoltura al Green Deal per un’Europa sostenibile e climaticamente neutrale.

Progetto Mais in Italy, una nuova prospettiva sul mais da trinciato.

Per Ivan Furlanetto, direttore agronomico dell’azienda Sant’Ilario a Mira (VE), il mais da trinciato deve rispondere alle sue esigenze di resa e qualità, che sono a dir poco elevate. Per raggiungere questo obiettivo la nutrizione specializzata con biostimolanti e fertilizzanti liquidi ad alto contenuto di innovazione gioca un ruolo fondamentale, inoltre alleggerisce il cantiere di lavoro, a tutto vantaggio della redditività della coltura.

 

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Scarica la scheda colturale del mais da granella

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Le soluzioni per una risposta concreta ai problemi climatici del nocciolo

Una coltura in crescita costante

Complice il grande successo che la coltura sta riscuotendo in questi ultimi anni e grazie ai numerosi accordi di filiera stipulati tra aziende agricole e industria dolciaria, crescono ancora le superfici dedicate al nocciolo anche in areali dove sino a qualche anno fa appariva improbabile un cambiamento di rotta.

Oltre a realtà consolidate come Piemonte, Lazio, Campania e Calabria, gli impianti di nocciolo stanno rappresentando una vera e propria alternativa agli ordinamenti colturali tipici in regioni come Veneto, Toscana, Umbria e altre aree del centro-Sud Italia.

problemi climatici del nocciolo problemi climatici del nocciolo

Oggi, questa coltura deve il suo notevole successo grazie ad un miglior rapporto costi/ricavi e migliori performance agronomiche rispetto le tipiche colture presenti.

La nutrizione è su misura

D’altro canto, per generare reddito e garantire al contempo un equilibrato standard qualitativo delle produzioni, diviene imprescindibile la formulazione di un corretto piano nutrizionale che tenga conto, per tutti gli areali, delle reali necessità della coltura in ogni fase fenologica.

In questo periodo è quindi cruciale predisporre le basi nutrizionali per le fasi di induzione fiorale e la successiva fecondazione in modo da assicurare le migliori performance in campo al momento della raccolta e scongiurare il rischio che le piante possano andare incontro a situazioni di stress ambientale.

Le 2 soluzioni proposte oggi da Cifo rappresentano il frutto di anni di sperimentazione e prove in campo effettuate su nocciolo in diversi areali d’Italia, attraverso un supporto tecnico che conta una delle reti di specialisti più estese e capillari di tutto il territorio nazionale, in un’ottica ormai consolidata nei riguardi della sostenibilità ambientale.

problemi climatici del nocciolo

Oggi, questa coltura deve il suo notevole successo grazie ad un miglior rapporto costi/ricavi e migliori performance agronomiche rispetto le tipiche colture presenti.

Sostenere la pianta durante le delicate fasi di fioritura e allegagione

In tutti gli areali l’utilizzo di Ert 23 Plus registra ormai da anni ottimi risultati e rappresenta la specialità di riferimento.

Impiegato ad un dosaggio di 3 L/ha è in grado di assicurare un’ottima uniformità di fioritura e un notevole potenziamento dell’allegagione, il suo principale punto di forza è rappresentato dalla speciale tecnologia attraverso cui viene prodotto, la quale consente una sinergia tra la frazione minerale e la componente biostimolante contenente i principali amminoacidi, tra cui il TRIPTOFANO presente in una speciale forma “biologicamente attivata” che sostiene i processi di divisione cellulare.

problemi climatici del nocciolo problemi climatici del nocciolo

La presenza del boro inoltre contribuisce a garantire un corretto sviluppo del budello pollinico, fattore determinante per portare a termine fecondazione e allegagione dei frutti.

Piante protette dagli stress abiotici

L’alta pressione e l’anticipo delle temperature primaverili che hanno interessato anche le regioni alpine hanno determinato lunghi periodi di caldo fuori stagione.

Repentini sbalzi di temperature o ritorni di freddo possono però compromettere la fecondazione e lo sviluppo dei giovani polloni utilizzati nei nuovi impianti, in situazioni come questa il prodotto di riferimento è Macys BC 28, un biostimolante al 100% a base succo integrale dell’alga gigante Macrocystis integrifolia.

Impiegato ad un dosaggio di 2 L/ha, Macys BC 28 stimola la pianta a reagire a situazioni di stress ambientale e superare le criticità tipiche del periodo, un prodotto dalle caratteristiche davvero uniche sul mercato: ricco di sostanze biologicamente attive con funzione termo ed osmo-regolatrice che hanno dimostrato su nocciolo notevoli risultati in campo durante le fasi di allegagione.

A queste sostanze si somma l’azione delle elevate concentrazioni di vitamine, amminoacidi, polisaccaridi, proteine ed enzimi di origine vegetale con uno spiccato effetto anti stress.

Alta qualità significa adottare piani nutrizionali efficaci e avvalersi del supporto di tecnici affidabili.

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MACYS BC 28: UN AIUTO EFFICACE CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI

L’impatto negativo dei cambiamenti climatici.

Per l’agricoltura italiana gli ultimi anni sono stati l’esempio emblematico dei cambiamenti climatici tanto discussi.

Se prendiamo in considerazione il 2021, si è passati da una primavera fredda, con temperature invernali sino alla fine di maggio, e nel giro di pochi giorni un salto termico che ha visto nelle prime settimane di giugno i termometri salire oltre i 40°.

Anche l’autunno e l’inizio dell’inverno si sono caratterizzati con bassa piovosità e temperature miti quasi primaverili per il periodo.

In questa altalena climatica, le coltivazioni agrarie vanno incontro a molteplici stress nonché ad arresti vegetativi, dovuti ad esempio ai repentini cali termici, che determinano conseguenze sulle produzioni sia in termini qualitativi che quantitativi.

I biostimolanti che aiutano le piante.

In queste condizioni il supporto di prodotti biostimolanti è indispensabile, nel riuscire a fare sopportare e mantenere l’equilibrio fisiologico alle piante.

La proposta Cifo è Macys BC 28 un concentrato puro di alga Macrocistys Integrifolia, riconosciuto dalla legge 75 dei fertilizzanti come biostimolante.

Un’alga unica nel suo genere, esclusiva di Cifo, in quanto proprietaria dello stabilimento che, nella British Columbia (Canada), raccoglie e lavora l’alga con un processo meccanico a bassa temperatura, consentendo di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti nella matrice algale.

A differenza delle altre varietà di alghe, la Macrocistys Integrifolia cresce nei fondali dell’oceano pacifico canadese, sempre in condizioni di stress, ovvero bassa luminosità, assenza di ossigeno, forte pressione e alta concentrazione salina.

Processo produttivo Macrocystis Integrifolia

L’ambiente di crescita ne determina le sue elevate proprietà nutrizionali in quanto la Macrocistys Integrifolia è ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, tutte sostanze utili alle piante per incrementare i livelli produttivi e per permettere alle stesse di sopportare e superare velocemente gli stress ambientali.

Macys BC 28 grazie alla varietà di sostanze biologicamente attive promuove ed intensifica le funzioni fisiologiche e metaboliche della pianta, aumentando la resistenza agli stress ambientali e fisiologici (ritorni di freddo, squilibri idrici e nutrizionali).

Come prevenire i danni del gelo.

La massima efficacia nella prevenzione dei danni da gelate si ottiene attraverso un programma di interventi ripetuti, che copre la pianta nei periodi più delicati.

A partire dalle prime fasi di sviluppo dei germogli può essere somministrato anche in abbinamento al Calcisan Green che ne esalta l’azione, conferendo elasticità e robustezza alle pareti cellulari.

L’azione sinergica dei due prodotti consente quindi di aumentare la resistenza della pianta in caso di un brusco calo della temperatura e al contempo, di riattivare i processi fisiologici e biochimici di risposta utilizzati per ripartire attraverso uno sviluppo vegeto-produttivo.

Entrambi i prodotti vengono applicati per via fogliare a partire dalle prime fasi di sviluppo, ad interventi ripetuti a distanza di 7-10 giorni, alle seguenti dosi:

Macys BC 28 2 L/ha
Calcisan Green 4 L/ha


Macys BC 28: una soluzione efficace contro le gelate precoci

Sfide climatiche e raccolti incerti

Gli effetti avversi dei cambiamenti climatici, causa sovente di gelate precoci, sono ormai evidenti nell’agricoltura italiana, con andamenti meteorologici sempre più variabili.

Quest’anno, abbiamo assistito a condizioni climatiche mutevoli che hanno influenzato le coltivazioni.

Sbalzi termici repentini e condizioni atmosferiche imprevedibili, hanno creato stress per le piante, influenzando la qualità e la quantità delle produzioni.

Un Biostimolante unico nel suo genere.

In contesti climatici instabili, l’impiego di biostimolanti diventa cruciale per aiutare le piante a mantenere l’equilibrio fisiologico.

Per sostenere le colture durante la stagione invernale la soluzione ideale è rappresentata da Macys BC 28: un concentrato puro di alga Macrocystis Integrifolia, riconosciuto dal Decreto legislativo 75/2010 dei fertilizzanti come biostimolante.

Un’alga unica è coltivata nella British Columbia (Canada) e raccolta con un processo meccanico a bassa temperatura, preservando la concentrazione di sostanze biologicamente attive.

Processo produttivo Macrocystis Integrifolia
Processo produttivo dell’alga Macrocystis Integrifolia

A differenza di altre alghe, la Macrocystis Integrifolia cresce in condizioni di stress nei fondali dell’Oceano Pacifico canadese, rendendola ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, utili per incrementare la produttività e la resistenza alle condizioni ambientali difficili.

L’approccio di Cifo contro le gelate precoci.

Macys BC 28, grazie alla sua varietà di sostanze biologicamente attive, potenzia le funzioni fisiologiche e metaboliche della pianta, aumentandone la resistenza a stress ambientali e fisiologici come ritorni di freddo, squilibri idrici e nutrizionali.

CIFO prodotti gelate precoci
Macys BC 28 e Ener 26

Per prevenire i danni da gelo, si consiglia un programma di interventi ripetuti, supportando la pianta nei periodi più delicati.

Durante le prime fasi di sviluppo dei germogli, Macys BC 28 può essere somministrato in combinazione con Ener 26, una specialità nutrizionale utilizzabile per via fogliare anche in Agricoltura Biologica.

Questo formulato fornisce Potassio, Zolfo e microelementi utili a mantenere l’equilibrio osmotico all’interno delle cellule vegetali e ad abbassare il punto di congelamento prevenendo danni alle membrane cellulari.

L’azione sinergica di entrambi i prodotti aumenta la resistenza della pianta ai bruschi cali di temperatura e riattiva i processi fisiologici e biochimici di risposta dopo episodi di gelo, aiutando la pianta a recuperare rapidamente il suo ottimale sviluppo vegeto-produttivo.

Entrambi i prodotti vengono applicati ai seguenti dosaggi.

Prodotto Dose Applicazione
Macys BC 28 2 L/ha Per via fogliare, ripetendo gli interventi a distanza di 7-10 giorni
Ener 26 2,5 L/ha Per via fogliare, ripetendo gli interventi a distanza di 7-10 giorni

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MIGLIORARE LE PEZZATURE DEI FRUTTI PER UN MERCATO ESIGENTE

Migliorare la pezzatura di frutti e ortaggi significa ottenere produzioni maggiori, ma anche frutti che spuntano prezzi migliori sul mercato.

Il processo di crescita dei frutti è una fase molto delicata per la pianta. Qualunque stress o alterazione del metabolismo può rallentarlo o comprometterlo e ciò si ripercuote direttamente sulla produzione e la redditività della coltura.

Attraverso specifiche specialità nutrizionali è possibile ottimizzare i processi di accumulo delle sostanze di riserva nei frutti o negli ortaggi, inoltre l’impiego di questi prodotti può diminuire l’influenza di condizioni avverse ambientali sullo sviluppo dei frutti, evitando blocchi o rallentamenti del metabolismo.

Nei mesi di aprile e maggio, su piante da frutto, su vite, olivo e kiwi, Macys BC 28 e Cifamin BK rappresentano il binomio perfetto per rispondere alle richieste di un mercato sempre più esigente. Grazie al loro uso combinato si potranno quindi ottenere frutti dal calibro importante e piante più resistenti agli stress climatici.

Macys Bc 28, è il biostimolante di origine interamente naturale e vegetale, che migliora la resistenza agli stress ambientali e supporta le piante in tutti i processi riproduttivi e generativi.
Macys BC 28 è composto al 100% da estratto puro di Macrocystis Integrifolia, un’alga bruna, tipica delle coste canadesi, ricca di vitamine e polisaccaridi (laminarine, alginati), raccolta a mano e successivamente lavorata con un processo, esclusivamente meccanico e a bassa temperatura, che consente di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti.

Cifamin BK è una specialità nutrizionale, contenente matrici organiche di alta qualità e microelementi, appositamente studiato per favorire i processi di divisione e distensione cellulare di frutta e ortaggi.
Cifamin BK è ricco di amminoacidi e peptidi derivanti da un processo di idrolisi enzimatica che aumentano e potenziano l’effetto generato sulle piante. Grazie alla presenza di alcuni aminoacidi ad azione stimolante, favoriscono la moltiplicazione cellulare, mentre altri stimolano l’attività fotosintetica, potenziando le attività riproduttive e generative delle piante stesse.

aumento-pezzatura

Mosca dell’olivo: Soluzioni naturali a basso impatto ambientale

Le soluzioni naturali Polvere di roccia e Propoli si rivelano efficaci nel contrastare la mosca dell’olivo, un insetto dannoso per l’olivicoltura.

La mosca dell’olivo, conosciuta scientificamente come Bactrocera oleae è un insetto fitofago che può causare gravi danni alla produzione di olive, le femmine della mosca dell’olivo depongono le uova all’interno dei frutti, a partire dalla fase di indurimento del nocciolo, in seguito le larve, scavando nel mesocarpo delle olive, provocano danni alle drupe che possono portare alla loro caduta prematura.

Inoltre, l’attacco delle larve può causare anche alterazioni alla qualità dell’olio estratto dalle olive, generando conseguenti danni sia in termini di quantità che di qualità della produzione.

Se in passato le alternative erano diverse (es. Dimetoato, esche di Spinosad ed altri p.a. ovo-larvicidi), osservando il quadro attuale è facilmente intuibile che le strategie di controllo sono e saranno sempre più orientate verso l’impiego di prodotti a basso impatto per l’ambiente.

È proprio in questo cambio che si fa largo la classe di prodotti denominata “corroboranti”, altro non sono che dei formulati in grado di potenziare ed attivare le difese naturali delle piante nei confronti di agenti fitopatogeni fogliari e radicali, sia in maniera diretta, attraverso l’attivazione di geni i cui prodotti inibiscono l’alimentazione, il metabolismo, la crescita e la riproduzione di patogeni, sia in maniera indiretta, grazie alla produzione di specifici metaboliti volatili (HIPVs) in risposta all’ attacco dei fitofagi.

Una via più sostenibile per il controllo preventivo della mosca dell’olivo

Come già accennato, revoche di principi attivi e limitazioni d’uso sia in convenzionale che in regime biologico, stanno spingendo sempre più agricoltori ad optare, ove possibile, per alternative più sicure e con zero residui sul prodotto finale oppure in miscela con prodotti fitosanitari.

Dopo anni di rigorose sperimentazioni, sia in laboratorio che in campo, sono stati finalmente introdotti sul mercato due nuovi prodotti a efficacia preventiva: Polvere di roccia e Propoli entrambi questi corroboranti sono approvati per l’uso in agricoltura biologica e possono essere impiegati sia singolarmente che in sinergia tra loro.

Mosca-dell'olivo-Soluzioni-naturali-a-basso-impatto-ambientale
Polvere di roccia e Propoli

Perché è davvero efficace? Le sperimentazioni

Per valutarne l’efficacia entrambi i prodotti sono stati testati presso i laboratori e gli oliveti del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia e confrontati con altre tesi in cui sono stati applicati prodotti a base di caolino, a base di rame o semplicemente con acqua (controllo generale).

Sia nella prova in laboratorio, sia in quella in campo, i pro­dotti impiegati per i trattamen­ti sono stati applicati con dosi comprese negli intervalli ri­portati in etichetta, la Polvere di roccia e il caolino sono sta­ti applicati come sospensioni acquose.

Polvere di roccia Cifo è costituita da parti­celle di dimensioni < 20 μm ed è composta da una percentuale variabile di chabasite, phillipsite, K-feldspa­to, biotite, pirosseno e vetro vulcanico, inve­ce, la Propoli impiegata nella sperimentazione è un estratto di propoli delle api (1,2% p/p) in soluzione di olio di semi di lino.

Per il test in laboratorio è stata identificata un’arena sperimentale consistente in una piastra Petri in cui è stata inserita una porzione di frutti della cultivar Frantoio esposta ad una femmina fisogastra di mosca delle olive in cui per ciascuna è stata valutata l’effettiva ovideposizione.

La prova in campo è stata condotta in un oliveto adulto (in piena produzione), situato a Spello (Umbria), costituito da alberi della cul­tivar Borgiona allevati a vaso, con distan­ze di piantagione di m 5 x 5.

