Le analisi del terreno rivestono un’enorme importanza e al contempo sono un aiuto fondamentale per l’agricoltore in quanto grazie ad esse riesce ad impostare al meglio il suo piano di concimazione da effettuare, conoscendo la fertilità residua nel terreno e studiando ad hoc la quantità di sostanze nutritive da apportare, per aumentare la produttività del terreno stesso operando però nel rispetto delle buone pratiche di sostenibilità ambientale.
Da qui è nata l’esigenza di avere a disposizione uno strumento che permettesse all’imprenditore agricolo di conoscere “in tempo reale” la situazione nutrizionale delle piante, in modo tale da poter intervenire tempestivamente in caso di eventuali eccessi/carenze, da non lasciare quindi la pianta in uno stato di stress prolungato, o addirittura la possibilità di poterle prevenire prima ancora della loro insorgenza.
Infatti anche le foglie, come il terreno, se interrogate nel modo corretto sono in grado di fornire indicazioni molto utili sulla salute delle piante. In particolare, rivelano l’effettivo stato di nutrimento della coltura, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo: il dato qualitativo si riferisce al rapporto ottimale tra le differenti sostanze nutritive, mentre quello quantitativo riguarda la percentuale di nutrienti che la pianta è riuscita effettivamente ad assorbire.
Le analisi fogliari che vengono effettuate sono quindi di tipo chimico e multi residuale; è importante che i campioni che vengono consegnati al laboratorio d’analisi rispecchino il più possibile lo stato nutrizionale della pianta: bisogna prestare molta attenzione durante la fase di prelievo, in modo da non sfalsare i risultati.
Le foglie dovranno essere mature, ma poco oltre il periodo giovanile e senza danni causati nè da agenti biotici nè abiotici; è inoltre buona pratica effettuare il prelevamento alla stessa altezza ma da differenti lati della pianta.
Esiste inoltre un periodo ideale per fare le analisi fogliari e dipende principalmente dalle specie alla quale appartiene la pianta: per i fruttiferi, ad esempio, il periodo ideale è durante la seconda settimana di fioritura; per la vite invece il periodo ideale va invece da fine fioritura fino all’inizio dell’autunno.
Una volta pervenuti i campioni al laboratorio, questi devono seguire un preciso procedimento di preparazione all’analisi versa e propria: le foglie vengono sempre lavate con acqua distillata leggermente acidulata (può essere utilizzato acido citrico, acido ascorbico e così via), per eliminare qualunque tipo di impurezza in quanto potrebbero essere contaminate non solo da concimi fogliari ancora non assorbiti ma anche da altri trattamenti (per esempio trattamenti rameici).
Altro passaggio importante è la spicciolatura della foglia prima del lavaggio, in quanto il picciolo ha caratteristiche diverse e, se interessano i dati sul picciolo, questi vengono tolti e determinati a parte.
Infine la foglia spicciolata, lavata ed asciugata, viene prima essiccata in stufa a 105°C per poi essere macinata finemente e procedere all’analisi vera e propria.
Cifo, da sempre dalla parte degli agricoltori e di un’agricoltura sostenibile, comprendendo bene l’importanza che le analisi fogliari ricoprono nel quadro di una nutrizione equilibrata, efficace ed a basso impatto ambientale, offre tra i propri servizi anche quello dell’analisi fogliari, disponendo infatti di laboratorio attrezzato e personale qualificato e competente.