A maggio la campagna di coltivazione del pomodoro è entrata ormai nel vivo.
In tutta Italia i trapianti sono ormai per la maggior parte conclusi e nel frattempo rimangono le ultime settimane a disposizione per effettuare la messa a dimora delle varietà più tardive con raccolta a fine settembre.
I problemi da fronteggiare nella stagione confermano ormai un trend stabile in ogni annata: un mercato caratterizzato da una serrata concorrenza, margini assottigliati per i produttori per via dei crescenti costi energetici e ricavi che dipendono strettamente da alti livelli di resa, uniformità di pezzatura e grado Brix ottimale alla raccolta.
Questi aspetti sono sempre più ricercati dalle aziende di trasformazione e dagli stessi consumatori che richiedono conserve e prodotti di provenienza nazionale, caratterizzati da un notevole valore di servizio elevata serbevolezza e garanzia di qualità.
È quindi facile comprendere che, se il mercato richiede nuovi standard qualitativi, per l’imprenditore vi è la necessità di cogliere tutte le innovazioni messe in campo attraverso la ricerca agronomica per non rimanere indietro e subire gli stessi standard vedendoli più come vincoli che come fattori distintivi.
Come ottenere risultati migliori in resa e caratteristiche organolettiche.
Il protocollo Cifo prevede l’impiego di 3 specialità in azione sinergica, ognuna di queste con uno specifico target agronomico:
- Ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare la sostanza secca
- Migliorare il grado zuccherino, uniformare colorazione e maturazione
- Favorire la maturazione migliorando la pezzatura e esaltando le caratteristiche qualitative della produzione commerciabile.
Il protocollo Cifo.
Per ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare il quantitativo di sostanza secca alla raccolta migliorando la resa industriale, da anni risulta particolarmente efficace utilizzare Cifo KS 64 nelle fasi centrali del ciclo di coltivazione (40 giorni dalla raccolta), Cifo KS 64 è un fertilizzante speciale liquido ricco di Potassio, Zolfo, acidi organici ed L-Prolina; questo amminoacido naturale risulta particolarmente efficace in situazioni di stress idrico-salino a carico della pianta.
La dose consigliata è di 10 Kg/ha, valutando un eventuale secondo intervento sulla base della risposta dell’impianto.
L’altro intervento citato in precedenza è legato all’ottenimento di bacche con migliori caratteristiche qualitative alla raccolta, incrementando ed uniformando al contempo la pezzatura, la specialità che più si sposa con questo target è Cet 46 Green, prodotto biologico dalle caratteristiche davvero innovative, basato sull’azione combinata dell’alga Macrocystis integrifolia, in sinergia con amminoacidi, acidi carbossilici e microelementi in forma chelata.
Il formulato permette di attivare i meccanismi biologici che favoriscono il metabolismo degli zuccheri e degli acidi grassi, oltre che la sintesi di antocianine e carotenoidi. Ciò si traduce in una migliore colorazione della bacca, un maggiore grado Brix ed una migliore uniformità di maturazione alla data di raccolta.
Cet 46 Green trova impiego in abbinamento, per via fogliare, con Ener 26, alla dose di 2,5 L/ha ripetuto in due trattamenti.
Ener 26 è uno speciale formulato impiegabile in agricoltura biologica a base amminoacidica ed arricchito con macro e mesoelementi utili a fornire energia metabolica alla pianta, ad effetto istantaneo, in particolare influenza positivamente il metabolismo degli zuccheri e la traslocazione dei fotosintetati (zuccheri, amminoacidi, sali minerali, ecc.) verso le bacche.
L’impiego di Ener 26, per via fogliare alla dose di 3 L/ha, in abbinamento a Cet 46 Green a 20-10 giorni dalla data di raccolta, permette di supportare il metabolismo delle piante proprio nella fase in cui la richiesta energetica raggiunge il picco, per uniformare la maturazione ottenendo un incremento di tutti i parametri qualitativi.