Le tesi sono state così suddivise:

Tesi Dosaggio
Polvere di roccia 6 kg/ha (concentrazione 600 g/hl)
Propoli 3 L/ha (300 mL/hl)
Miscela di Propoli e Polvere di roccia 3 L/ha + 6 kg/ha, rispettivamente
Miscela di Propoli e caolino Rispettivamente 3 L/ha + 40 kg/ha
Caolino (100%) 40 kg/ha (4 kg/hl)
Sola acqua come controllo

Dalla prova condotta in laborato­rio è stata confermata l’efficacia rispetto al controllo di Polvere di roccia, da sola o in miscela con Propoli , con un effetto significa­tivo sulla riduzione delle ovideposizio­ni (Grafico 1)

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Nella prova condotta in campo, la percentuale di olive attaccate da B. oleae, cioè che mostravano almeno una pun­tura di ovideposizione, diffe­riva tra i diversi trattamenti e il controllo (Grafico 2), in par­ticolare, i trattamenti con la tesi Polvere di roccia + Propoli e con la tesi Caolino + Propoli , hanno mostrato i livelli di attacco più bassi, entrambi inferiori al 10%.

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Sostenibilità non solo ambientale ma anche economica

I dati riportati dal Grafico 2 mostrano indiscutibimente un’efficacia maggiore della combinazione Caolino + Propoli, tuttavia, occorre precisare che si sta confrontando un quantitativo di Caolino (40 Kg) quasi 7 volte superiore alla dose applicata di Polvere di roccia, con un’efficacia quasi del tutto paragonabile, questo aspetto mette in luce, da un lato, la considerevole riduzione di costi permessa dall’uso della tesi Polvere di roccia + Propoli, dall’altro lato, viene evidenziato anche il plus apportato dalla Propoli, grazie proprio alla creazione di quel “film” ad effetto adesivante sulla superfice delle olive rendendole meno attrattive per le femmine durante l’ovideposizione, questa combinazione permette inoltre di aumentare e prolunga­re l’effetto dei singoli prodotti (caolino e Polvere di roccia), consentendo così di ridurre il numero di tratta­menti da eseguire.

Più flessibilità nelle strategie di controllo della mosca

L’impiego di Polvere di roccia e Propoli in maniera sinergica mostra notevoli potenzialità di controllo, sia in lotta integrata sia in biologico, anche le successive sperimentazioni in campo hanno confermato la stessa efficacia ed oggi vengono utilizzati con 3 diverse finalità:

  • Come metodo di controllo principale, ripetendo al bisogno i trattamenti;
  • In trattamenti supplementari associati alle tecniche di controllo adulticide o ovo-larvicide, consentendo di ridurre il numero di trattamenti con esche o insetticidi;
  • Per ridurre l’effettivo quantitativo di rame impiegato.
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Branchetta trattata con Polvere di roccia + Propoli

 

Bibliografia
Daher E., Cinosi N., Chierici E., Rondoni G., Famiani F., Conti E. – 2022. Field and Laboratory Efficacy of Low-Impact Commercial Products in Preventing Olive Fruit Fly, Bactrocera oleae, Infestation. Insects 13, 213. https://doi.org/10.3390/insects13020213
Daher E., Cinosi N., Chierici E., Rondoni G., Famiani F., Conti E. 2022. Collection and Processing of Behavioural Data of the Olive Fruit Fly, Bactrocera oleae, When Exposed to Olive Twigs Treated with Different Commercial Products. Data, 7(7): 85.
Daher E., Rondoni G., Cinosi N., Conti E., Famiani F. – 2023. Particle Films Combined with Propolis Have Positive Effects in Reducing Bactrocera oleae Attacks on Olive Fruits. Horticulturae 9, 397. https://doi.org/10.3390/horticulturae9030397
Daher E., Cinosi N., Chierici E., Rondoni G., Famiani F., Conti E. – 2023. Polvere di roccia e propoli contro la mosca dell’olivo. Olivo e Olio 4, 40-43.

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Nocciolo: strategie per migliorare la risposta agli stress ambientali

Una coltura in grande espansione.

La coltivazione delle nocciole è un’arte antica che si fonde con la modernità, in Italia, la crescente domanda interna di nocciole ha portato a un aumento della superficie coltivata, secondo i dati Istat, gli impianti sono cresciuti del 18,6% in 14 anni, raggiungendo 84.426 ettari.

Questo trend positivo è guidato da regioni come il Piemonte e il Lazio, che hanno visto un notevole incremento delle superfici coltivate negli ultimi anni.

Esigenze geo-pedologiche e nutrizionali del nocciolo.

La coltura del nocciolo è versatile e si adatta a diversi tipi di terreno, tuttavia, preferisce climi temperati e suoli mediamente profondi con pH subacido, per ottenere una resa ottimale, è essenziale garantire una buona dotazione di sostanza organica nel terreno.

Questo aiuta a prevenire ristagni idrici, che potrebbero favorire i marciumi radicali.

Durante la concimazione di fine inverno/primavera, l’obiettivo principale è quello di supportare l’attività vegetativa della pianta di nocciolo fino al completamento della produzione.

problemi climatici del nocciolo problemi climatici del nocciolo

In questo periodo, la pianta utilizza le riserve accumulate durante l’autunno per avviare l’attività vegetativa, tuttavia, una volta completato lo sviluppo iniziale dei nuovi germogli e delle foglie, la pianta richiede ulteriore nutrimento per sostenere la crescita continua e il successivo sviluppo vegetativo.

L’azoto (N) è l’elemento chiave da fornire in questo momento, in quanto è essenziale per la sintesi delle proteine, la crescita delle foglie e il mantenimento della vigorosa attività metabolica della pianta, l’azoto favorisce la formazione di nuovi tessuti vegetali e stimola la fotosintesi, aumentando così la capacità della pianta di produrre e accumulare energia.

Durante questa fase diviene fondamentale anche l’apporto di amminoacidi ottenuti da idrolisi enzimatica, in quanto influiscono sulla crescita vegetativa delle piante e contribuiscono al miglioramento del benessere delle stesse anche in condizione di stress ambientale.

Biostimolanti per una fioritura rigogliosa.

Per esaltare la fertilità delle piante di nocciolo, Cifo offre due biostimolanti di grande efficacia che agiscono come veri e propri alleati delle piante, riducendo lo stress e migliorando la fase di fioritura e allegagione: Azomin e Macys BC 28, 

Azomin è un fertilizzante organico liquido ricco di azoto sotto forma proteica e aminoacidica, utilizzabile anche in agricoltura biologica, interagisce in modo sinergico con le piante di nocciolo, fornendo loro nutrimento essenziale e stimolando i processi biochimici vitali.

L’azoto aminoacidico presente in Azomin agisce soprattutto a livello fogliare, stimolando rapidamente i processi enzimatici all’interno delle piante.

Utilizzato alla dose di 8 Kg/ha, accelera l’attività metabolica e favorisce una crescita equilibrata, soprattutto durante le fasi delicate come la fioritura e l’allegagione delle nocciole.

Macys BC 28 è un biostimolante costituito al 100% di alga Macrocystis integrifolia, ricco di sostanze biologicamente attive, come per esempio ormoni di crescita naturali ad attività auxino simile che influiscono positivamente sui processi di allegagione e sviluppo dei frutti.

Inoltre, contiene elevati livelli di vitamina E (tocoferolo) e polisaccaridi come laminarine e alginati, caratterizzati da una forte azione anti stress, utili soprattutto in primavera a fronte di repentini sbalzi di temperatura.

Macys BC 28 apporta quindi misurabili benefici alla coltura, in particolare nei confronti degli stress dovuti a siccità e sbalzi termici.

La qualità delle nocciole conta.

Non basta considerare solo le tonnellate prodotte, la qualità delle nocciole è fondamentale, per ottenere il massimo dai corileti, è cruciale supportare costantemente la fisiologia delle piante, soprattutto durante la fioritura.

Questo momento delicato richiede attenzione e cura, ma i risultati saranno appaganti: nocciole di alta qualità, pronte a conquistare i palati di chi le assaggerà .

Investi nella salute delle tue piante di nocciolo e goditi i frutti di un lavoro ben fatto!

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NOCCIOLO: UNA RISPOSTA CONCRETA AI PROBLEMI CLIMATICI DEL PERIODO

Complice il grande successo che la coltura sta riscuotendo in questi ultimi anni, grazie ai numerosi accordi di filiera stipulati tra aziende agricole e industria dolciaria, crescono ancora le superfici dedicate al nocciolo anche in areali dove sino a qualche anno fa appariva improbabile un cambiamento di rotta.

Oltre a realtà consolidate come Piemonte, Lazio, Campania e Calabria, gli impianti di nocciolo stanno rappresentando una vera e propria alternativa agli ordinamenti colturali tipici in Regioni come Veneto, Toscana, Umbria e altre aree del Centro-Sud Italia.

Oggi, questa coltura deve il suo notevole successo grazie ad un miglior rapporto costi/ricavi e migliori performance agronomiche rispetto le tipiche colture presenti.

D’altro canto, per generare reddito e garantire al contempo un equilibrato standard qualitativo delle produzioni, diviene imprescindibile la formulazione di un corretto piano nutrizionale che tenga conto, per tutti gli areali, delle reali necessità della coltura in tutte le fasi.

In questo periodo è quindi cruciale predisporre le basi nutrizionali per le fasi di fioritura e allegagione in modo da assicurare le migliori performance in campo al momento della raccolta e scongiurare il rischio che le piante possano andare incontro a situazioni di stress ambientale.

nocciolo-una-risposta-concreta

Le 2 soluzioni proposte, nell’ambito del disciplinare Cifo di “Eccellenza nocciolo”, rappresentano il frutto di anni di sperimentazione e prove in campo effettuate su nocciolo in diversi areali d’Italia, attraverso un supporto tecnico che conta una delle reti di specialisti più estese e capillari di tutto il territorio nazionale, in un’ottica ormai consolidata nei riguardi della sostenibilità ambientale:

In tutti gli areali l’utilizzo di Ert 23 Plus registra ormai da anni ottimi risultati e rappresenta la specialità di riferimento in grado di assicurare un’ottima uniformità di fioritura e un notevole potenziamento dell’allegagione.

Il suo principale punto di forza è rappresentato dalla speciale tecnologia attraverso cui viene prodotto, la quale consente una sinergia tra la frazione minerale e la componente biostimolante contenente i principali amminoacidi, tra cui il TRIPTOFANO presente in una speciale forma “biologicamente attivata” che sostiene i processi di divisione cellulare.

La presenza del boro inoltre contribuisce a garantire un corretto sviluppo del budello pollinico, fattore determinante per portare a termine fecondazione e allegagione dei frutti.

nocciolo-una-risposta-concreta

Ritorni di freddo e gelate tardive di fine marzo possono compromettere le condizioni fisiologiche della pianta durante le fasi di fioritura e allegagione.

Attraverso l’utilizzo di Algacifo 3000, estratto d’alga totalmente di origine vegetale, si stimola la pianta a reagire a situazioni di stress ambientale e superare le criticità tipiche del periodo.

Un prodotto dalle caratteristiche davvero uniche sul mercato: ricco di sostanze biologicamente attive con funzione termo ed osmo-regolatrice che hanno dimostrato su nocciolo notevoli risultati in campo durante le fasi di allegagione.

A queste sostanze si somma l’azione delle elevate concentrazioni di vitamine, amminoacidi, polisaccaridi, proteine ed enzimi di origine vegetale con uno spiccato effetto anti stress.

Per maggiori approfondimenti riguardo la coltura e scoprire tutta la gamma nutrizionale dedicata al nocciolo per ogni fase del ciclo colturale vi invitiamo a consultare le nuove schede colturali presenti all’interno del nuovo catalogo Cifo 2021


Nutrizione bilanciata dell’olivo per potenziare la fioritura e l’allegagione.

3 semplici passi per uniformare la fioritura, contrastare gli stress e ridurre l’alternanza produttiva.

Le settimane che seguiranno segneranno il progressivo passaggio dalla fase di germogliamento alla fase in cui l’olivo entra nel periodo della mignolatura, durante questa fase fenologica è possibile osservare in campo la completa comparsa di caratteristici germogli contenenti gemme miste o a fiore che virano dal verde al bianco acceso, da queste gemme si vanno a formare dei particolari palchi di bocci fiorali a forma di grappolo che costituiscono le cosiddette mignole dell’olivo.

A mignolatura completa le infiorescenze raggiungono la dimensione massima con i bocci fiorali che virano dal verde al biancastro, da questo momento in cui i fiori sono ancora chiusi sino alla seconda metà di giugno si apre una finestra temporale in cui l’attività fisiologia delle piante ha raggiunto il pieno regime.

cifo-olivo-allegagione Olivo fioritura e allegagione
Allegagione Mignolatura

Primo step: controllo dei fattori critici.

In questo periodo diversi sono i fattori di stress che possono verificarsi direttamente a danno dei tessuti delle mignole, ad esempio sono frequenti gli sbalzi termici che possono danneggiare lo sviluppo dell’ovario e dello stilo determinando un impoverimento della fertilità del polline ed una perdita di struttura del fiore.

Anche a mignolatura conclusa fattori quali venti secchi ed alte temperature possono causare una disidratazione dello stilo e disseccamento dello stigma.

Olivo fioritura e allegagione

Altri fattori quali eccessi di umidità o piogge prolungate possono invece compromettere l’uniformità di schiusura delle antere causando il dilavamento dei tessuti stilari anche ad impollinazione terminata.

Secondo step: comprendere le esigenze nutrizionali

La necessità del periodo riguarda il garantire un bilanciato apporto nutrizionale ed un corretto sostegno fisiologico per evitare che l’insorgenza di fenomeni di stress termico o carenze e sbilanci nutrizionali possano compromettere le future fasi di fecondazione e di accrescimento drupa, risulta spesso fondamentale l’utilizzo di formulati ad attività ormono simile contenti elementi quali boro e zinco per:

✔️ Stimolare ed uniformare il processo di fioritura
✔️ Garantire i regolari processi di fecondazione ed allegagione
✔️ Evitare gli effetti avversi provocati da fattori di natura abiotica

Terzo step: affidarsi ad un protocollo collaudato.

Per ottimizzare queste delicate fasi, il protocollo messo in campo dai tecnici Cifo prevede l’impiego di Ert 23 Plus e Bz Fast, due specialità nutrizionali ad azione sinergica.

Olivo fioritura e allegagione
Bz Fast e Ert 23 Plus

Ert 23 Plus, ideato per favorire lo sviluppo e l’uniformità delle infiorescenze, contiene L Triptofano, Boro e Potassio, un mix di amminoacidi che vengono attivati grazie allo speciale estratto puro di alga gigante Macrocystis integrifolia con il preciso compito di svolgere un’azione sinergizzante e anti stress.

Impiegato per via fogliare, l’attività biopromotrice di Ert 23 Plus si rivela fondamentale, durante le fasi che precedono la fioritura, in una duplice direzione.

Da un lato, il formulato agisce positivamente sui processi di divisione e differenziazione cellulare, permettendo alla pianta di fornire un supporto metabolico utile a potenziare lo sviluppo e l’uniformità degli organi fiorali dell’anno, dall’altro stimola la formazione delle infiorescenze dell’anno successivo in maniera tale da mitigare anche eventuali fenomeni di alternanza.

Inoltre, la presenza degli estratti d’alga Macrocystis integrifolia consente alla pianta di reagire agli eventuali stress metabolici ed ambientali tipici del periodo di fioritura-allegagione.

Per prevenire e curare eventuali carenze di Boro, specialmente in terreni calcarei, Bz Fast è il prodotto ideale, infatti, in questo periodo, fattori come la germinabilità del polline e la formazione del tubetto pollinico, soprattutto se non gestiti in maniera opportuna, possono rappresentare un collo di bottiglia per la produttività e l’impiego del formulato permette di evitare fenomeni di scarsa allegagione e di cascola.

Il Boro è un elemento necessario per la biosintesi di auxine e lignina che stimola la fertilità del polline e rende la pianta più resistente a stress di natura ambientale.

Per entrambi i prodotti indicati la stabilità delle formulazioni permette la miscibilità con altri prodotti antiparassitari, ad eccezione degli oli minerali, insetticidi a base oleosa, Phosethyl-Al e dodina, per cui l’applicazione può essere effettuata anche in occasione dei trattamenti contro Mosca, Tignola, Occhio di pavone, Margaronia ed altri patogeni.

Prodotto Dose Applicazione
Ert 23 Plus 2,5 L/ha 2-3 interventi fino a caduta petali.
Bz Fast 250 g/hL Durante tutta la fase di piena fioritura fino al rigonfiamento dei bottoni fiorali

Biostimolanti in olivicoltura, l’esperienza del frantoio Bartolini di Arrone.

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Olivicoltura, gli interventi indispensabili per incrementare il potenziale produttivo

Come stimolare in maniera sostenibile l’induzione fiorale e migliorare l’allegagione.

Le settimane appena concluse rappresentano quel momento dell’anno in cui la fase di mignolatura ha raggiunto il suo termine.

