Complici i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo, i ritorni di freddo rappresentano un rischio ormai considerevole in viticoltura.
L’innalzamento delle temperature invernali medie determina in primavera un’anticipata apertura delle gemme.
Tutto ciò non rappresenterebbe un danno se le temperature rimanessero costanti ma, come spesso stiamo assistendo, sempre più frequenti sono gli sbalzi termici che si verificano in questi periodi e anche con un calo di temperature di pochi gradi si può compromettere facilmente il futuro sviluppo vegetativo dell’impianto in quanto i giovani tessuti neoformati non sono in grado di sopportare l’esposizione a temperature troppo basse per la fisiologia vegetale.
Quali sono i pericoli derivanti dai ritorni di freddo?
Diversi modelli fenologici dimostrano che questo è ormai un trend destinato a diventare una costante e non di rado, questi fenomeni possono coinvolgere vaste superfici o anche interi territori, con conseguenze che si ripercuotono sia sul piano economico, sia su crescita e resa dell’impianto nelle future stagioni.
La frequenza e la severità di questi sbalzi termici rappresentano due parametri di fondamentale importanza per comprendere la necessità di adottare misure di prevenzione sostenibili ed efficaci e, se il clima dovesse seguire la tendenza degli ultimi anni, dalle prossime settimane i termometri potrebbero scendere nuovamente al di sotto dei 5 °C e con molta probabilità, sarà necessario intervenire per evitare gravi danni in campo.
Come si manifestano?
Il calo termico porta a congelamento l’acqua presente nei vacuoli delle cellule delle gemme.
Questo provoca un aumento di volume che, infrangendo le membrane e le pareti cellulari, conduce in molti casi alla necrosi cellulare.
Come accennato, dal momento che le gemme contengono i futuri tessuti floreali e fogliari, il gelo può avere un notevole impatto sui rendimenti finanziari annuali delle aziende vitivinicole.
Prevenire è meglio che curare.
Il grado di danno dipende dalla temperatura minima raggiunta e dalla durata dell’esposizione ad una temperatura critica; la velocità di caduta della temperatura può influire sull’efficacia di un’azione di protezione.
Le temperature critiche per la vite differiscono in base allo stadio di crescita: durante l’inverno le gemme dormienti possono resistere, grazie all’ “indurimento” in fase di endodormienza, a temperature inferiori a -10°C (fino a -20°C), ma a partire dalle prossime settimane ad essere esposte al gelo saranno gemme in apertura e giovani germogli possono essere danneggiate a temperature solo leggermente inferiori a 0°C.
In corrispondenza di queste circostanze si verifica un “allessamento” dei tessuti, proporzionale alla quantità di acqua presente negli stessi e al grado di lignificazione delle cellule compiutosi durante l’autunno precedente.
Per questo motivo è fondamentale garantire un corretto apporto nutrizionale anche durante la fase del post raccolta, in modo da evitare il rischio che gelate tardive possano compromettere la sopravvivenza delle gemme fiorali della stagione successiva.
A questo riguardo si rimanda all’articolo: l’importanza dei fertilizzanti nel periodo autunnale
Tolleranza al freddo e produttività garantite con Cifo.
Com’è possibile osservare dall’immagine sottostante il protocollo di campo Cifo per la vite prende in considerazione le fasi fenologiche più importanti nelle quali è necessario garantire un corretto apporto nutrizionale.
Protocollo di campo per la viticoltura |
Nelle circostanze appena descritte (Fase 2) il supporto di prodotti biostimolanti è quindi indispensabile, sia per sopportare lo stress climatico, sia per conservare l’equilibrio fisiologico degli impianti.
La proposta Cifo: Macys BC 28 e Sinergon Plus
Macys BC 28 un concentrato puro di alga Macrocistys integrifolia, riconosciuto dalla legge 75/2010 come prodotto ad azione biostimolante.
Un’alga unica nel suo genere, esclusiva di Cifo, raccolta e lavorata con un processo meccanico a bassa temperatura che consente di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti nella matrice algale.
Dall’alga Macrocystis integrifolia al Macys BC 28 |
A differenza delle altre varietà di alghe, la Macrocistys integrifolia cresce in un ambiente e in condizioni estreme che ne determinano le sue elevate proprietà nutrizionali: ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, sostanze utili a fornire alla vite tutti i fitocomplessi necessari per incrementare i livelli produttivi e sopportare e superare velocemente gli stress ambientali quali ad esempio ritorni di freddo, il prodotto è impiegabile alla dose di 2 L/ha.
Sinergon Plus e Macys BC 28 |
Sinergon Plus è ottenuto tramite un processo produttivo ad elevato livello tecnologico che conferisce al formulato una spiccata capacità fitostimolante.
Impiegato in associazione a Macys BC 28 alla dose di 2 L/ha, permette di apportare alla coltura amminoacidi a basso peso molecolare in forma di oligopeptidi quali acido glutammico, cisteina, prolina e glicina, tutti derivanti da processi di idrolisi enzimatica e molto utili a sostenere la sintesi proteica ed il metabolismo durante periodi di intenso stress fisiologico.
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