Durante questa fase fenologica è possibile assistere in campo alla completa comparsa dei caratteristici germogli che, raggruppati in infiorescenze a forma di grappolo, virano dal verde al bianco acceso andando a formare le cosiddette mignole dell’olivo

Una volta conclusa la fase di mignolatura, le infiorescenze raggiungono ormai la dimensione massima ma i fiori restano ancora chiusi, proprio in questo momento si apre una finestra temporale che intercorre sino alla seconda metà di giugno fino a completa allegagione, proprio questo è il momento in cui occorre fornire alla pianta il corretto mix di elementi nutritivi di cui necessita, in maniera tale da assicurare il corretto compimento della fase di fioritura, per supportare le reazioni biochimiche che regolano il successivo processo fecondativo e l’uniformità di accrescimento della drupa.

Gli aspetti critici da considerare per delineare la strategia nutrizionale.

Durante questo periodo diversi sono i fattori di stress che possono verificarsi direttamente a danno dei tessuti delle mignole, con ripercussioni negative sulla produzione finale, eventi quali freddi tardivi o sbalzi termici ad esempio possono danneggiare lo sviluppo dell’ovario e dello stilo determinando un impoverimento della fertilità del polline ed una perdita di struttura del fiore, anche a mignolatura conclusa fattori quali venti secchi ed alte temperature possono causare una disidratazione dello stilo e disseccamento dello stigma.

Eccessi di umidità o piogge prolungate possono invece compromettere l’uniformità di schiusura delle antere e causare un dilavamento dei tessuti stilari anche ad impollinazione terminata.

Il protocollo Cifo per potenziare fioritura ed allegagione.

Per ottimizzare queste delicate fasi, il protocollo messo in campo dai tecnici Cifo si articola su tre step consecutivi a cui corrispondo tre diversi target agronomici:

  • Stimolare ed uniformare il processo di fioritura.
  • Garantire i regolari processi di fecondazione ed allegagione.
  • Scongiurare gli effetti avversi provocati da fattori di natura abiotica.

La specialità nutrizionale impiegata con successo per favorire lo sviluppo e l’uniformità delle infiorescenze è Ert 23 Plus, un biopromotore contenente con un mix di amminoacidi, L Triptofano, Boro e Potassio attivati dall’estratto puro della speciale alga gigante Macrocystis integrifolia ad azione sinergizzante.

Impiegato per via fogliare alla dose di 2,5 L/ha, attraverso 2-3 interventi fino a caduta petali, l’attività biopromotrice di Ert 23 Plus si rivela fondamentale durante le fasi che precedono la fioritura, agendo positivamente sui processi di divisione e differenziazione cellulare, permette alla pianta di fornire un supporto metabolico utile a potenziare lo sviluppo e l’uniformità degli organi fiorali dell’anno, stimolando al contempo la formazione delle infiorescenze dell’anno successivo in maniera tale da mitigare anche eventuali fenomeni di alternanza.

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Carenza di Boro Fase di allegagione

La presenza degli estratti d’alga Macrocystis integrifolia consente inoltre alla pianta di reagire agli eventuali stress metabolici ed ambientali tipici del periodo di fioritura-allegagione.

Per evitare fenomeni di scarsa allegagione e di cascola è importante intervenire già durante la fase di induzione antogena, in questo periodo fattori come la germinabilità del polline e la formazione del tubetto pollinico possono rappresentare un collo di bottiglia per la produttività se non gestiti in maniera opportuna, a questo scopo l’impiego del formulato BZ Fast durante e fino alla fase di piena fioritura (al rigonfiamento dei bottoni fiorali) alla dose di 250 g/hL si dimostra efficace per prevenire e curare eventuali carenze di Boro che possono verificarsi specialmente in terreni calcarei.

 

Il Boro è l’elemento necessario per la biosintesi di auxine e lignina che stimola la fertilità del polline e rende la pianta più resistente a stress di natura ambientale.

Per entrambi i prodotti indicati la stabilità delle formulazioni permette la miscibilità con altri prodotti antiparassitari, ad eccezione degli oli minerali, insetticidi a base oleosa, Phosethyl-Al e dodina, per cui l’applicazione può essere effettuata anche in occasione dei trattamenti contro Mosca, Tignola, Occhio di pavone, Margaronia ed altri patogeni.


OLIVO: NUTRIZIONE BILANCIATA PER SOSTENERE LE RESE E LA QUALITÀ DELL’OLIO

Se si parla di olivicoltura, è ormai un fatto assodato che i fattori che contraddistinguono la produzione Italiana nel mondo siano due: l’assoluta qualità dei nostri extravergini e la straordinaria varietà che li contraddistingue le oltre 500 cultivar presenti in tutto il nostro territorio, con caratteri morfologici, fisiologici e agronomici unici.

Equilibrio chiave del sistema olivicolo italiano risiede nella capacità degli agricoltori di coniugare aspetti quali il legame con la territorialità, la tradizionalità tipica della lavorazione e le tecniche agronomiche messe in campo per assicurare produzioni standardizzate e costanti.

L’avanzamento tecnico in questo settore mette sempre più in luce la necessità per l’agricoltore di garantire un controllo su aspetti cruciali per la qualità e la redditività dell’oliveto.

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Un controllo che debba necessariamente passare attraverso la corretta gestione di fabbisogni fisiologici e nutrizionali della pianta.

I prossimi mesi saranno decisivi e determinanti per la produzione d’annata, per questo occorre iniziare ad applicare già da ora piani mirati e prefissandosi obiettivi ben chiari: uno degli obiettivi agronomici prioritari per i mesi che seguiranno è quello che riguarda l’accrescimento della drupa, un fattore che influenza positivamente la successiva fase di inolizione.

Oggi sappiamo che in questo periodo l’acido palmitico e stearico lasciano posto all’acido oleico e linoleico, i quali determinano un incremento del contenuto della componente lipidica.

Tutto ciò si traduce quindi in olive con maggiore pezzatura ed una migliore resa in olio al momento della raccolta.

Per ottenere il massimo della carica produttiva in uliveto il protocollo agronomico Cifo prevede l’impiego di due prodotti esclusivi:

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Cifamin BK, specialità biologica contenente matrici organiche di alta qualità e microelementi.

Appositamente formulato per stimolare l’accrescimento della drupa durante le fasi di maggior richiesta metabolica.

L’Arginina, lisina e L-Triptofano contenuti, sinergicamente partecipano alla formazione di nuovi tessuti vegetali, altri amminoacidi quali prolina e idrossiprolina si accumulano invece nelle cellule garantendo un ottimo recupero in caso di stress climatici tipici di questo periodo.

È possibile impiegarlo per via fogliare alla dose di 100g/hL d’acqua.

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SinerVEG, la specialità di riferimento abbinata per amplificare l’azione nutritiva del Cifamin Bk, utilizzabile anche in agricoltura biologica.

Gli estratti lignocellulosici con cui è formulato conferiscono una notevole azione booster, molto utile per consentire un costante assorbimento di nutrienti anche durante periodi di forti stress idrici o climatici.

Ciò permette di evitare che fattori avversi durante la fase di ingrossamento delle drupe possano provocare carenze o arresti metabolici nella pianta, vanificando così la produttività dell’oliveto.

La metodologia d’impiego consigliata prevede interventi per via fogliare alla concentrazione dello 0,5 – 1,3%.

Per ulteriori interventi e obiettivi agronomici legati alla coltura dell’olivo consigliamo di consultare la scheda colturale dove si trovano indicazioni su interventi particolari, con diverse tipologie di prodotti e numero di interventi suddivisi per ogni fase fenologica.

Scopri di più sull’utilizzo dei biostimolanti in olivicoltura


Orticole, ridurre gli stress e aumentare la conservabilità con Macys BC 28 e Calcisan Green

Le proposte di Cifo per assicurare alle colture qualità ed alta tolleranza agli stress

Quando si parla di orticoltura spesso si pensa erroneamente che l’impiego di soluzioni biostimolanti sia giustificato e molte volte incentivato dall’alta remuneratività delle produzioni ma, nella realtà dei fatti, le esigenze di questo comparto negli anni sono diventate via via più stringenti, dovendo fare i conti con aspetti quali ad esempio:

✔️ La non perfetta coincidenza tra maturazione commerciale e maturazione fisiologica delle piante
✔️ Gli alti requisiti di qualità e sanità richiesti da trasformatori e GDO
✔️ La suscettibilità agli squilibri climatici
✔️ Cicli stretti e conseguente deperimento delle caratteristiche dei suoli

Da questi aspetti, appare quindi subito chiaro il rischio di lasciarsi sfuggire dei fattori cruciali per il buon andamento della coltura ed emerge la necessità di operare un’oculata gestione della fertilizzazione, unita alla tutela della naturale fertilità dei suoli e al mantenimento del turgore dei tessuti, aspetti importanti nelle colture di orticole sia in pieno campo sia in serra ma anche nella quarta gamma dov’è importante il bisogno di conservare intatta la qualità e le proprietà nutrizionali del prodotto fresco, specie se si opera in regime di agricoltura biologica.

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L’esperienza di Cifo

Per affrontare queste criticità, le soluzioni messe in campo da Cifo, in oltre 50 anni di ricerca e sperimentazione in campo a servizio della sostenibilità nel settore della nutrizione vegetale, prevedono l’impiego di specialità applicate in fasi ed epoche diverse che lavorano in maniera complementare sfruttando l’azione di acidi umici, acidi fulvici, amminoacidi di origine naturale, microrganismi e sostanze bioattive contenute nell’alga gigante Macrocystis integrifolia.

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Coltura di fagiolino in pieno campo Coltura di pomodoro nero in serra

Potenziare la fertilità dei suoli

Gli acidi umici e fulvici contenuti all’interno di Cifoumic agiscono positivamente sulla fertilità del suolo ed esplicano un’azione biostimolante mirata a stimolare l’attività biologica nel terreno attraverso un potenziamento dell’attività dei microrganismi del suolo, ma non solo!

Usato in fertirrigazione permette alla pianta di incrementare lo sviluppo delle radichette assorbenti ed assorbire con migliore efficacia nutrienti quali fosfati, ferro, microelementi ecc., grazie ad un’azione complessante e protettiva.

Se impiegato in suoli in cui insistono condizioni difficili, quali ad esempio la presenza di xenobiotici o sostanze dannose (diserbanti, antibiotici, metalli pesanti ecc.) per piante e terreno, Cifoumic svolge anche un’azione “detossificante” e neutralizzante che permette di completare il ciclo delle colture anche su terreni in cui si praticano colture particolarmente intensive.

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Bioregolatori a servizio della Rizosfera

Per contrastare il fenomeno della stanchezza del terreno e migliorare il Rizobioma la ricerca Cifo ha messo a punto Blok L e Blok Sinergy, bioregolatori della Rizosfera, prodotti biologici che favoriscono la relazione di reciproco vantaggio tra pianta e microrganismi benefici del suolo (mutualismo) rendendo le radici della coltura inappetibili ad organismi tellurici, promuovendo lo sviluppo e le funzionalità radicali (grazie all’alga Macrocystis integrifolia e ai batteri del suolo presenti nei prodotti) e rafforzando il naturale effetto barriera del rizobioma.

Applicati in strategia sinergica in fertirrigazione, sia Blok L (che agisce come prebiotico, favorendo l’attività della microflora benefica del suolo) che Blok Sinergy (agisce da probiotico ripopolando il Rizobioma) consentono di preservare, sostenibilmente, ottimali livelli produttivi e di qualità, anche in presenza di avversità telluriche.

Grazie all’efficacia biostimolante, il loro utilizzo ripristina il Rizobioma, il quale costituisce la prima barriera che i parassiti tellurici, nematodi inclusi, debbono attraversare per raggiungere la radice e allo stesso tempo aiutano le piante a reagire alla situazione di stress.

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Scongiurare i rischi degli stress abiotici

Macys BC 28 è un potente biostimolante impiegabile anche in agricoltura biologica costituito al 100% dal succo concentrato dell’alga Macrocystis integrifolia, in grado di influenzare positivamente la fisiologia della pianta e predisporre le basi per superare tutti i momenti di stress del periodo, grazie alla presenza inalterata di tutte le numerose sostanze biologicamente attive contenute naturalmente all’interno dell’alga stessa.

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Preservare la qualità e la conservabilità delle produzioni

Altro aspetto molto importante riguarda anche l’assicurare una buona consistenza della bacca e dei tessuti vegetali per incrementare la shelf life ed evitare fessurazioni che possono causare la perdita di succhi e l’insediamento di agenti patogeni.

Per far fronte a questa esigenza Cifo ha ideato Calcisan Green, uno speciale biostimolante contenente calcio e magnesio a base del concentrato puro dell’alga Macrocistys integrifolia, la quale permette una maggiore veicolazione della frazione di calcio traslocabile all’interno dei tessuti vegetali.

L’impiego del prodotto ha dimostrato di favorire l’elasticità delle membrane cellulari e in questo modo ridurre i danni da cracking di polpa e buccia, anche in varietà sensibili.

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Supportare le fasi di maturazione e invaiatura

Avviandosi verso le fasi finali di coltivazione, che precedono la raccolta è facile incappare nel rischio di sovramaturazione mentre si aspetta la completa maturazione dei frutti, con conseguenti perdite di prodotto in campo.

Le soluzioni proposte in questo caso da Cifo sono Ener 26 e Cet 46 Green, da abbinare in un’unica applicazione per intensificare e uniformare la colorazione aumentando al contempo il grado Brix.

Ener 26 è un formulato, impiegabile in agricoltura biologica, a base amminoacidica e arricchito con macro e mesoelementi utili a fornire istantaneamente energia metabolica alla pianta, in particolare, influenza positivamente il metabolismo degli zuccheri e la traslocazione dei fotosintetati (zuccheri, amminoacidi, sali minerali, ecc.) verso le bacche.

L’impiego in abbinamento a Cet 46 Green permette di supportare il metabolismo delle piante proprio nella fase in cui la richiesta energetica raggiunge il picco, per uniformare la maturazione ottenendo un incremento di tutti i parametri qualitativi.

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ORTICOLTURA NEL SUD ITALIA, GLI ALLEATI UTILI A GENERARE VALORE NEL COMPARTO

Sostanza organica, sviluppo radicale e sostenibilità degli interventi, le tre parole chiave della strategia Cifo per superare le criticità stagionali

La stagione delle colture orticole in meridione, in particolar modo in coltura protetta, non sembra mostrare decelerazioni nelle operazioni colturali neanche in questo periodo dell’anno con l’inverno ormai alle porte.

Che si parli di colture scalari di peperone e di pomodoro da mensa nelle serre del Sud, con prezzi eccezionalmente incoraggianti per il periodo soprattutto per ciliegino e datterino, o di brassicacee, carciofi e altri ortaggi a foglia in pieno campo, per i quali i risultati della campagna appaiono ancora abbastanza altalenanti, si manifesta evidente la necessità per gli operatori di garantire in ogni caso elevati standard qualitativi e produzioni apprezzabili in termini quantitativi al fine di poter generare margine.

orticole

Durante questo periodo, le condizioni pedo-climatiche giocano un ruolo fondamentale nella gestione della coltura sia in serra fredda che in pieno campo, dove si prefigura la necessità di porre maggior attenzione soprattutto riguardo eventuali sbalzi termici che possono incidere negativamente sul metabolismo della pianta.

In questo contesto, occorre tenere in considerazione anche la gestione del suolo o del substrato di coltura che può risultare più complicata a seguito di un eventuale eccessiva presenza di sodio, dannosa per la fisiologia e lo sviluppo delle colture.

Oltre ai due fattori appena descritti, in questo periodo si somma anche l’azione di un calo dell’intensità luminosa che, soprattutto in presenza di suoli poveri di S.O., incide in particolar modo sull’accumulo dei nitrati nelle colture da foglia, un aspetto su cui la legislazione vigente impone severi limiti.

Per le orticole risulta quindi fondamentale fornire un supporto al metabolismo primario attraverso strumenti e metodi mirati che consentono alle piante di ridurre l’impatto dei fattori limitanti appena citati e apportare valore all’intero comparto.

La strategia messa in campo da Cifo, attraverso tutta l’esperienza maturata in oltre 50 anni di ricerca a servizio della sostenibilità nel settore della nutrizione vegetale, prevede i seguenti scopi per poter affrontare le criticità del periodo:

  • Incrementare il volume di suolo esplorato dalle radici per facilitare l’assorbimento dei nutrienti e mitigare gli effetti di xenobiotici e sostanze dannose su colture particolarmente intensive;
  • Apportare sostanza organica al terreno/substrato per predisporre un rilascio graduale degli elementi immobilizzati nel suolo riducendo i dosaggi di fertirriganti;
  • Ridurre ed evitare gli eccessi di salinità durante la fase di fertirrigazione in modo da limitare gli stress per le colture.

Cifoumic è il biostimolante ideale in applicazione fogliare e in fertirrigazione, sia in serra che in pieno campo, per promuovere lo sviluppo delle radici assorbenti, potenziare la fertilità del suolo e migliorare la capacità di scambio della rizosfera.

cifoumic macys bc28

In applicazione fogliare si consiglia l’impiego del Macys BC 28, biostimolante a base dell’alga Macrocystis Integrifolia che influenza positivamente la fisiologia della pianta e predispone le basi per superare i momenti di stress.

Per i problemi legati ad un eccesso di salinità dei suoli/substrati di coltivazione risulta utile l’impiego di Sinergon R, un complesso di amminoacidi naturali impiegabile in fertirrigazione e a livello radicale.

sinergon r radicifo l 24

Infine, per favorire i processi di sviluppo di radici avventizie e peli assorbenti incrementando al contempo il contenuto di clorofilla nelle foglie e lo sviluppo di nuovi germogli il prodotto ideale da impiegare in fertirrigazione risulta Radicifo L24.


PERCHÈ USARE LA POLVERE DI ROCCIA IN AGRICOLTURA?

Polvere di Roccia è un prodotto classificato come corroborante compreso nella lista del decreto datato 18/07/2018 – disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 e loro successive modifiche e integrazioni, relativi alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici.

Questa particolare tipologia di mezzi tecnici viene riconosciuta dalla legge stessa come categoria di sostanze in grado di potenziare le difese delle piante, ovvero sostanze di origine naturale che migliorano la resistenza delle piante agli stress biotici e abiotici. Essendo un materiale di per sé inerte è consentito l’utilizzo senza limitazioni. Polvere di Roccia può essere utilizzata in Agricoltura Biologica ed è innocua per l’uomo, gli insetti utili e gli organismi acquatici.

Entrando più nello specifico, quest’ultima trova le sue principali applicazioni riconducibili a tre fasi specifiche:

  • Durante il periodo estivo, contro l’eccesso di caldo, proteggendo le piante da fenomeni di ustione;
  • Ha dimostrato un’azione contro gli attacchi anche da parte di insetti e acari;
  • Nel periodo autunnale, asciugando le superfici delle piante, abbassando quindi il tasso di umidità fogliare.

Grazie a queste caratteristiche il prodotto viene utilizzato come corroborante in grado di aumentare le resistenze delle piante agli agenti patogeni quali funghi, batteri, fitoplasmi, insetti ed acari.

Polvere di Roccia viene utilizzata soprattutto in viticoltura: il velo protettivo che si viene a creare sulla superficie fogliare crea una patina idrofobica che ostacola l’inoculo e di conseguenza la proliferazione di funghi e batteri. Abbassando il tasso di umidità fogliare, il prodotto agisce in modo “attivo” abbassando di conseguenza anche la probabilità di insorgenza di varie malattie fungine.

La distribuzione di Polvere di Roccia sui tessuti delle piante crea uno strato idrofobico allo stesso tempo in grado di respingere l’acqua; il suo compito viene sfruttato anche durante il periodo estivo per proteggere i tessuti vegetali dalle scottature solari.

Nei confronti di acari e insetti, grazie alla particolare struttura delle particelle che la compongono se distribuita sulla vegetazione crea confusione ai recettori visivi e tattili degli insetti, che non riescono a riconoscere le piante bersaglio. In questo modo abbiamo una riduzione e localizzazione del danno soprattutto da parte della mosca dell’olivo, mosca della frutte e lepidotteri in genere. È inoltre in grado di ostacolare il movimento degli acari eriofidi, limitandone di conseguenza anche il danno, grazie alla forma lamellare ed aghiforme delle particelle che la compongono;

La riproduzione degli acari è notevolmente limitata, poiché le uova, deposte sul sottile strato di microparticelle, non si sviluppano.

polvere di roccia

Cifo, da sempre attenta alle richieste del mercato, all’innovazione ma soprattutto a prodotti che non abbiano effetti collaterali sulla salute ambientale, propone l’utilizzo di Polvere di Roccia in associazione al prodotto Propolis, per massimizzare l’efficacia del trattamento e per dare ulteriore sostegno alla pianta. La propoli, prodotto ricchissimo in vitamine, è un ottimo stimolante naturale che esplica un’azione preventiva e curativa grazie anche alle ben note proprietà fungicide, battericide e antivirali. Il suo utilizzo è indicato per prevenire le malattie crittogamiche degli alberi da frutto e ortaggi.

Propolis inoltre svolge un’azione di stimolo anche per le funzioni fisiologiche fondamentali e favorisce i fenomeni di ciatrizzazione di tessuti e ferite causate da lesioni, piuttosto che innesti e/o potature.


Pomodoro da industria: alte rese e qualità al top

A maggio la campagna di coltivazione del pomodoro è entrata ormai nel vivo.

In tutta Italia i trapianti sono ormai per la maggior parte conclusi e nel frattempo rimangono le ultime settimane a disposizione per effettuare la messa a dimora delle varietà più tardive con raccolta a fine settembre.

I problemi da fronteggiare nella stagione confermano ormai un trend stabile in ogni annata: un mercato caratterizzato da una serrata concorrenza, margini assottigliati per i produttori per via dei crescenti costi energetici e ricavi che dipendono strettamente da alti livelli di resa, uniformità di pezzatura e grado Brix ottimale alla raccolta.

Pomodoro da industria: alte rese e qualità al top

Questi aspetti sono sempre più ricercati dalle aziende di trasformazione e dagli stessi consumatori che richiedono conserve e prodotti di provenienza nazionale, caratterizzati da un notevole valore di servizio elevata serbevolezza e garanzia di qualità.

È quindi facile comprendere che, se il mercato richiede nuovi standard qualitativi, per l’imprenditore vi è la necessità di cogliere tutte le innovazioni messe in campo attraverso la ricerca agronomica per non rimanere indietro e subire gli stessi standard vedendoli più come vincoli che come fattori distintivi.

Come ottenere risultati migliori in resa e caratteristiche organolettiche.

Il protocollo Cifo prevede l’impiego di 3 specialità in azione sinergica, ognuna di queste con uno specifico target agronomico:

  • Ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare la sostanza secca
  • Migliorare il grado zuccherino, uniformare colorazione e maturazione
  • Favorire la maturazione migliorando la pezzatura e esaltando le caratteristiche qualitative della produzione commerciabile.

Il protocollo Cifo.

Per ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare il quantitativo di sostanza secca alla raccolta migliorando la resa industriale, da anni risulta particolarmente efficace utilizzare Cifo KS 64 nelle fasi centrali del ciclo di coltivazione (40 giorni dalla raccolta), Cifo KS 64 è un fertilizzante speciale liquido ricco di Potassio, Zolfo, acidi organici ed L-Prolina; questo amminoacido naturale risulta particolarmente efficace in situazioni di stress idrico-salino a carico della pianta.

La dose consigliata è di 10 Kg/ha, valutando un eventuale secondo intervento sulla base della risposta dell’impianto.

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L’altro intervento citato in precedenza è legato all’ottenimento di bacche con migliori caratteristiche qualitative alla raccolta, incrementando ed uniformando al contempo la pezzatura, la specialità che più si sposa con questo target è Cet 46 Green, prodotto biologico dalle caratteristiche davvero innovative, basato sull’azione combinata dell’alga Macrocystis integrifolia, in sinergia con amminoacidi, acidi carbossilici e microelementi in forma chelata.

Il formulato permette di attivare i meccanismi biologici che favoriscono il metabolismo degli zuccheri e degli acidi grassi, oltre che la sintesi di antocianine e carotenoidi. Ciò si traduce in una migliore colorazione della bacca, un maggiore grado Brix ed una migliore uniformità di maturazione alla data di raccolta.

Cet 46 Green trova impiego in abbinamento, per via fogliare, con Ener 26, alla dose di 2,5 L/ha ripetuto in due trattamenti.

Ener 26 è uno speciale formulato impiegabile in agricoltura biologica a base amminoacidica ed arricchito con macro e mesoelementi utili a fornire energia metabolica alla pianta, ad effetto istantaneo, in particolare influenza positivamente il metabolismo degli zuccheri e la traslocazione dei fotosintetati (zuccheri, amminoacidi, sali minerali, ecc.) verso le bacche.

L’impiego di Ener 26, per via fogliare alla dose di 3 L/ha, in abbinamento a Cet 46 Green a 20-10 giorni dalla data di raccolta, permette di supportare il metabolismo delle piante proprio nella fase in cui la richiesta energetica raggiunge il picco, per uniformare la maturazione ottenendo un incremento di tutti i parametri qualitativi.


Pomodoro da industria: gli interventi per assicurare maturazione, grado Brix e ridurre gli scarti

In luglio la campagna di coltivazione del pomodoro è ormai in piena attività.

I campi sono quasi prossimi alla raccolta e rimangono le ultime settimane a disposizione per effettuare gli interventi utili ad uniformare la produzione ed ottenere un raccolto di alta qualità.

Nonostante l’accordo sul prezzo medio di riferimento, il trend della stagione non può che seguire quello già delineato con le precedenti: un mercato caratterizzato da una serrata concorrenza e margini per i produttori sul filo del rasoio, in una partita giocata tra resa e caratteristiche qualitative dei prodotti alla raccolta.

Proprio quest’ultimo rappresenta un aspetto sempre più ricercato dalle aziende di trasformazione e dagli stessi consumatori che richiedono conserve e prodotti di provenienza nazionale, caratterizzati da un notevole valore di servizio e da elevata serbevolezza.

È quindi facile comprendere che, se il mercato richiede nuovi standard qualitativi, per l’imprenditore vi è la necessità di cogliere tutte le innovazioni messe in campo attraverso la ricerca agronomica per non rimanere indietro e subire gli stessi standard vedendoli più come vincoli che come fattori distintivi.

Pomodoro da industria

Ottenere risultati migliori in resa e caratteristiche organolettiche.

Il protocollo prevede l’impiego di 3 specialità in azione sinergica, ognuna di queste con uno specifico target agronomico:

  • Ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare la sostanza secca

  • Migliorare il grado zuccherino, uniformare colorazione e maturazione

  • Ridurre la l’incidenza dello scarto e migliorare la consistenza della bacca. verde e la presenza di pomodori sovramaturi.

Il protocollo Cifo.

Per ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare il quantitativo di sostanza secca alla raccolta, ormai da anni risulta particolarmente efficacie nelle fasi centrali e finali del ciclo di coltivazione l’impiego di Cifo KS 64, il fertilizzante speciale liquido ricco di Potassio, Zolfo, acidi organici ed L-Prolina, un amminoacido naturale particolarmente efficacie in situazioni di stress idrico-salini a carico della pianta.

La dose consigliata è di 15 Kg/ha per via fogliare frazionato in due interventi.

Pomodoro da industria

L’altro intervento citato in precedenza è legato all’ottenimento di bacche con migliori caratteristiche organolettiche alla raccolta, riducendo lo scarto verde e la presenza di pomodori troppo maturi.

La specialità che più si sposa con questo target è rappresentata dal Cet 46 Green, un prodotto biologico dalle caratteristiche davvero innovative, basato sull’azione combinata dell’alga Macrocystis integrifolia, in sinergia con amminoacidi, acidi carbossilici e microelementi in forma chelata.

Il formulato permette di attivare i meccanismi biologici che favoriscono il metabolismo degli zuccheri e degli acidi grassi, oltre che la sintesi di antocianine e carotenoidi, ciò si traduce in una migliore colorazione della bacca, un maggiore grado Brix ed una migliore uniformità di maturazione alla data di raccolta.

Cet 46 Green trova impiego in abbinamento, per via fogliare, a Cifo KS 64, alla dose di 5 L/ha suddivise in due trattamenti.

Oltre all’uniformità di maturazione al momento della raccolta è importante assicurare anche una miglior consistenza della bacca per incrementare la shelf life ed evitare fessurazioni che possono causare la perdita di succhi e l’insediamento di agenti patogeni.

Per far fronte a questa esigenza Cifo ha ideato Calcisan Green, uno speciale biostimolante contenente Calcio e Magnesio attivati da attivati dal concentrato puro dell’alga Macrocistys integrifolia, la quale permette una maggiore veicolazione della frazione di Calcio traslocabile all’interno dei tessuti vegetali.

L’impiego di Calcisan green, per via fogliare alla dose di 3 L/ha, durante la fase di fioritura del secondo palco, attraverso trattamenti ripetuti fino alla fase di invaiatura, ha dimostrato un’ottima efficacia in termini di notevole incremento dell’elasticità delle membrane cellulari, consentendo di ridurre i danni da cracking della polpa e della buccia anche in varietà sensibili.

Per saperne di più.

Scheda colturale

Obiettivi agronomici


Preservare la fertilità del terreno per salvaguardare le produzioni

Le cause della stanchezza del suolo.

La stanchezza del suolo è un fenomeno rilevante degli ultimi anni e che porta inevitabilmente a una progressiva perdita di produzione delle colture orticole, in generale è dovuta a colture intensive perpetuate nel tempo, senza le adeguate rotazioni colturali e senza gli apporti significativi di nuova sostanza organica.

Generalmente le cause di questo fenomeno non possono prescindere da fattori biotici come batteri, virus, funghi e nematodi, che si specializzano per una determinata coltura e possono rappresentare la causa di deperimenti, ingiallimenti e appassimenti delle foglie con la formazione di galle sulle radici in grado di compromettere l’intero raccolto.

Avversità provocate da funghi del genere Fusarium e Sclerotinia spp. rappresentano tra le maggiori cause di marciumi al colletto e marciumi basali, essendo quelle più diffuse ed in grado di compromettere in maniera grave la coltivazione delle colture da foglia.

STANCHEZZA DEL TERRENO, COME PRODURRE IN CONDIZIONI DIFFICILI

 

Su un altro fronte si manifestano invece le avversità provocate dai nematodi, i quali sono in grado di arrecare danno alle radici di numerose piante orticole come pomodoro, peperone, melanzana, carota, melone, anguria, zucchine, insalate, patate, finocchi, ecc., ma anche di tabacco, vite e fruttiferi.

La loro capacità di crescita è influenzata dalle alte temperature ed ambienti molto umidi, prediligono inoltre terreni sciolti e con sabbia superiore al 30%.

Come migliorare il Rizobioma.

Di frequente gli agricoltori sono concentrati ad osservare esclusivamente la vegetazione che sovrasta il suolo ma, erroneamente, viene trascurato un aspetto fondamentale: ogni pianta vive in larghissima parte per l’attività delle sue radici e questo fa la differenza, anche in termini di risultato finale.

Necessità primaria di ogni sistema agrario è invece quella di creare le condizioni ottimali per i successivi cicli colturali e preservare l’integrità del Rizobioma, questa porzione di terreno esplorata dalle radici ospita una enorme quantità di microrganismi benefici che possono influenzare la crescita e la salute delle piante.

Gli stessi microrganismi possono instaurare vantaggiosi legami con la pianta, costituendo delle vere e proprie risorse benefiche in condizioni del suolo sfavorevoli, relazioni di questo tipo sono dette di mutualismo, in cambio di depositi ed essudati radicali, il Rizobioma promuove lo sviluppo e le funzionalità radicali, migliora la disponibilità di nutrienti e crea un ambiente favorevole alle radici, ma sfavorevole ai nematodi.

Il successo riscosso in campo è il frutto di un lungo lavoro di ricerca, lo stesso lavoro che ha permesso di isolare e potenziare l’azione di quei microrganismi utili, in grado di instaurare benefici rapporti di interazione con la pianta e di fungere da barriera contro le avversità della rizosfera.

Cifo, azienda capofila nel settore della nutrizione speciale delle colture, dopo anni di studio approfondito del microbioma del suolo ha lanciato un prodotto contenente conidi del fungo Trichoderma asperellum del ceppo T34, che lo rendono un formulato dalle caratteristiche uniche sul mercato.

T34 Biocontrol®: un complesso meccanismo d’azione.

Prova su pomodoro

Trattato con spore Trattato con T34 Biocontrol®
Pre-trattamento Post-trattamento

Questo particolare ceppo di Trichoderma asperellum, è unico sia per la sua concentrazione, con 12 miliardi di conidi (forma prontamente attiva per la colonizzazione), sia per il suo triplice meccanismo d’azione:

  • Azione preventiva: rapida colonizzazione della radice con sottrazione degli spazi e dei nutrienti, forte competizione con i funghi patogeni. Innalzamento delle difese endogene delle piante che determinano un ambiente ostile per lo sviluppo dei funghi patogeni.
  • Azione curativa: capacità del T34 Biocontrol® di agire su piante con attacco in atto, determinando un’azione di parassitismo sul fungo patogeno e sintesi di sostanze antibiotiche che determinano il blocco del metabolismo e la morte dei funghi patogeni.
  • Azione stimolante: T34 Biocontrol® svolge un’azione secondaria di stimolo sull’apparato radicale che ne permette una maggiore crescita ed efficienza, grazie alla simbiosi che si genera tra il microrganismo e la pianta.

Oggi il T34 Biocontrol® amplia il suo spettro d’azione potendo beneficiare dell’autorizzazione per l’impiego contro Sclerotinia spp. anche nelle colture di lattuga ed ortaggi da foglia in pieno campo.

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Come utilizzare T34 Biocontrol®

Modalità d’impiego Dose Periodo di applicazione
Incorporazione al substrato di crescita 10 g/m3 Prima della semina
Incorporazione al substrato di propagazione 0,5 g/1000 m2 Prima o immediatamente dopo la semina
Trattamento per irrigazione al suolo 250 g/ha Al trapianto ripetuto per 2 volte

Blok L e Blok Sinergy: due bioregolatori a servizio della rizosfera.

Per contrastare il fenomeno della stanchezza del terreno e migliorare il Rizobioma la ricerca Cifo ha messo a punto Blok L e Blok Sinergy, bioregolatori della Rizosfera, prodotti biologici che favoriscono la relazione di reciproco vantaggio tra pianta e microrganismi benefici del suolo (mutualismo) rendendo le radici della coltura inappetibili ad organismi tellurici, promuovendo lo sviluppo e le funzionalità radicali (grazie all’alga Macrocystis Integrifolia e ai batteri del suolo presenti nei prodotti) e rafforzando il naturale effetto barriera del rizobioma.

Applicati in strategia sinergica in fertirrigazione, sia Blok L (che agisce come prebiotico, favorendo l’attività della microflora benefica del suolo) che Blok Sinergy (agisce da probiotico ripopolando il Rizobioma) consentono di preservare, sostenibilmente, ottimali livelli produttivi e di qualità, anche in presenza di avversità telluriche.

Grazie all’efficacia biostimolante, il loro utilizzo ripristina il Rizobioma, il quale costituisce la prima barriera che i parassiti tellurici, nematodi inclusi, debbono attraversare per raggiungere la radice e allo stesso tempo aiutano le piante a reagire alla situazione di stress.

STANCHEZZA DEL TERRENO, COME PRODURRE IN CONDIZIONI DIFFICILI STANCHEZZA DEL TERRENO, COME PRODURRE IN CONDIZIONI DIFFICILI
Blok L + Blok Sinergy Testimone

Blok L, il prebiotico.

Composto da alga Macrocystis Integrifolia e estratti vegetali, Blok L nasce unendo varie specialità al fine di ottenere un prodotto unico sul mercato, l’alga Macrocystis integrifolia ha la funzione di far superare i continui stress che si possono verificare nel terreno; inoltre contiene una selezione di terpeni, ottenuta grazie alla tecnologia TE.CO.

I terpeni sono stati selezionati con lo scopo di aiutare la pianta a reagire alle condizioni difficili del terreno, utilizzando costantemente Blok L si ottiene un duplice effetto:

  • Sviluppo radicale: le piante rinnovano costantemente le radici
  • Disorientamento: i tessuti radicali vengono stimolati a produrre degli essudati tali da disorientare gli animali tellurici presenti nel terreno e grazie alla presenza dei terpeni, le radici risultano più attive e robuste.

La pianta che cresce in condizioni difficili, con l’impiego di Blok L riesce a reagire e portare a termine il raccolto con soddisfazione, il raccolto che si ottiene risulta di quantità ma soprattutto di qualità riuscendo a soddisfare i requisiti di mercato sempre più esigenti. Blok L, a seconda delle situazioni di terreno, può essere applicato in sinergia con Blok Sinergy oppure con prodotti che potenziano l’attività radicale come Radicifo L24 o Cifoumic.

STANCHEZZA DEL TERRENO, COME PRODURRE IN CONDIZIONI DIFFICILI

 

Blok Sinergy, il probiotico.

Blok Sinergy è un prodotto ad azione specifica d’inoculo di funghi micorrizici e batteri del suolo, conforme al decreto legislativo 75/2010, studiato per essere impiegato esclusivamente insieme a Blok L.

Le micorrize hanno il compito di stimolare la formazione dei peli radicali attraverso un miglior assorbimento dei nutrienti, Blok Sinergy aumenta l’attività dei microrganismi presenti nella Rizosfera, fungendo da probiotico per il Microbioma presente nella Rizosfera.

  • Favorisce l’assorbimento e la traslocazione nella radice dei terpeni presenti in Blok L.
  • Stimola e favorisce lo sviluppo e l’esplorazione degli spazi nel terreno, migliorando lo stato nutrizionale della pianta.
  • Genera un equilibrio ottimale, grazie all’azione probiotica migliorando il microbioma suolo/pianta; in questo modo le piante trattate vegetano e producono anche in condizioni difficili.
STANCHEZZA DEL TERRENO, COME PRODURRE IN CONDIZIONI DIFFICILI

Per saperne di più sull’utilizzo dei biostimolanti in orticoltura guarda il nostro webinar oppure scrivici


QUALITÀ IN VITICOLTURA: ALLUNGAMENTO DEL GRAPPOLO, PEZZATURA E MIGLIORAMENTO DELLA SHELF LIFE.

Le priorità del periodo richiedono una strategia nutrizionale in grado di garantire simultaneamente aspetti quali uniformità del grappolo, ingrossamento e miglioramento della consistenza degli acini.

Questi obiettivi prevedono l’impiego di prodotti specifici in grado di agire a livello biochimico sostenendo i delicati processi coinvolti a partire da questo delicato momento fino alle fasi fenologiche prossime alla raccolta.

Cifo, consapevole dell’avanzamento tecnico di cui gode da sempre la viticoltura italiana, ha negli anni sviluppato delle specialità nutrizionali ottimizzate per il settore, proponendo oggi una strategia completa e collaudata attraverso prove di campo che consente di ottenere vendemmie con altissimi standard qualitativi.

Gli obiettivi target prevedono l’impiego di 3 specialità impiegate per via fogliare, con più interventi:

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Macys BC 28

È un biostimolante biologico vegetale completamente di origine naturale, costituito al 100% dal succo dell’alga Macrocystis integrifolia. Impiegato alla dose di 2,5 L/ha, agisce contrastando gli stress biotici attraverso un’azione sinergica delle componenti con cui è formulata: acido alginico, betaine, promotori di crescita naturali, fucoidano, laminarine, vitamine e nutrienti minerali. Queste componenti garantiscono uno sviluppo bilanciato e la conservazione di un elevato turgore cellulare anche in momenti di massima richiesta, durante forti sbalzi termici, siccità, salinità del terreno e squilibri idrico-nutrizionali.

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Cifamin BK

È una specialità biologica costituita da matrici organiche di alta qualità e microelementi. Attraverso l’azione di amminoacidi e peptidi selezionati, consente di incrementare la pezzatura degli acini, stimolare i processi di divisione ed allungamento cellulare. Impiegabile alla dose di 1 kg/ha e utilizzabile anche in abbinamento al Macys Bc 28 per potenziarne l’azione biostimolante.

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Calcisan Green

È un biostimolante a base di Calcio e Magnesio attivati da attivati dall’estratto di alga Macrocystis integrifolia che permette una maggiore veicolazione della frazione di calcio traslocabile all’interno dei tessuti vegetali. L’impiego di Calcisan Green per via fogliare alla dose di 3 L/Ha ha dimostrato un’ottima efficacia in termini di notevole incremento dell’elasticità delle membrane cellulari, consentendo di ridurre i danni da cracking della polpa e della buccia.

I risultati ottenuti attraverso varie prove in campo hanno mostrato:

Maggiore resistenza agli stress di tipo ambientale e tolleranza potenziata nei confronti di sbalzi termici negli stadi primaverili – estivi.

Acini con ottime pezzature e grappoli con uno sviluppo più uniforme.

Maggiore produzione e qualità finale, attraverso una maggiore conservabilità, consistenza e grado di manipolazione alla vendemmia.

Scopri di più sull’utilizzo dei biostimolanti in viticoltura


Ripresa vegetativa in viticoltura: perché intervenire?

Le nostre specialità per la ripresa vegetativa in viticoltura

Nonostante stiamo assistendo a delle stagioni sempre più “stravolte” dal punto di vista meteorologico, inevitabilmente, in ogni annata, si arriva in quel periodo in cui le temperature medie si alzano oltre i 10 C°, ciò può avvenire più o meno precocemente, a seconda dell’andamento climatico stagionale, questo è solitamente il periodo di ripresa vegetativa in viticoltura.

Durante la ripresa vegetativa in viticoltura si registra una rapida e vigorosa attività linfatica della vite e, contestualmente, si verificano delle mutazioni nella fisiologia della pianta che determinano l’emissione di liquido dai vasi xilematici a livello dei tagli di potatura: è il cosiddetto “pianto” della vite.

Le piccole gocce che si formano, composte da minerali, zucchero e acidi, segnalano all’agricoltore che ormai la primavera è inequivocabilmente alle porte e la fase di germogliamento sta per ripartire dopo il lungo periodo di riposo vegetativo.

Una fase che sembra quasi evocativa, ma ancora più importante sotto il profilo agronomico perché presuppone la necessità di riprendere un lavoro già avviato in post raccolta, quando gli interventi erano finalizzati al nutrimento delle gemme e all’accumulo di sostanze di riserva, in maniera tale da arrivare in questo momento con buone dotazioni nutritive.

Quali sono le reali necessità nutrizionali durante questa fase?

Durante la fase del “pianto” gli interventi nutrizionali contribuiscono a raggiungere target agronomici quali:

  • Uniformità della risposta vegetativa alla ripartenza.
  • Migliore rimobilitazione delle sostanze di riserva accumulate quali zuccheri, amminoacidi ecc.
  • Fioritura omogenea e buona allegagione.
  • Protezione dell’impianto da eventuali ritorni di freddo o gelate tardive.

Proprio per questi motivi è fondamentale considerare la concimazione autunnale e quella primaverile come complementari e dunque progettarle insieme per non eccedere le unità fertilizzanti previste annualmente dal piano di concimazione aziendale.

Gli interventi consigliati in viticoltura per uniformare la risposta vegetativa e mobilitare le sostanze di riserva

Subito dopo il “pianto” è ormai consolidato il protocollo che prevede l’impiego in sinergia per via fogliare delle specialità di casa Cifo: Sinerveg e Calcisan Green.

L’intervento è mirato al conseguimento di target quali:

  • Il conseguimento di una rapida ed uniforme ripartenza con effetto “booster”
  • Una migliore lignificazione dei tralci
  • Una buona uniformità di germogliamento.
Sinerveg-calcisan-green

La dose consigliata di Sinerveg è di 3 L/ha mentre per il Calcisan Green è pari a 5 L/ha.

Sinerveg è un biostimolante di origine naturale consentito in agricoltura biologica ed impiegato per via fogliare, ottenuto tramite uno speciale processo industriale che permette di garantire la naturale integrità funzionale degli estratti lignocellulosici di cui è costituito.

Il prodotto è stato formulato con lo scopo di fornire una forte spinta al metabolismo della pianta permettendo di mantenere la massima efficienza fogliare e metabolica.

Calcisan Green è una specialità utilizzata per via fogliare costituita da Calcio, Magnesio e Macrocystis integrifolia, un’alga gigante che rende il formulato estremamente attivo e performante.

Oltre ad apportare specifici nutrienti, è in grado di “complessare” naturalmente i mesoelementi di cui è arricchito attraverso specifici polisaccaridi (alginati) contenuti.

Questa particolare caratteristica consente un migliore assorbimento e traslocazione dei nutritivi all’interno dei tessuti vegetali favorendo la sintesi delle protopectine cellulari, costituenti basilari delle lamelle mediane nelle pareti delle cellule.

gelate in vigneto

Come intervenire in caso di eventuali ritorni di freddo?

Dalla fase di “grappoli separati” gli interventi sono orientati ad incrementare la resistenza delle piante alle basse temperature, ai ritorni di freddo improvvisi, a favorire il regolare sviluppo dei grappoli e dei bottoni fiorali.

La specialità ideale da impiegare in queste fasi fino all’allegagione è Macys BC 28 ad un dosaggio consigliato di 2-4 L/ha.

Macys BC 28

Un vero e proprio “succo” costituito al 100% dall’alga gigante Macrocystis Integrifolia, la cui caratteristica distintiva è caratterizzata proprio dal metodo di estrazione conservativo e dalla varietà delle componenti contenute: promotori di crescita naturali, betaine, laminarine, acido alginico, vitamine e nutrienti minerali mantengono intatte tutte le caratteristiche e le concentrazioni della materia prima di partenza.

Proprio per tali caratteristiche il prodotto garantisce un equilibrio nella risposta sia a livello radicale che a livello della vegetazione epigea.

Hai bisogno di maggiori informazioni? Scrivi al supporto tecnico di Cifo


Semine e trapianti delle colture orticole

Clima, acqua e suolo: le soluzioni Cifo che garantiscono una perfetta sinergia tra gli elementi

Il tanto sperato arrivo delle piogge primaverili, dopo un lunghissimo periodo di siccità a cui non si assisteva da 30 anni, ci ricorda che il clima, dopo un inizio stentato, è ormai quello tipico primaverile e che le condizioni sono favorevoli per avviare tutte le fasi di preparazione alle semine o ai trapianti che caratterizzano tale periodo.

Sia in pieno campo che in ambiente protetto (serra o tunnel), gli agricoltori si stanno avviando verso le fasi iniziali del ciclo di produzione di colture quali pomodori, peperoni, melanzane, patate, fragole, meloni ed altri ortaggi da frutto, a foglia o bulbo.

Tutte queste colture presentano caratteristiche e necessità agronomiche differenti ma la loro gestione è sempre riconducibile a 3 variabili fondamentali: clima, acqua e terreno.

Riguardo il primo fattore, purtroppo le opzioni in mano all’agricoltore non lasciano molte scelte.

Semine-e-trapianti-delle-colture-orticole

 

Sebbene appaia ormai impensabile contrastare direttamente i fenomeni derivanti dal cambiamento climatico, il progresso tecnico dei protocolli di campo applicati in agricoltura ha portato negli anni a notevoli miglioramenti nella gestione colturale, e se si parla di prime fasi post-trapianto, molti sono i passi in avanti svolti per quello che riguarda le fasi di attecchimento e sviluppo dell’apparato radicale.

Attraverso un miglior controllo dei restanti due parametri (acqua e terreno), si è anche maturata, oggi, una maggior consapevolezza che il terreno non è più inteso come un substrato ma assume un ruolo centrale attraverso la biodiversità della flora batterica e fungina all’interno del sistema suolo-pianta.

Le Specialità Cifo per partenze al Top.

Concentrandosi su ognuna di queste 3 variabili e sul rapporto causa-effetto che le lega, il reparto R&D di Cifo ha studiato e realizzato 3 formulati specifici ognuno in grado di aiutare e stimolare le piante nelle prime fasi, garantendo sia l’effetto starter, sia il potenziamento della fertilità del suolo, sia lo stimolo al superamento degli stress di vario tipo.

Se si considerano le escursioni termiche caratterizzanti questo periodo, con temperature diurne tipiche primaverili e quelle notturne ancora vicine a quelle invernali, piogge totalmente assenti nelle settimane precedenti e sicuramente abbondanti nelle prossime, nonchè possibili temporali in grado di scaricare in poche ore importanti quantità di acqua, è possibile affermare con certezza che gli stress a cui vanno incontro queste colture sono diversi.

Risulta quindi importante in questa fase sostenere lo sviluppo delle piante garantendo un giusto mix ed equilibrio di nutrienti e sostanze biologicamente attive che aiutino le stesse a superare sia gli stress termici e idrici, sia a migliorare l’attecchimento attraverso un maggiore sviluppo di radici secondarie.

Semine-e-trapianti-delle-colture-orticole

Effetto Starter.

RadiCifo L 24 è una specialità utilizzabile in fertirrigazione contenente un mix di matrici organiche tra cui acidi umici, fulvici, alga Macrocystis Integrifolia e L-Triptofano, che lavorando in sinergia creano le condizioni ottimali nella rizosfera per lo sviluppo delle radici, garantendo l’ottimale attecchimento delle colture.

Grazie alla presenza delle componenti bioattive contenute nell’alga Macrocystis Integrifolia le giovani piante possono trarre beneficio sia attraverso un’azione termoregolatrice che ne incrementa la resistenza a seguito di stress termici o idirici, sia un’azione hormone like che stimola lo sviluppo dell’apparato radicale e la fisiologia della pianta durante le prime fasi di crescita.

Il dosaggio consigliato è di 10 – 15 L/ha (1 – 1,5 L/1000 m2), a partire dalla fase di trapianto e ripetendo l’intervento ogni 7-12 giorni.

Potenziamento della fertilità del suolo.

Gli Acidi umici e fulvici contenuti all’interno di Cifoumic agiscono positivamente sulla fertilità del suolo ed esplicano un’azione biostimolante mirata a stimolare l’attività biologica nel terreno attraverso un potenziamento dell’attività dei microrganismi del suolo, ma non solo.

Usato in fertirrigazione alla dose di 4 – 6 kg/ha permette alla pianta di incrementare lo sviluppo delle radichette assorbenti ed assorbire con migliore efficacia nutrienti quali fosfati, ferro, microelementi ecc., grazie ad un’azione complessante e protettiva.

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Coltivazione in suoli con condizioni difficili.

Funghi come Fusarium, Pythium, Rhizoctonia, Sclerotinia, Phytopthora possono azzerare le produzioni, portando con rapidità le piante alla morte.

L’eccessiva e prolungata umidità o i ristagni a cui sono esposte le radici delle piante, determinano le condizioni favorevoli per l’attacco dei funghi patogeni.

Il fungicida biologico T34 Biocontrol a base di Trichoderma asperellum, in formulazione in conidi del ceppo T34, è unico sia per la sua concentrazione, con 12 miliardi di conidi (forma prontamente attiva per la colonizzazione), sia per il suo innovativo meccanismo d’azione.

Impiegato in fertirrigazione o incorporato direttamente nel substrato è in grado di esplicare 3 azioni in maniera simultanea.

  • Azione preventiva: rapida colonizzazione della radice con sottrazione degli spazi e dei nutrienti, forte competizione con i funghi patogeni. Innalzamento delle difese endogene delle piante che determinano un ambiente ostile per lo sviluppo dei funghi patogeni.
  • Azione curativa: capacità del T34 Biocontrol di agire su piante con attacco in atto, determinando un’azione di parassitismo sul fungo patogeno e sintesi di sostanze antibiotiche che determinano il blocco del metabolismo e la morte dei funghi patogeni.
  • Azione stimolante: T34 Biocontrol svolge un’azione secondaria di stimolo sull’apparato radicale che ne permette una maggiore crescita ed efficienza, grazie alla simbiosi che si genera tra il microrganismo e la pianta.

Solanacee in serra: strategie per una crescita rigogliosa e produttiva

La coltivazione delle solanacee in serra è una pratica diffusa per garantire una produzione costante e di alta qualità.

Nella coltivazione in serra delle solanacee sono i palchi fiorali a supportare la futura fruttificazione di pomodori, peperoni e melanzane.

Per ottenere un elevato numero di frutti per pianta ed esaltare le performance produttive, è essenziale pianificare interventi di fertilizzazione mirati allo sviluppo dei palchi.

in questo articolo, esploreremo le migliori pratiche e gli interventi di nutrizione cruciali per garantire lo sviluppo di palchi robusti, uniformi e produttivi nelle solanacee coltivate in serra.

Conoscere le solanacee.

Le solanacee sono una famiglia di piante che includono una vasta gamma di specie coltivate, tra cui i pomodori, i peperoni, le melanzane e le patate, queste piante richiedono un apporto nutrizionale specifico per svilupparsi e produrre frutti sani.

La fertilità del terreno e la gestione dei nutrienti sono fondamentali per garantire una crescita vigorosa e la massima resa.

Le basi nutrizionali.

Il primo passo per una fertilizzazione efficace è condurre un’analisi del terreno, questo permette di valutare la composizione chimica del suolo e identificare eventuali carenze o eccessi di nutrienti, in seguito basandosi sui risultati dell’analisi, è possibile stabilire un programma di fertilizzazione mirato.

solanacee in serra

I nutrienti base necessari per la coltivazione delle solanacee includono azoto (N), fosforo (P), potassio (K), calcio (Ca) e magnesio (Mg), tuttavia, è importante notare che le esigenze di elementi nutritivi possono variare leggermente tra le diverse specie di solanacee.

I meccanismi metabolici coinvolti.

Molto spesso in campo si manifestano interazioni di natura genetica, ambientale, fisiologica e nutritiva che possono dar luogo a squilibri ormonali o vegetativi che vanno a discapito dello sviluppo produttivo della pianta, durante la fase di formazione dei palchi, queste interazioni possono presentare un’incidenza più o meno accentuata a seconda della varietà coltivata ma, il sink principale su cui la pianta concentra gli sforzi e in cui confluiscono le sostanze nutritive è rappresentato dal rachide fiorale.

Quando si manifestano squilibri nutritivi derivanti ad esempio da eccessi azotati o potassici, variazioni della foto-luminosità o condizioni climatiche avverse, il rachide fiorale va incontro ad un processo di stasi che lo porta ad un completo blocco fisiologico e che determina quindi la mancata formazione di nuovi palchi, questo delicato equilibrio è ovviamente mediato da segnali ormonali che modificano il bilancio auxinico – citochininico nella pianta.

Oggi le testimonianze ci confermano che è possibile evitare questi squilibri agendo sulla corretta nutrizione delle solanacee in serra con soluzioni atte a garantire un apporto bilanciato di elementi nutritivi e formulati naturali ad attività ormonosimile.

Perché scegliere la strategia Cifo per le solanacee in serra.

La nostra esperienza ci porta a presentare due specialità, SinerVEG e Blok L, impiegate in combinazione, questa strategia permette di fornire sostegno fisiologico alla pianta affinché possa normalizzare il proprio ciclo vegeto produttivo garantendo così più longevità al rachide fiorale per un ottimo sviluppo dei palchi deputati a sostenere la produzione.

solanacee in serra
SinerVEG e Blok L

SinerVEG è uno speciale formulato ad attività biostimolante, di origine naturale ed utilizzabile anche in agricoltura biologica.

La matrice a base di estratti lignocellulosici manifesta una duplice azione sulle piante: un’azione auxino simile che interviene nel regolare la crescita dell’apparato radicale, promuovendo la distensione dei meristemi apicali dei capillizi ed un’azione citochino simile in grado di stimolare la divisione cellulare ed influenzare il numero di gemme laterali nei meristemi apicali dei germogli.

Questa duplice azione determina un aumento di sezione a livello del palco fiorale, la presenza di un maggior numero di fiori per ciascun palco oltreché un miglior uniformità di apertura e tasso di allegagione.

Questo processo ovviamente pone la pianta in una condizione di maggior richiesta energetica per attivare tali vie metaboliche; è importante quindi garantire simultaneamente un supporto nutrizionale costante, che passa però necessariamente attraverso un incremento dell’assorbimento di nutrienti a livello del suolo, anche in questo caso Cifo ha sviluppato una sinergia vincente grazie a Blok L, una specialità nutrizionale impiegabile anche in regime di agricoltura biologica a base dell’esclusiva alga Macrocystis integrifolia accoppiata agli estratti terpenici derivanti dalla speciale tecnologia industriale TE.CO.

Questo mix permette di aumentare la superficie di assorbimento dell’apparato radicale tramite la continua emissione di radici laterali e di ridurre l’incidenza dei fenomeni di stress che possono instaurarsi a livello del piede.

Sviluppa tutto il potenziale colturale grazie all’accoppiata Cifo!

Per sostenere una crescita rigogliosa dei palchi ed aumentare la produttività generale degli impianti di solanacee in serra è possibile utilizzare, anche in agricoltura biologica, la combinazione di SinerVEG e Blok L tramite fertirrigazione.

Prodotto Dose Applicazione
SinerVEG 0,5 L/1000 m2 Per via radicale
Blok L 1 L ogni 1000 m2 Per via radicale

Il circolo virtuoso della sostenibilità.

La corretta gestione nutrizionale delle solanacee in serra è un aspetto fondamentale per ottenere una coltivazione sana e produttiva, con una corretta analisi del terreno, un programma di fertilizzazione mirato e l’attenzione costante alle esigenze delle piante, è possibile massimizzare la resa e la qualità dei frutti.

solanacee in serra solanacee in serra

L’impiego delle specialità nutrizionali Cifo può contribuire a migliorare la produttività generale dell’impianto garantendo così maggiore sostenibilità economica per la coltivazione, in definitiva, il protocollo rappresenta un investimento che ripagherà abbondantemente nell’ottenere raccolti abbondanti e di alta qualità delle solanacee in serra.

Da utilizzare su:
Orticoltura, Pomodoro, Peperone, Melanzana, Peperoncino.


SOLUZIONI, SOSPENSIONI, GEL, FLOW E COLLOIDI

Facciamo chiarezza tra le tipologie di formulazione dei concimi fluidi e scopriamo come immetterli correttamente in botte

Molte volte si sente parlare di questi termini nella vita quotidiana e sempre più spesso è possibile trovarli anche all’interno dei testi che compongono le etichette dei prodotti che vengono utilizzati di frequente in agricoltura. Se da un lato per molti questi termini non risultano nuovi, dall’altro lato c’è da dire che spesso vengono utilizzati erroneamente come sinonimi in quanto le differenze non sono spesso così marcate.

In questo articolo si vuole fare chiarezza sulle terminologie procedendo con ordine nel vasto mondo delle formulazioni, cercando di comprendere meglio il tipo di formulazione con cui vengono progettati i prodotti impiegati comunemente come fertilizzanti in campo.

SOLUZIONI

Prima di tutto cerchiamo di chiarire il concetto di soluzione: una soluzione è un miscuglio omogeneo di due o più componenti. Queste componenti sono rappresentate dal solvente, la sostanza o le sostanze presenti in quantità maggiore e il soluto, la sostanza o le sostanze presenti in minori quantità che si sciolgono nel solvente. Un esempio potrebbe essere lo zucchero disciolto in acqua. In questo caso l’acqua rappresenta il solvente e lo zucchero rappresenta il soluto.

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SOSPENSIONI

Le sospensioni, sono invece formate da una miscela eterogenea in cui una fase dispersa solida con dimensione particellare >1μm è disciolta in una fase disperdente (o continua) liquida non in grado di sedimentare in tempo breve. Quindi, a differenza di quanto accade nelle soluzioni, nelle sospensioni le particelle solide non vengono disciolte a causa del loro diametro. Ciò conferisce alla miscela un aspetto torbido e un colore opaco. Un esempio pratico potrebbe essere il fango, in cui terra, argilla e limo sono disciolti in acqua.

COLLOIDI

Tempo di sedimentazione e diametro delle particelle sono i fattori che differenziano sospensioni e colloidi. Per comprendere la differenza fondamentale tra sospensioni e colloidi basti ricordare che nei colloidi non avviene sedimentazione, a meno che non si agisca con una forza esterna, in quanto le particelle in sospensione hanno dimensioni e peso minori rispetto a quelle delle sospensioni. Un esempio molto chiaro di colloide è la nebbia, in cui le minuscole gocce d’acqua (fase dispersa) rimangono in sospensione sull’aria (fase continua). In questo caso il piccolo diametro delle gocce impedisce loro di cadere e le tiene in sospensione fino a quando una forza esterna, come un aumento della temperatura, destabilizza il colloide.

SOLUZIONI-SOSPENSIONI-GEL-FLOW-E-COLLOIDI
FORMULAZIONI IN FLOW

Oltre a soluzioni, colloidi e sospensioni, in questi ultimi anni a riscuotere molta popolarità in agricoltura sono senz’altro le formulazioni in flow. Con questo termine utilizzato in ambito commerciale ci si riferisce a formulazioni liquide in cui la sostanza attiva presente in particelle minuscole finemente macinate viene dispersa in un veicolo acquoso additivato di agenti bagnanti, disperdenti, antigelo e altri stabilizzanti in modo da conferire stabilità al formulato.

Il vantaggio pratico nell’utilizzo dei flow risiede nella presenza di particelle micronizzate che facilitano la dispersione in acqua favorendo l’omogeneità di distribuzione. Questi tipi di formulazioni sono a metà strada tra i fertilizzanti solidi e i liquidi tradizionali. Combinano un’elevata ricchezza di nutrienti, caratteristica dei fertilizzanti solidi, con la facile applicazione di liquidi. Il termine flow viene utilizzato appunto per sottolineare il comportamento delle particelle che possono fluire come un liquido nonostante esse possiedano determinate caratteristiche di un solido.

GEL

Infine, come ulteriore tipologia di cui si sente parlare molto al giorno d’oggi in agricoltura, sono le formulazioni in gel.

Questa tipologia rappresenta un vero e proprio sistema colloidale, un sistema in cui un liquido è disperso in un solido. La fase solida (continua) genera un reticolo che intrappola le particelle di liquido (fase dispersa). Questa proprietà consente alla formulazione di fluire come un liquido mantenendo una certa consistenza come i solidi. Sia i gel che i flow dal punto di vista chimico sono classificabili come sospensioni. Ciò da cui i gel si differenziano dai flow è il quantitativo di particelle solide contenute in essi che nel caso dei flow risulta inferiore.

SOLUZIONI-SOSPENSIONI-GEL-FLOW-E-COLLOIDI

Un altro punto molto importante è che per ottenere il risultato più ottimale possibile del trattamento risulta fondamentale attenersi ad una corretta sequenza di immissione dei prodotti all’interno della botte.

Sequenza immissione prodotti in botte

1) Correttore d’acqua
2) Sacchetti idrosolubili
3) Polveri
Bagnabili (PB-WP)
Solubili (PS-WS)
4) Granuli idrodispersibili (WG-WDG-DF)
5) Sospensioni
concentrate (SC-FL-FLOW)
microcapsule (CS)
6) Emulsioni
in acqua (EW)
concentrate (EC)
7) Concentrati emulsionabili (LS)
8) Bagnante
9) Concimi fogliari
polveri solubili
liquidi
organici

 

 

(1) Photographed by Oven Fresh.

Sostenere le rese e la qualità dell’olio

Il programma qualità dell’olivo di Cifo prevede un mix nutrizionale bilanciato per ottenere il massimo della carica produttiva in uliveto ed una migliore resa in olio al momento della raccolta.

È ormai un fatto assodato che, quando si parla di olivicoltura, i tratti distintivi della produzione Italiana nel mondo siano due, l’assoluta qualità dell’olio e quindi dei nostri extravergini e la straordinaria varietà che contraddistingue le oltre 500 cultivar presenti in tutto il nostro territorio, con caratteri morfologici, fisiologici e agronomici unici.

Equilibrio chiave del sistema olivicolo italiano risiede nella capacità degli agricoltori di coniugare aspetti quali il legame con la territorialità, la tradizionalità tipica della lavorazione e le tecniche agronomiche messe in campo per assicurare produzioni standardizzate e costanti.

sostenere-rese-qualita-olivo sostenere-rese-qualita-olivo

L’importanza di gestire gli obiettivi agronomici prioritari

L’avanzamento tecnico in questo settore mette sempre più in luce la necessità per l’agricoltore di garantire un controllo su aspetti cruciali per la qualità dell’olio, un controllo che debba necessariamente passare attraverso la corretta gestione di fabbisogni fisiologici e nutrizionali della pianta.

I prossimi mesi saranno decisivi e determinanti per la produzione d’annata, per questo occorre iniziare ad applicare già da ora piani mirati e prefissandosi obiettivi ben chiari: uno degli obiettivi agronomici prioritari per i mesi che seguiranno è quello che riguarda il riempimento drupa, un fattore che influenza direttamente la successiva fase di inolizione.

Oggi sappiamo che durante questa fase l’acido palmitico e stearico lasciano posto all’acido oleico e linoleico, i quali determinano un incremento del contenuto della componente lipidica, in questo arco temporale la pianta richiede il massimo apporto di acqua, energia e nutrienti utili per sostenere lo sviluppo di tutti i frutticini ed evitare che momenti di stress possano costituire un serio rischio per l’oliveto incorrendo in fenomeni di cascola.

Alghe e aminoacidi, alleati indispensabili.

Per sostenere le rese e la qualità dell’olio, Cifo sfrutta le proprietà benefiche di alghe ed aminoacidi attraverso l’impiego di due specialità utilizzate in sinergia:

Macys BC 28, un concentrato puro di alga Macrocistys Integrifolia, riconosciuto dalla legge 75 dei fertilizzanti come biostimolante impiegabile anche nel biologico, ricchissimo in sostanze biologicamente attive quali vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, tutte sostanze utili alle piante per incrementare i livelli produttivi e per permettere alle stesse di sopportare e superare velocemente gli stress ambientali.

L’utilizzo di Macys BC 28 permette di intensificare le funzioni fisiologiche e metaboliche delle piante durante le delicate fasi di allegagione ed accrescimento drupe.

Sinergon Bio, un biostimolante per uso fogliare utilizzabile anche in agricoltura biologica, grazie allo specifico rapporto tra amminoacidi liberi in particolare tra glicina e prolina+idrossiprolina, svolge una forte azione attivante per la fisiologia vegetale contribuendo, in sinergia con Macys BC 28, al miglioramento dell’equilibrio vegeto-riproduttivo della pianta, al potenziamento dell’allegagione e al riempimento drupe.

Prodotto Dose Applicazione
Macys BC 28 1,5 L/ha Durante le fasi di allegagione ed accrescimento drupe
Sinergon Bio 1,5 L/ha Durante le fasi di invaiatura
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Soluzioni diverse per esigenza agronomiche diverse.

Per associare elevate produttività ed eccellenti caratteristiche organolettiche in fase di molitura risulta molto importante completare l’azione nutritiva apportando azoto, potassio e microelementi prontamente assimilabili dalle piante, per questo motivo durante la fase di accrescimento è importante l’utilizzo di Floral K un formulato caratterizzato da una rapida e completa solubilizzazione e da bassa salinità.

Con la recente notizia riguardante la revoca del Dimetoato, gli olivicoltori sono chiamati ad impostare metodi alternativi per proteggere le drupe dalla mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), in questo recente scenario si aprono ampi spazi di impiego del nostro prodotto Polvere di roccia che, se applicato in maniera preventiva, permette di “camuffare” le olive rendendole poco attrattive per le femmine durante l’ovideposizione.

Prodotto Dose Applicazione
Floral K 2,5 kg/ha Per via fogliare
Polvere di roccia 6 kg/ha In abbinamento a Propolis (2-3 L/ha)
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STANCHEZZA DEL TERRENO, COME PRODURRE IN CONDIZIONI DIFFICILI

I NEMATODI E LA STANCHEZZA DEL TERRENO

La stanchezza del terreno è un fenomeno rilevante degli ultimi anni e che porta inevitabilmente a una progressiva perdita di produzione delle colture orticole, in generale è dovuta a colture intensive perpetuate nel tempo, senza le adeguate rotazioni colturali e senza gli apporti significativi di nuova sostanza organica.

Non di rado, in questi terreni così come nelle colture intensive in serra, trovano spazio i Nematodi, parassiti che sulle piante possono provocare deperimenti, ingiallimenti e appassimenti delle foglie e formazione di galle sulle radici, arrivando a compromettere l’intero raccolto.

I nematodi danneggiano le radici sia di numerose piante orticole come pomodoro, peperone, melanzana, carota, melone, anguria, zucchine, insalate, patate, finocchi, ecc., sia di tabacco, vite e fruttiferi. Prediligono terreni sciolti, con sabbia superiore al 30%, ambienti molto umidi e la loro capacità di crescita è influenzata dalle alte temperature.

Soprattutto in questi casi occorre preservare l’integrità del Rizobioma, ovvero quella porzione di terreno esplorata dalle radici che ospita una enorme quantità di microrganismi benefici. Questi instaurano vantaggiosi legami con la pianta, costituendo i primi fondamentali alleati in condizioni del suolo sfavorevoli. Tale relazione è detta mutualismo e in cambio di depositi ed essudati radicali, il Rizobioma promuove lo sviluppo e le funzionalità radicali, migliora la disponibilità di nutrienti e crea un ambiente favorevole alle radici, ma sfavorevole ai nematodi.

COME MIGLIORARE IL RIZOBIOMA

Per contrastare il fenomeno della stanchezza del terreno e migliorare il Rizobioma la ricerca Cifo ha messo a punto Blok L e Blok Sinergy, bioregolatori della rizosfera, prodotti biologici che favoriscono la relazione di reciproco vantaggio tra pianta e microrganismi benefici del suolo (mutualismo) rendendo le radici della coltura inappetibili ad organismi tellurici, promuovendo lo sviluppo e le funzionalità radicali (grazie all’alga Macrocystis Integrifolia e ai batteri del suolo presenti nei prodotti) e rafforzando il naturale effetto barriera del rizobioma.  Applicati in strategia sinergica in fertirrigazione, sia Blok L (che agisce come prebiotico, favorendo l’attività della microflora benefica del suolo) che Blok Sinergy (agisce da probiotico ripopolando il Rizobioma) consentono di preservare, sostenibilmente, ottimali livelli produttivi e di qualità, anche in presenza di avversità telluriche.

Grazie all’efficacia biostimolante, il loro utilizzo ripristina il Rizobioma, il quale costituisce la prima barriera che i parassiti tellurici, nematodi inclusi, debbono attraversare per raggiungere la radice e allo stesso tempo aiutano le piante a reagire alla situazione di stress.

BLOK L

Composto da alga Macrocystis Integrifolia e estratti vegetali, Blok L nasce unendo varie specialità al fine di ottenere un prodotto unico sul mercato. L’’alga Macrocystis integrifolia ha la funzione di far superare i continui stress che si possono verificare nel terreno; inoltre contiene una selezione di terpeni, ottenuta grazie alla tecnologia TE.CO. I terpeni sono stati selezionati con lo scopo di aiutare la pianta a reagire alle condizioni difficili del terreno. Utilizzando costantemente Blok L si ottiene un duplice effetto:

– Sviluppo radicale: le piante rinnovano costantemente le radici

– Disorientamento: i tessuti radicali vengono stimolati a produrre degli essudati tali da disorientare gli animali tellurici presenti nel terreno e grazie alla presenza dei terpeni, le radici risultano più attive e robuste.

La pianta che cresce in condizioni difficili, con l’impiego di Blok L riesce a reagire e portare a termine il raccolto con soddisfazione. Il raccolto che si ottiene risulta di quantità ma soprattutto di qualità riuscendo a soddisfare i requisiti di mercato sempre più esigenti. Blok L, a seconda delle situazioni di terreno, può essere applicato in sinergia con Blok Sinergy oppure con prodotti che potenziano l’attività radicale come Radicifo L 24 o Cifoumic.

BLOK SINERGY

Blok Sinergy è un prodotto ad azione specifica d’inoculo di funghi micorrizici e batteri del suolo, conforme al decreto legislativo 75/2010, studiato per essere impiegato esclusivamente insieme a Blok L.

Le micorrize hanno il compito di stimolare la formazione dei peli radicali attraverso un miglior assorbimento dei nutrienti. Aumenta l’attività dei microrganismi presenti nella rizosfera, fungendo da probiotico per il microbioma presente nella rizosfera.

– Favorisce l’assorbimento e la traslocazione nella radice dei terpeni presenti in Blok L.

– Stimola e favorisce lo sviluppo e l’esplorazione degli spazi nel terreno, migliorando lo stato nutrizionale della pianta.

– Genera un equilibrio ottimale, grazie all’azione probiotica migliorando il microbioma suolo/pianta; in questo modo le piante trattate vegetano e producono anche in condizioni difficili.


Stress da diserbo? Niente panico con il protocollo Cifo!

L’Azienda ha messo a punto un protocollo in grado di aiutare la coltura a superare gli stress da diserbo e favorire la ripresa delle normali funzioni biochimiche.

La tolleranza agli stress è uno dei principali target che da anni si cerca di ottimizzare per incrementare le performance delle colture.

Complici i cambiamenti climatici, in questi ultimi tempi in campo si sono alternati stress di vario tipo: stress da alte temperature, da eccesso idrico o stress da siccità, stress da gelate e ritorni di freddo ad inizio primavera.

Uno degli stress che invece va sistematicamente affrontato ogni anno è quello provocato da trattamenti fitosanitari, in particolare quello da diserbo, il più severo da sopportare per le colture.

stress-da-diserbo stress-da-diserbo
Diserbo di post-emergenza Diserbo di post-emergenza

I diserbi di post emergenza su grano, per quanto selettivi nei confronti delle infestanti, presentano comunque un effetto negativo sulla coltura provocando un periodo di rallentamento che, in alcuni casi, può condurre ad un vero e proprio “stop” vegetativo, seguito da ingiallimenti e carenza di nutrienti.

Anni di collaborazione con aziende cerealicole e centri di saggio hanno permesso a Cifo di mettere a punto un protocollo in grado di aiutare la coltura a superare gli stress da diserbo e favorire la ripresa delle normali funzioni biochimiche.

La sinergia vincente contro lo “stop” vegetativo.

Le migliori evidenze si sono riscontrate tramite l’impiego di due affermate specialità nutrizionali utilizzate in sinergia: Sinergon Plus ed N.S.Z. 26.

stress-da-diserbo

 

Con Sinergon Plus, oltre all’azione sinergizzante in miscela con gli erbicidi che ne migliorano la distribuzione e l’adesione sulle infestanti, le piante possono beneficiare anche della sua innata capacità fitostimolante.

Impiegato in associazione ai trattamenti fitosanitari permette di apportare alla coltura amminoacidi a basso peso molecolare in forma di oligopeptidi quali acido glutammico, cisteina, prolina e glicina, tutti derivanti da processi di idrolisi enzimatica.

Prodotto Dose Vantaggi
Sinergon Plus 2-4 L/ha Sostenere la sintesi proteica ed il metabolismo durante periodi di intenso stress fisiologico.
N.S.Z. 26 10-15 kg/ha Supportare l’attività fotosintetica migliorando al contempo produttività e tenore proteico dei cereali.

L’azione benefica è completata da N.S.Z. 26, un formulato in grado di apportare azoto a lento rilascio, zolfo e zinco in forma totalmente assimilabile.


T34 BIOCONTROL: IL FUNGICIDA BIOLOGICO CHE RISOLVE IL PROBLEMA ALLA RADICE

In orticoltura, i patogeni fungini a danno dell’apparato radicale sono diversi e arrecano gravi conseguenze sulle produzioni finali.

Funghi come FusariumPythium, Rhizoctonia, SclerotiniaPhytopthora possono azzerare le produzioni, portando con rapidità le piante alla morte. L’eccessiva e prolungata umidità o i ristagni a cui sono esposte le radici delle piante, determinano le condizioni favorevoli per l’attacco dei funghi patogeni.

Il Fusarium vive in terreni umidi, sfrutta le ferite provocate da altri patogeni per entrare nella pianta e creare problemi come le Tracheofusariosi, che impediscono il passaggio della linfa nei vasi della pianta portandola a morte. Questo fungo a volte può venire dalle acque di irrigazione e il suo contenimento risulta molto difficile con la sola lotta chimica.

Il Phytium è l’agente dei marciumi del colletto e delle radici e anch’esso si diffonde nei terreni umidi o con problemi di ristagno idrico e penetra i tessuti delle piante, vive allo stato saprofitario, in genere dopo l’attacco del Phytium attacca anche il Fusarium.

Quando la radice si ammala, la pianta viene privata della principale via di nutrimento ed idratazione. Si incorre quindi rapidamente in una riduzione di qualità e quantità del raccolto, a cui seguirà la morte della coltura, con gravi perdite economiche per l’agricoltore.

La ricerca e sviluppo Cifo ha selezionato, dopo anni di sperimentazioni, T34 Biocontrol un fungicida biologico a base di Trichoderma asperellum, ceppo T34, formulazione in conidi. Questo particolare ceppo di Trichoderma asperellum, è unico sia per la sua concentrazione: 12 miliardi di conidi (forma prontamente attiva per la colonizzazione), sia per i suoi meccanismi di azione.

  • Azione preventiva: rapida colonizzazione della radice con sottrazione degli spazi e dei nutrienti, forte competizione con i funghi patogeni. Innalzamento delle difese endogene delle piante che determinano un ambiente ostile per lo sviluppo dei funghi patogeni.
  • Azione curativa: capacità del T34 Biocontrol di agire su piante con attacco in atto, determinando un’azione di parassitismo sul fungo patogeno e sintesi di sostanze antibiotiche che determinano il blocco del metabolismo e la morte dei funghi patogeni.
  • Azione stimolante: T34 Biocontrol svolge un’azione secondaria di stimolo sull’apparato radicale che ne permette una maggiore crescita ed efficienza, grazie alla simbiosi che si genera tra il microrganismo e la pianta.
Risultato su peperone con Fusarium, intervento con attacco in atto
MODALITÁ DI APPLICAZIONE E DOSAGGI
Incorporazione ai substrati 10 g/m3
Fertirrigazione 500 g/Ha Da post trapianto e ripetuto a 20 gg
Trattamento in vivaio 10 g/100 polistiroli da post-emergenza
SINERGIE

Consigliamo l’abbinamento in fertirrigazione per supportare il lavoro di T34 Biocontrol con Cifoumic, Supernat 93, RadiCifo L24, Azomin, Sinergon R


T34 Biocontrol® anche per ortaggi da foglia in pieno campo

Da oggi nuova estensione d’impiego per T34 Biocontrol®, il biofungicida di Cifo

Con circa 14.000 ha (CSO, 2018), di cui per il 98% in pieno campo, l’Italia si afferma leader mondiale per la coltivazione di radicchio, grazie anche ad un export che ha superato i 5 milioni di euro nei primi 9 mesi del 2021.

L’importanza strategica del comparto però non si ferma solo a questa coltura: con più di 10.000 ha coltivati (Istat, 2020), l’Italia rappresenta a livello europeo il secondo Paese europeo per volumi di produzione di lattuga da pieno campo ed uno dei primi 5 Paesi a livello mondiale.

Non meno considerevoli sono le coltivazioni di spinacio in piena aria, che con circa 6.000 ha (Istat, 2017) presenta un trend crescente di anno in anno.

Dati i volumi di produzione e l’importanza economica delle colture appena citate, emerge chiara la necessità di un accurato controllo, con cure ed attenzioni in grado di scongiurare i danni provocati da patogeni fungini ed assicurare la buona riuscita del ciclo colturale.

Una storia di successo

Il 2019 rappresenta l’anno in cui Cifo, dopo aver ottenuto l’autorizzazione per l’impiego nelle colture di solanacee, cucurbitacee e garofano in serra, ha avviato la commercializzazione del fungicida biologico T34 Biocontrol®.

Da allora, l’implementazione della specialità all’interno dei protocolli agronomici Cifo ha riscosso di anno in anno una crescente popolarità all’interno di varie filiere.

Prova su pomodoro

Trattato con spore Trattato con T34 Biocontrol®
Pre-trattamento Post-trattamento

Il successo riscosso in campo è il frutto di un lungo lavoro di ricerca che ha permesso di isolare e potenziare l’azione di quei microrganismi utili, in grado di instaurare benefici rapporti di interazione con la pianta e di fungere da barriera contro le avversità fungine della rizosfera.

Oggi T34 Biocontrol® amplia il suo spettro d’azione potendo beneficiare dell’autorizzazione per l’impiego contro Sclerotinia spp. anche nelle colture di lattuga ed ortaggi da foglia in pieno campo.

Le avversità

Le avversità provocate da funghi del genere Sclerotinia spp. rappresentano tra le maggiori cause di marciumi al colletto e marciumi basali, essendo quelle più diffuse ed in grado di compromettere in maniera grave la coltivazione della colture da foglia.

Attualmente una delle maggiori sfide in questo comparto riguarda il garantire una costanza delle rese e della qualità di frutta e ortaggi nonostante condizioni di campo non sempre ottimali.

Un suolo alterato infatti non rappresenta unicamente un fattore limitante per la corretta funzionalità dell’apparato radicale della pianta ma, in maniera ancor più critica, può costituire una forte barriera nei confronti della disponibilità di elementi nutritivi, nonostante la disponibilità di partenza possa attestarsi anche su valori ottimali.

Non potendo trarne vantaggio, le piante già indebolite risulteranno più suscettibili a fisiopatie ed alterazioni che porteranno ad un calo della resistenza agli stress ambientali e delle caratteristiche qualitative dei raccolti.

T34-Biocontrol-anche-per-ortaggi-da-foglia-in-pieno-campo

Un complesso meccanismo d’azione

Cifo, azienda capofila nel settore della nutrizione speciale delle colture, dopo anni di studio approfondito del microbioma del suolo ha lanciato un prodotto contenente conidi del fungo Trichoderma asperellum del ceppo T34, che lo rendono un formulato dalle caratteristiche uniche sul mercato: questo particolare ceppo di Trichoderma asperellum, è unico sia per la sua concentrazione, con 12 miliardi di conidi (forma prontamente attiva per la colonizzazione), sia per il suo triplice meccanismo d’azione:

  • Azione preventiva: rapida colonizzazione della radice con sottrazione degli spazi e dei nutrienti, forte competizione con i funghi patogeni. Innalzamento delle difese endogene delle piante che determinano un ambiente ostile per lo sviluppo dei funghi patogeni.
  • Azione curativa: capacità del T34 Biocontrol® di agire su piante con attacco in atto, determinando un’azione di parassitismo sul fungo patogeno e sintesi di sostanze antibiotiche che determinano il blocco del metabolismo e la morte dei funghi patogeni.
  • Azione stimolante: T34 Biocontrol® svolge un’azione secondaria di stimolo sull’apparato radicale che ne permette una maggiore crescita ed efficienza, grazie alla simbiosi che si genera tra il microrganismo e la pianta.

Una via più sostenibile per il controllo delle avversità del suolo

Un prodotto efficace per piante ed utilizzatori, ma anche sicuro per la salute del suolo e il mantenimento della sua biodiversità, in grado di creare le condizioni ottimali per i successivi cicli colturali.

T34-Biocontrol-anche-per-ortaggi-da-foglia-in-pieno-campo

 

T34 Biocontrol® non rappresenta solo un’ottima alternativa ai fungicidi tradizionali, ma un prodotto di nuova generazione che permette di ottenere risultati più stabili nel tempo e più sostenibili per l’ambiente, esso infatti:

  • È totalmente biologico.
  • Non ha tempi di carenza e non lascia residui.
  • Non produce contaminazione nel suolo o nell’acqua.
  • Grazie ai suoi molteplici meccanismi di azione non genera fenomeni di resistenza.
  • Riduce le popolazioni dei principali patogeni del suolo (concorrenza, parassitismo, antibiosi).
  • Favorisce la pianta (attivazione della sua risposta immunitaria) e la solubilizzazione degli elementi minerali nel terreno.
  • Non danneggia altri organismi benefici del suolo, api o fauna ausiliaria, uccelli o organismi acquatici.

Come utilizzare T34 Biocontrol®

Modalità d’impiego Dose Periodo di applicazione
Incorporazione al substrato di crescita 10 g/m3 Prima della semina
Incorporazione al substrato di propagazione 0,5 g/1000 m2 Prima o immediatamente dopo la semina
Trattamento per irrigazione al suolo 250 g/ha Al trapianto ripetuto per 2 volte

Si consiglia l’abbinamento in fertirrigazione per supportare il lavoro di T34 Biocontrol® con Cifoumic, Supernat 93, RadiCifo L24, Azomin, Sinergon R.


Vigneto, favorire l’allungamento del grappolo e contrastare l’acinellatura

L’approccio nutrizionale di Cifo per ridurre l’eccessiva compattezza dei grappoli.

Grappoli eccessivamente serrati causano difficoltà nel passaggio di aria, soprattutto in cultivar quali Glera, Pinot, Sauvignon, Chardonnay, ecc., in queste condizioni, l’umidità all’interno del grappolo può risultare piuttosto elevata e fattori concominati quali lesioni causate da alterazioni fisiologiche (accrescimento repentino degli acini ed epidermide poco strutturata) o fattori di natura parassitaria come punture di insetti, possono incrementare notevolmente il rischio di attacco da Botrite e marciumi acidi, questi effetti si manifestano in campo attraverso una riduzione della resa, delle qualità dell’uva, oltre che una maggiore difficoltà d’impiego di fitofarmaci per proteggere il rachide.

Affinché i grappoli possano svilupparsi in maniera equilibrata è molto importante intervenire alla rottura delle gemme, una volta che germogli hanno iniziato lo sviluppo.

Per ottenere uve sane e di qualità elevata è fondamentale quindi supportare gli acini in fase di sviluppo attraverso interventi nutrizionali operati all’interno della finestra temporale compresa tra la fase di bottoni fiorali separati (BBCH 57) ed il momento di piena allegagione (BBCH 71), questi interventi sono mirati al mantenimento di un’elevata efficienza fogliare e all’irrobustimento delle difese meccaniche dei tessuti in accrescimento.

Fase di intervento: Acino-pepe Fase di intervento: Acino-pepe

In campo con un’innovativa strategia nutrizionale.

Per favorire l’allungamento e l’ottenimento di grappoli meno fitti la prassi comune prevede l’impiego di gibberelline di sintesi, col passare degli anni, però, questa pratica ha mostrato diversi fattori critici, diversi studi hanno evidenziato che, a partire dall’anno successivo alla somministrazione di questi formulati durante la fase di differenziazione a fiore delle gemme, il numero e la dimensione dei grappoli prodotti per ogni pianta subisce progressivamente una riduzione nel tempo, anche durante la stessa annata, l’impiego di ormoni può mostrare effetti molto variabili a seconda della stagione e non di rado ciò provoca effetti negativi anche sulla fioritura in atto.

Un protocollo nato in vigneto.

Una collaborazione nata nel 2020 tra i tecnici Cifo e Vi.V.O. Cantine ha dato frutto ad un protocollo nutrizionale nato con lo scopo di consentire ai soci conferitori di evitare i problemi più frequenti, tipici dei vitigni impiantati.

 

Attraverso un’analisi delle variabili agronomiche coinvolte, sono state impostate diverse prove in campo mirate a contrastare in maniera sostenibile, sia sul piano economico, sia sul piano ambientale, il fenomeno dell’eccessivo compattamento dei grappoli, il successo della strategia impostata è stato reso possibile grazie alla messa a punto di una strategia basata sull’impiego di un biostimolante in associazione ad una specialità nutrizionale a base di alghe, amminoacidi, meso e microelementi.

Le soluzioni impiegate.

Il protocollo prevede l’impiego in sinergie di due specialità: Sinerveg e Calcisan Green, a partire dalla fase BBCH 57, in cui i bottoni fiorali e gli assi secondari del rachide si separano, fino alla fase BBCH 61 di inizio prima fioritura.

 

Sinerveg è un biostimolante di origine naturale, consentito in agricoltura biologica, impiegato per via fogliare.

È ottenuto tramite uno speciale processo industriale che permette di preservare la naturale integrità funzionale degli estratti lignocellulosici di cui è costituito, il prodotto è stato formulato con lo scopo di fornire una forte spinta al metabolismo della pianta permettendo di mantenere la massima efficienza fogliare e metabolica.

Calcisan Green è una specialità utilizzata per via fogliare costituita da calcio, magnesio e Macrocystis integrifolia, un’alga gigante che, oltre ad apportare specifici nutrienti è in grado di “complessare” naturalmente i mesoelementi di cui è arricchito il formulato attraverso specifici polisaccaridi (alginati) contenuti, questa particolare caratteristica consente un migliore assorbimento e traslocazione dei nutritivi all’interno dei tessuti vegetali favorendo la sintesi delle protopectine cellulari, costituenti basilari delle lamelle mediane nelle pareti delle cellule.

Macrocystis integrifolia Raccolta manuale delle alghe

Un approccio in due step per favorire lo sviluppo di grappoli sani e di qualità.

Miscelare 2 L di Sinerveg e 3 L di Calcisan Green in soluzione impiegando un volume d’acqua di 200 L per ogni ettaro trattato.
Irrorare la vegetazione facendo attenzione che la soluzione raggiunga anche la superficie dei grappoli e ripetere il trattamento per 2 volte a distanza di 14 giorni.

I vantaggi direttamente riscontrabili.

I grappoli trattati tendono a raggiungere uno sviluppo maggiore e gli acini ad ingrossarsi in maniera costante ed equilibrata potendo beneficiare anche di una maggiore resistenza contro eventuali fattori di stress, grazie agli estratti del succo d’alga Macrocystis Integrifolia, la speciale formulazione con cui è veicolato il Calcio (Ca), conferisce robustezza ed elasticità alla buccia dell’acino, risultando in tal modo più resistente a lacerazioni fisiopatologiche ed attacchi parassitari.


Water management, evapotraspirazione sotto controllo grazie a Cifo

Le soluzioni Cifo per mitigare lo stress e ottimizzare l’uso dell’acqua (Water management)

Alla base di ogni sistema di coltivazione vi è la necessità di controllare e gestire parametri che riguardano sostanzialmente suolo, luce, fertilità e temperatura, ognuno di questi a sua volta influenza o viene influenzato da un unico elemento essenziale, ovvero l’acqua.

La pressione di questo elemento è ultimamente un tema molto studiato in quanto sempre più di frequente stiamo assistendo a primavere siccitose caratterizzate da forti escursioni termiche, seguite da periodi di piogge torrenziali che rappresentano nient’altro che il preludio a lunghi intervalli estivi con temperature roventi, sono situazioni che ormai rappresentano la norma in ogni stagione agraria e conseguenti sono anche i danni diretti alle colture come distruzione dell’apparato fogliare, ingiallimenti, allettamenti e stress di vario tipo.

Le insidie climatiche

Se l’andamento dovesse seguire quello degli ultimi 10 anni, nei mesi che seguiranno i periodi di siccità saranno sempre più frequenti e intensi, in particolare in aree come quella mediterranea e nell’Europa occidentale e determineranno, al di là delle implicazioni climatiche e ambientali, un aumento della scarsità d’acqua e difficoltà d’approvvigionamento soprattutto in una stagione in cui la maggioranza degli impianti si troveranno in piena produzione.

In effetti, in diverse province italiane gli agricoltori stanno già facendo i conti con l’aumento dei prezzi dell’acqua per l’irrigazione delle colture e inevitabilmente ciò determinerà anche un aumento dei costi finali di produzione.

La corretta gestione dell’acqua rappresenta, quindi, uno strumento fondamentale per garantire reddito agli agricoltori oltre che l’approvvigionamento del settore dell’agroindustria, tanto più a fronte dell’imminente maggior incertezza sulla sua fornitura.

Water management, evapotraspirazione sotto controllo grazie a Cifo Water management, evapotraspirazione sotto controllo grazie a Cifo
Siccità Allagamenti

Quali sono i sintomi ed i meccanismi coinvolti?

Alte temperature e scarsità d’acqua determinano la chiusura degli stomi da parte della pianta che tenta così di limitare la disidratazione dei tessuti vegetali, al contempo, rallentano anche i processi metabolici, inclusi quelli di assorbimento dei nutrienti e fotosintesi.

Quando questa condizione perdura nel tempo le radici perdono la capacità di assorbire la poca acqua residua nel suolo e anche i tessuti aerei iniziano presto a presentare segni visibili di degradazione della clorofilla, le piante colpite manifestano ingiallimenti, appassimenti e perdita di turgore dei tessuti che possono degenerare in abscissioni delle foglie fino a parziali o completi disseccamenti, il contenuto di clorofilla è, infatti, uno degli indicatori più utilizzati per valutare il livello di squilibrio metabolico nelle piante sottoposte a stress idrico.

Water management, evapotraspirazione sotto controllo grazie a Cifo
Schema della traspirazione della pianta

Per far fronte all’esposizione allo stress idrico, le piante hanno però sviluppato vari meccanismi fisiologici e biochimici per ridurre gli impatti dannosi, ad esempio, la produzione di osmoliti o composti osmoprotettori come prolina, glicina betaina e composti fenolici sono solo alcuni dei processi che le piante mettono in atto per migliorare la tolleranza alle condizioni di stress da siccità.

Ed è proprio studiando queste strategie naturali che in Cifo sono stati sviluppati specifici protocolli per le colture, grazie all’impiego di particolari specialità nutrizionali e biostimolanti in grado di influenzare e regolare meccanismi fisiologici fondamentali quali l’evapotraspirazione ed il turgore cellulare, in questo modo la pianta è messa nelle condizioni di produrre sempre al meglio anche quando si manifestano particolari condizioni di stress.

Turgore cellulare e ridotta evapotraspirazione: le due chiavi della strategia Cifo

Le soluzioni presentate da Cifo nascono all’interno della Strategia Gestione Idrica”, un protocollo sviluppato in campo e che punta alla massimizzazione dell’efficienza d’uso dell’acqua tramite il soddisfacimento di 3 criteri di giudizio presi come riferimento per lo sviluppo della strategia:

✔️ Selezione delle migliori tecnologie formulative
✔️ Analisi chimico fisiche su piante e suoli
✔️ Test di efficacia in varie condizioni pedo climatiche

Questi tre parametri hanno permesso di individuare le matrici nutrizionali che presentassero il miglior rapporto tra efficacia e contenimento dei costi in un’ottica di massimizzazione del ritorno economico dell’investimento per l’agricoltore (ROI).

Il risultato di questa ricerca ha portato alla selezione di due formulati commerciali ottenuti con tecnologie a ridotto impatto ambientale: Macys BC 28 e SinerVEG, entrambi impiegabili ai seguenti dosaggi

Prodotto Dose Applicazione
Macys BC 28 2 L/ha Dalle fasi di invaiatura/maturazione frutti
SinerVEG 2 L/ha Dalle fasi di invaiatura/maturazione frutti

La combinazione di questi due formulati permette di sfruttare a pieno i benefici apportati da alghe, estratti vegetali ed altre sostanze bioattive in un’azione sinergica che manifesta a pieno i suoi effetti attraverso un mirato contenimento dell’evapotraspirazione, l’accumulo di osmoprotettori all’interno della cellula vegetale e l’incremento del turgore cellulare.

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SinerVEG e Macys BC 28

Due specialità in azione

Macys BC 28 è un potente biostimolante impiegabile anche in agricoltura biologica costituito al 100% dal succo concentrato dell’alga Macrocystis integrifolia, in grado di influenzare positivamente la fisiologia della pianta e predisporre le basi per superare tutti i momenti di stress del periodo.

La presenza inalterata di numerose sostanze biologicamente attive contenute naturalmente all’interno dell’alga stessa, in particolare laminarine, betaine ed alginati, induce la sovra espressione di alcuni geni coinvolti nella segnalazione dello stress, come la sintesi dell’ABA e di antiossidanti, il metabolismo dell’azoto ed il mantenimento dell’attività fotosintetica, tutte queste modificazioni fisiologiche consentono una migliore mitigazione dello stress ossidativo ed una migliore efficienza nell’uso dell’acqua (maggiore conduttanza stomatica e migliore attività fotosintetica).

🧐 Per approfondire: Come funziona Macys BC 28

Foto ad alta risoluzione della pagina inferiore di una foglia di vite – confronto tesi su turgore cellulare

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Tesi aziendale Tesi Cifo

SinerVEG, è un agente biostimolante della crescita e dello sviluppo delle piante d’origine naturale, a base di estratti lignocellulosici, consentito in agricoltura biologica, che fornisce carbonio vegetale prontamente assimilabile in assenza di azoto organico, stimola la fotosintesi clorofilliana potenziando l’attività fisiologica della pianta agendo sul metabolismo primario e secondario.

Utilizzato per via fogliare in abbinamento a Macys BC 28, permette di regolare la pressione osmotica e di ottimizzare il contenuto idrico all’interno dei vacuoli migliorando il turgore cellulare e rendendo la membrana più elastica e più resistente ai danni causati da eccessive precipitazioni o al contrario da lunghi periodi di secco garantendo un risparmio significativo del consumo d’acqua.

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Zucchino, con Cifo, la produttività non si ferma!

L’esperienza di chi ha migliorato produzione e qualità.

Per avere produzioni elevate e di qualità, nell’orticoltura professionale serve più che una semplice concimazione minerale. Un terreno fertile, vivo e attivo è il primo alleato per una produzione orticola costante e sostenibile nel tempo. L’esperienza sul campo lo dimostra: nutrire il suolo significa nutrire meglio anche le colture.
Lo sa bene Giovanni De Marchis, orticoltore di Terracina (provincia di Latina), che grazie all’approccio tecnico proposto da Cifo è riuscito a migliorare sensibilmente le rese e la qualità nei suoi impianti di zucchino.

 – Con l’aiuto dei tecnici Cifo e i prodotti giusti, ho raggiunto risultati eccellenti. Le mie piante sono produttive e in forze, raccolto dopo raccolto –

Racconta Giovanni, soddisfatto dei progressi ottenuti nella sua azienda agricola.

L’azienda De Marchis, un esempio di orticoltura moderna ed efficiente.

Con una superficie complessiva di 8 ettari, di cui 4 sotto serra, la Società Agricola De Marchis produce zucchine, pomodori, melanzane e fragole destinate principalmente alla grande distribuzione organizzata. In questi mercati, per rimanere competitivi, è fondamentale mantenere standard qualitativi elevati tutto l’anno.

Zucchino la produzione non sferma

La serra di zucchine visitata a inizio maggio mostra piante robuste, in produzione continua da novembre.

– In questo ciclo abbiamo raccolto uno zucchino al giorno per pianta nell’ultimo mese: un risultato che parla da sé –

spiega Giovanni.

Nutrire il terreno e la coltura con la strategia Cifo per le orticole.

L’approccio nutrizionale sviluppato da Cifo si basa su una nutrizione integrata del suolo e della pianta, capace di sostenere la coltivazione anche nelle fasi più complesse. Ciò è particolarmente utile per lo zucchino: pianta esigente e sensibile agli stress.

– Per incrementare la produttività, nutrendo il suolo ed evitando arresti di crescita, abbiamo sviluppato una strategia che si basa sull’azione di tre prodotti speciali: Blok Sinergy™, Blok L™ e Cifoumic®

spiega Giacinto Glave, Product Manager di Cifo.

  • Blok Sinergy™, inoculo di funghi micorrizici, applicato in fertirrigazione, fornisce microrganismi utili che creano un rapporto simbiotico con l’apparato radicale. Il risultato? Viene favorita la vitalità del suolo, potenziato l’assorbimento dei nutrienti e promossa l’efficienza delle sostanze nutritive.
  • Blok L™, specialità a base di Macrocystis integrifolia e terpeni naturali, stimola l’attività microbica nel suolo, favorisce il rinnovo ed il rinforzo radicale, aiutando la pianta a reagire alle avversità ambientali e preservare la produttività anche in condizioni difficili.
  • Cifoumic®, biostimolante con acidi umici e fulvici, contribuisce al miglioramento della struttura e della fertilità del terreno, favorendo al contempo lo sviluppo delle radichette assorbenti. Questo aiuta la pianta a sostenere il carico produttivo.
Zucchino la produzione non sferma

Questi prodotti, usati in sinergia, rappresentano una soluzione concreta per prendersi cura del suolo, contrastarne la stanchezza e ottimizzare le performance delle piante.

Gestire lo stress e mantenere alta la produttività anche in inverno.

Uno degli aspetti più complessi nella coltivazione dello zucchino è mantenere la produttività anche nei mesi freddi, quando le condizioni climatiche sfavorevoli possono rallentare lo sviluppo delle piante. Per questo, la strategia Cifo include anche Sinergon Plus™, un biopromotore specifico per supportare la crescita delle piante anche in caso di stress termico e fisiologico.

– Lo applichiamo nei periodi critici, come l’inizio primavera o l’autunno avanzato –

spiega Davide Gardellini, tecnico commerciale Cifo,

– In questo modo le piante non vanno in blocco e continuano a crescere e produrre –

Sinergon Plus contiene nutrienti, amminoacidi e peptidi di origine vegetale, che aiutano le piante a mantenere la funzionalità metabolica anche in presenza di sbalzi termici tra giorno e notte.

Radici forti, piante produttive.

Il benessere dell’apparato radicale è l’obiettivo cardine della strategia Cifo. Le radici rappresentano il punto di contatto tra pianta e suolo e sono responsabili dell’assorbimento idrico e nutrizionale. Una rizosfera attiva e ben sviluppata è la base per produzioni elevate e durature.

Zucchino la produzione non sferma Zucchino la produzione non sferma

Nella serra di Giovanni, dopo cinque mesi di coltivazione, le zucchine mostrano un sistema radicale ancora attivo, con radici nuove che si formano continuamente. Gli effetti? Fino a dieci frutti in formazione per pianta e uno stato vegetativo eccellente, senza segni di stress.

– Guardando le piante si capisce subito la differenza. Il terreno è vivo, le zucchine vengono raccolte regolarmente e sono di calibro uniforme. È la prova che stiamo lavorando nella giusta direzione –

afferma Giovanni con orgoglio.

Conclusioni

La testimonianza dell’azienda De Marchis dimostra concretamente come un approccio integrato alla nutrizione – che considera sia la pianta che il suolo – possa fare la differenza nella produzione orticola, soprattutto in colture esigenti come lo zucchino.

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